“I social hanno cambiato completamente le nostre vite”
Quante volte hai sentito questa frase nell’ultimo anno? Io parecchie. E questo libro mi ha aiutata a capire quanto e come hanno influenzato il modo di pensare e di agire, e non solo online.
Il volume è scritto da Antonio Teti, responsabile del Settore Settore Sistemi Informativi e Innovazione Tecnologica nonché responsabile per la Transizione Digitale all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, dove è docente di Cyber Security, IT Governance e Big Data.
“E tu chi sei?” “Chiunque tu vuoi che io sia”
Prendo in prestito questa celebre citazione di The O.C. (sì, sono una millennial e me ne vanto) per parlarvi un capitolo che mi ha particolarmente colpita. La vita virtuale può risultare, per alcune persone, preferibile rispetto a quella reale, perché vi è possibile vivere pulsioni di ogni genere nella consapevolezza di poter aggirare gli ostacoli e le paure che siamo invece costretti ad affrontare in the real life. Insomma, possiamo essere chi vogliamo, in base alla persona con cui stiamo parlando o all’obiettivo che abbiamo.
Gli utenti sui social sono propensi a presentare una forma idealizzata di sé, soprattutto su quelle piattaforme dove si tende a parlare e a mostrarsi a persone sconosciute. In tal senso, Instagram risulta essere la piattaforma preferibile per le autopresentazioni meno “oneste”, perché si pensa di parlare con persone con cui il rapporto e la conoscenza si limiterà all’online, senza ricadute sul reale.
In questo capitolo troviamo analizzate le diverse personalità, esistenti online e offline, tramite la teoria dei Big Five di Robert R. McCrae e Paul T. Costa. Le Big Five postulate sono le cinque grandi dimensioni di personalità:
- Estroversione/Introversione
- Gradevolezza/Sgradevolezza
- Coscienziosità/Negligenza
- Nevroticismo/Stabilità emotiva
- Apertura/Chiusura mentale
Partendo da questo e tramite diverse ricerche e analisi vengono qui studiati i comportamenti online in base ai diversi tratti della personalità. Ad esempio, lo sapete che chi soffre di nevroticismo in maniera consistente (personalità caratterizzate da sentimenti di angoscia, ansia e introspezione) utilizzano internet molto di più degli estroversi?
“E allora sì, propaganda”
Un altro capitolo cruciale del libro è quello dedicato all’esame delle diverse strategie di propaganda utilizzate online per condizionare il pensiero non di una persona ma delle masse.
La propaganda può essere bianca, nera o grigia in relazione all’identificazione delle fonti e al livello di accuratezza delle informazioni tramesse. Parliamo di propaganda bianca quando proviene da una fonte ben identificata e i contenuti dei messaggi tendono a essere attendibili. La propaganda nera è invece quando la fonte non viene menzionata o attribuita a una falsa autorità, è “condita da inganni, invenzioni e bugie”. Quella grigia è una via di mezzo tra le due, la fonte può o non può essere esattamente identificata, e l’accuratezza delle informazioni è incerta.
Per ognuna di queste vengono proposti esempi dal mondo “analogico” così come da quello digitale.
Non sono solo le fake news, gli algoritmi, i bot, che possono generare il condizionamento, ma anche l’uso di un linguaggio polarizzante: o con me, o contro di me.

Cyber Influence mi è piaciuto, per me è stata una lettura interessante anche se in alcuni passaggi risulta un po’ complicato, poiché vengono utilizzati termini specifici che possono non essere di semplice interpretazione. Ma chi si occupa di digital marketing, a mio parere, dovrebbe leggere questo saggio. Sia per capire le persone con cui ci rapportiamo online, sia per una questione etica. È nostro compito cercare di migliorare il mondo virtuale, anche nel nostro piccolo.
Quindi lo consiglio a noi, professionisti del digitale.
Voto 4.7, interessante.
