“I fattori strutturali della solitudine sono radicati nelle azioni dello Stato e in quelli di individui e imprese, così come nei progressi tecnologici del XXI secolo, che si tratti di dipendenza dagli smartphone, di sorveglianza sul lavoro, di gig economy o delle nostre esperienze sempre più prive di contatto.”
La Hertz analizza in modo preciso, tecnico e scientifico, con dati alla mano, le mille sfaccettature della solitudine del nostro tempo. Che si annida in tante, troppe situazioni, scelte o imposizioni. Con attenzione affrontando la lettura si raggiunge una consapevolezza profonda di così tanti aspetti della nostra vita (o, a volte, per fortuna solo di quella di altri), che si è davvero motivati a cambiare, in meglio, quelle abitudini o scelte che sono nelle nostre mani.
Il secolo della solitudine non dipinge un nuovo quadro della realtà, ma fa luce su quanto abbiamo già davanti agli occhi ogni giorno ma che spesso non valutiamo correttamente e con il giusto peso. Leggerlo dovrebbe essere un dovere di tutti, per diventare non solo cittadini più consapevoli, ma anche persone migliori sia nei confronti di noi stessi sia nei confronti degli “altri” (non mi azzardo a dire comunità…).
Conclusioni:
A chi è rivolto: a tutti. Non è facile da “digerire”, perchè ci fa rendere conto di cose scomode, ci fa indignare, ci fa puntare il dito e ci intristisce, anche, un pò.
Quanto è pratico: in ogni capitolo c’è una parte in cui la Hertz ipotizza soluzioni o altri scenari possibili o percorribili mettendo in atto azioni o cambiando abitudini.
È da avere in libreria: è da leggere. Poi, anziché metterlo in libreria e lasciarlo lì, è da prestare a un amico.