Viviamo in un’epoca in cui l’errore è spesso visto come un fallimento e l’ignoranza come una colpa da nascondere. Ma cosa accadrebbe se provassimo a ribaltare questa prospettiva? In “Elogio dell’ignoranza e dell’errore”, Gianrico Carofiglio ci guida in una riflessione sorprendente sul valore del dubbio, sulla necessità di accettare i nostri limiti e sulla forza trasformativa dell’errore.
Attraverso un percorso tra filosofia, retorica e pensiero critico, l’autore ci invita a riscoprire il potere dell’umiltà intellettuale e il ruolo fondamentale dell’incertezza nel processo di apprendimento e crescita. In questa recensione esploreremo i concetti chiave del libro e il motivo per cui tutti dovremmo fare spazio all’errore nella nostra vita.
Chi è Gianrico Carofiglio?
Lo ammetto: sono una grande fan di Carofiglio. Apprezzo molto i suoi libri ma soprattutto i suoi interventi in molte trasmissioni televisive, con argomentazioni sempre puntuali e concrete.
Per chi non lo conoscesse a pieno: Gianrico Carofiglio è uno scrittore, ex magistrato e politico italiano. Nato a Bari nel 1961, ha lavorato a lungo come pubblico ministero antimafia prima di dedicarsi alla scrittura. Autore di romanzi, saggi e celebri legal thriller, è noto per il suo stile raffinato e per la capacità di intrecciare diritto, filosofia e narrativa. Tra i suoi libri più famosi ci sono Testimone inconsapevole, La misura del tempo (finalista al Premio Strega) e Della gentilezza e del coraggio (altro saggio che consiglio di leggere).
Accettiamo i nostri limiti
Ho letto questo libro due volte, per riuscire a capire e interiorizzare molti dei concetti che Carofiglio affronta in “Elogio dell’ignoranza e dell’errore”, e grazie a questa lettura ho imparato ad apprezzare meglio me stessa ma soprattutto il mio bagaglio di conoscenze limitate e sbagli.
In queste pagine ho capito che non posso sapere tutto e che anzi, è una cosa positiva. Solo così ci si può mettere in gioco davvero, con onestà intellettuale e umiltà. Come spiega nel suo libro, spesso gli errori più grandi li fanno i mega professoroni, proprio perché dall’alto delle loro certezze incrollabili non prendono in esame strade diverse da quella che hanno sempre percorso. “Se abbiamo una buona ipotesi ma prendiamo in considerazione solo quello che la conferma, finiremo con l’ignorare tutto il resto”, scrive Carofiglio. Quindi riconoscere che abbiamo dei limiti ci porta a non fermare mai la nostra sete di conoscenza.
Carofiglio nel suo libro ricorda un aforisma attribuito a Bertrand Russell, secondo cui in ogni ambito, di tanto in tanto è salutare mettere un punto interrogativo alla fine di un’affermazione che per lungo tempo si è data scontata.
“Nulla spegne le domande come la determinazione a essere, e soprattutto a essere percepiti, nel giusto”
Gianrico Carofiglio
La tolleranza dell’errore e la disponibilità ad ammetterlo sono requisiti fondamentali. Siamo umani, come tutti gli altri, e per questo sbagliamo e non possiamo arrivare ovunque. Se tutti accettassimo questa cosa forse il mondo sarebbe davvero un posto migliore, ma questa è un’altra storia.

“Elogio dell’ignoranza e dell’errore” è sicuramente uno dei libri che mi ha aiutato maggiormente nel mio percorso di crescita personale e professionale e penso che sia una lettura indispensabile per tutti.
In particolare, mi piacerebbe che lo leggessero chi è o sogna di diventare genitore, per crescere un domani una nuova generazione che sappia accettare e imparare dai propri errori. E magari che non soffra di Sindrome dell’impostore. Perché tutti prima o poi ci ritroviamo a “perdere”, ad avere alti e bassi e dubbi su noi stessi. Ma, come ha detto Roger Federer, “anche i vostri avversari avranno i vostri stessi dubbi, e non dimenticate che le energie negative sono energie sprecate.
Quindi teniamoci “Elogio dell’ignoranza e dell’errore” sul comodino, rileggendo le note sottolineate nei momenti in cui si sentiamo persi e sconfortati, per affrontare ogni giorno imparando a gestire l’incertezza e abbracciando l’arte di improvvisare.
Citazione da ricordare: “L’ignoranza inconsapevole e presuntuosa è una minaccia, mentre l’ignoranza consapevole è un’opportunità per la crescita individuale e collettiva”
