RECENSIONE DEL LIBRO

Statistica Pop

I social network per umanizzare e comunicare i dati

statistica-pop-i-social-network-per-umanizzare-e-comunicare-i-dati

Editore:

Dario Flaccovio

autore

Giovanni Prattichizzo

pubblicazione:

pagine:

Marzo 2024

168

Autore

Giovanni Prattichizzo

Editore

Dario Flaccovio

Pubblicazione

Marzo 2024

Pagine

168

Prezzo

22

Autore

Giovanni Prattichizzo

Pagine

168

Editore

Dario Flaccovio

Prezzo

22

Autore

Giovanni Prattichizzo

Pubblicazione

Marzo 2024

costo:

Editore

Dario Flaccovio

Pagine

168

22

Lo ammetto: sono una fanatica dei dati.

Quindi appena ho avuto l’occasione di leggere questo libro fresco fresco di stampa scritto da Giovanni Prattichizzo, Social Media Manager e Digital PR dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), non me la sono lasciata scappare.

La mia passione per i dati, e in particolare dei dati sui social, nasce dal fatto che i numeri sono numeri, di loro ti puoi solo fidare. Il problema è se ti puoi fidare o meno di chi quei dati li sta interpretando.

Quando mi sono accorta che tutta la prima parte del libro ruota attorno proprio al tema della fiducia mi sono sentita meno sola.

Quanto è importante la fiducia nella comunicazione?

Prattichizzo nel primo capitolo parte da due concetti chiave: comunicazione e fiducia. Temi di cui parliamo davvero tutti i giorni ma di cui troppo spesso dimentichiamo la definizione più autentica.

Mi piace in particolare la definizione di comunicazione proposta da Mukherjee e Nath (2003), un costrutto multidimensionale nel quale vengono individuati tre aspetti chiave:

  • Trasparenza, elemento che caratterizza una buona etica di comunicazione istituzionale
  • Qualità dell’informazione, misurata in termini di autenticità, rilevanze e competenza
  • Qualità della risposta,che consiste nella rapidità della controparte di rispondere o nella frequenza con cui si risponde.

In questi tre elementi io ritrovo esattamente quello che per me è la buona comunicazione, sui social e non solo. Ma sono soprattutto le base per un rapporto basato sulla fiducia.

La fiducia al giorno d’oggi è estremamente importante “soprattutto alla luce della riflessione della post-verità (post-truth) e dell’ampio dibattito pubblico sulle cosiddette fake news o disinformazione”, scrive Prattichizzo.

È di particolare rilevanza nella comunicazione pubblica, che, come emerge da un rapporto OCSE riportato nel libro, può accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e rafforzare la democrazia.

Basta guardarsi attorno per capire quanto sia essenziale una buona comunicazione trasparente e onesta oggi.

Appare quindi importante e strategica la presenza della pubblica amministrazione sui social. Basti pensare che, secondo una ricerca dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale, 7 italiani su 10 giudicano affidabili e credibili le informazioni della PA pubblicati sui propri profili social, mentre la fiducia nei confronti dei sistemi informativi tradizionali è in calo: solo il 35% degli italiani ritiene che i media italiani siano indipendenti da indebite influenze politiche e commerciali.

Fidati ma verifica.

In questo contesto i dati sono “uno strumento molto utile per distinguere la realtà dalla percezione”. E da qui nasce l’esigenza di presenza degli Istituti nazionali di statistica sulle piattaforme social.

Cosa possiamo imparare dalla comunicazione dell’ISTAT sui social

Siamo tutti bravi a dire queste cose nella teoria… ma nella pratica come si combatte la disinformazione sui social?

Con i dati. Appunto.

A questo proposito ho apprezzato molto il quarto capitolo di “Statistica Pop”, quello in cui possiamo toccare davvero con mano la strategia comunicativa digital dell’ISTAT, con azioni concrete e davvero legate all’attualità, come #IstatperilPaese, progetto nato durante la grande emergenza che abbiamo vissuto nel 2020: la pandemia di Covid-19. Durante il lockdown è emerso in maniera esponenziale il problema delle fake news, sui social e non solo, responsabili di alimentare terrore e sfiducia in un momento già così difficile.

Nell’emergenza sanitaria la comunicazione statistica, scrive Prattichizzo, “ha rappresentato la leva per diffondere la corretta informazione o disinnescare disinformazione”.

L’Istituto nazionale di statistica attraverso i contenuti proposti con l’hashtag #IstatperilPaese ha in quei giorni veicolato informazioni corrette su temi delicati come salute e mortalità, proponendo una comunicazione trasparente e chiara, al servizio del cittadino. Ma l’azione non si è fermata qui. Era infatti attivo un monitoraggio delle conversazioni online, con gestione delle reazioni degli utenti attraverso risposte dirette a tutti i soggetti che avevano diffuso sul web notizie non verificate. Una vera e propria battaglia contro le fake news.

Nel capitolo sono raccontati anche altri progetti di comunicazione portati avanti dall’ISTAT, alcuni davvero molto interessanti come quello di Social media advocacy chiamato Amplify. Il coinvolgimento dei dipendenti nella veicolazione di contenuti aziendali mi appassiona molto e vedere passo passo come questo progetto sia stato pensato, costruito e avviato da un’istituzione pubblica mi ha dato nuovi spunti che sto già pensando a come mettere in campo.

Conclusioni del libro

Penso sia adatto a chi si sta avvicinando alla professione di Social Media Manager perché si tratta di un vero progetto di comunicazione spiegato passo a passo con dei bei approfondimenti sui diversi canali e sulla comunicazione in generale.

Se ti interessa scoprire cosa significa “buona comunicazione” per una pubblica amministrazione te lo consiglio. Mi è piaciuto scoprire quello che c’è dietro canali social che seguo quotidianamente per interesse personale e non solo.

Una piacevole lettura.

voto:

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Soyana Lanza
Social Media Manager presso Lob Pr+Content, agenzia di comunicazione di Milano. Tutto inizia i primi anni delle superiori quando tra forum online, chat e blog di Splinder ho iniziato a scrivere e a gestire community online. L’avvento dei social network e gli studi mi hanno portato a rendere una passione adolescenziale un lavoro. Quando non sono davanti a uno schermo mi piace leggere, viaggiare, guardare film e scattare qualche foto. Meglio se davanti al mare o mentre mi godo il fresco delle montagne.

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Social Media Manager presso Lob Pr+Content, agenzia di comunicazione di Milano. Tutto inizia i primi anni delle superiori quando tra forum online, chat e blog di Splinder ho iniziato a scrivere e a gestire community online. L’avvento dei social network e gli studi mi hanno portato a rendere una passione adolescenziale un lavoro. Quando non sono davanti a uno schermo mi piace leggere, viaggiare, guardare film e scattare qualche foto. Meglio se davanti al mare o mentre mi godo il fresco delle montagne.

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