Quando ho iniziato a leggere questo libro ho capito subito che avrei dovuto affrontare qualcosa di impegnativo che mi avrebbe richiesto una comprensione accurata dei termini e dei concetti.
Arrivata alla fine ne ho avuto la conferma e prima di scrivere la recensione ho voluto capire a fondo cosa ruota attorno alla parola “conflitto”, ricavandone quanto segue: “contrasto, opposizione, relazione antagonistica, stato di tensione e di squilibrio in cui l’individuo viene a trovarsi quando è sottoposto alla pressione di tendenze, bisogni e motivazioni tra loro contrastanti”.
Ora penso di aver capito, e cerco di avvicinarvi con ordine alla lettura di “Gentilezza impetuosa: dal conflitto al confronto.
Il cambiamento disorienta: come fronteggiarlo?
Il mondo sta cambiando ma, come afferma Joe Weston, in noi vive una sorta di avversione innata verso il cambiamento.
Tutto quello che non conosciamo, sia questo un avvenimento, una persona, o un’idea, ci scuote, smuove le radici della sicurezza e a fronte di queste sollecitazioni ciascuno attua modelli di reazione diversi, che variano tra attaccare, fuggire o congelarci.
E’ un meccanismo legato alla nostra biochimica e per questo facciamo fatica a staccarci e liberarcene: le esperienze che hanno caratterizzato il nostro passato (delusioni, sconfitte, amarezze,…) alterano la percezione di ciò che ci circonda, generando stress, paura, blocco e quindi stagnazione.
E allora come uscirne? Per sbloccare questa situazione dobbiamo essere in grado di generare e diffondere fiducia e sicurezza, che ci permettono di affrontare il senso di disorientamento dovuto al delicato processo di abbandono del passato e accoglienza del nuovo, passando per la delicata fase dell’ignoto.
Gentilezza impetuosa in azione
Essere impetuosamente gentili significa portare avanti con zelo e convinzione un atteggiamento di apertura verso il prossimo, che parte da un grande lavoro su noi stessi.
Il primo grande passo è quello di mettere da parte le credenze che non ci servono più per aprirci verso la consapevolezza che la nostra percezione della realtà sia solo una parte. E’ un processo evolutivo profondo e dirompente, che ci porta a scoprire che i primi veri nemici sono, molto spesso, i nostri stessi pensieri.
Da qui l’autore ci prende per mano, portandoci a rompere gli schemi ricorrenti con i quali vediamo il mondo e il prossimo.
Ci fa prendere consapevolezza di quanto sia necessario spostare le nostre reazioni dalla polarizzazione “passività vs aggressione”, che denota chiusura, verso l’equilibrio tra ricettività ed assertività. Ovvero, invece di mettere un muro tutte le volte che non siamo d’accordo con una visione, proviamo ad aprirci per comprendere le posizioni dell’altra persona. Contestualmente, nel momento in cui è necessario agire, piuttosto di affondare il colpo, cerchiamo di presentare le nostre posizioni dopo aver accolto anche quelle diverse dalle nostre.
Attuando la gentilezza impetuosa usciamo dalla logica della passiva accettazione, per arrivare all’accoglienza e all’intersezione di idee diverse e complementari.
Da questo punto zero parte un vero e proprio percorso fatto di 6 passaggi che ci conducono alla trasformazione prima individuale e poi collettiva e che vi invito a scoprire con la lettura di questo testo.
Ci saranno riflessioni, esercizi e consigli pratici da applicare alla vita di tutti i giorni.

E’ una lettura che ci aiuta a fare pace prima di tutto con noi stessi e poi con il prossimo. Mi sono sentita sollevata a scoprire che si può essere impetuosi e gentili allo stesso tempo, che possiamo decidere cosa fare uscendo dallo schema bene/male, che non siamo sempre e per sempre quello che pensiamo.
Maturate queste riflessioni, se le applichiamo a piccoli passi partendo dal nostro vicino, fino “al nostro prossimo”, saremo positivamente sorpresi di vedere negli altri persone nuove, inaspettate, che prima non vedevamo. E saremo così pronti ad allargare sempre di più il nostro bacino di alleanze, stendere ponti di collaborazione e attivare finalmente un processo relazionale win-win, che accresce il valore dei singoli e delle comunità.
