Ho avuto il piacere di conoscere e ascoltare Sergio Casella dal vivo nel 2019, durante la presentazione di “Vincere la paura in azienda”, alla Cavallerizza di Lucca, nella suggestiva location del Museo della Follia. Vi consiglio di leggerlo. Sergio è coach e formatore, Presidente di una multinazionale leader mondiale nel settore dei macchinari per la produzione di carta. Lo seguo su Linkedin da tempo e ritengo molto interessanti gli argomenti da lui trattati nei suoi libri, soprattutto perché calati in un contesto aziendale realmente esistente.
Perché ho scelto questo testo da recensire? Non avevo ancora letto testi specifici che parlassero di metodi per raggiungere obiettivi, semplice. E mi sono affidata a questo libro per avviare la mia esplorazione, rassicurata dallo stile di scrittura molto fluido che caratterizza l’autore.
Del resto, chi di noi non si ritrova quotidianamente con obiettivi da raggiungere, sul lavoro, nella vita privata? Gli obiettivi, più o meno grandi, più o meno sfidanti, noiosi o stimolanti che siano, scelti, imposti o necessari, sono parte integrante della nostra vita.
Come si struttura il libro
Il libro non arriva subito al cuore dell’argomento, perché non sarebbe possibile e nemmeno funzionale allo scopo. L’autore, infatti, prepara a lungo il terreno, partendo anche da molto lontano, toccando addirittura concetti legati alla filosofia.
Il testo inizia con una storia (ahhh, ma quanto sono potenti le storie, vero?), che è quella del contesto aziendale in cui Sergio è calato. Questa sua modalità di accompagnamento verso l’anima del libro è fondamentale. Si distacca pertanto da tutto ciò che è “un freddo manuale per il raggiungimento degli obiettivi”, visto come una pura e glaciale sequenza di azioni da intraprendere e comportamenti da tenere.
Rispetto al mio schema classico di recensione, in cui spesso dettaglio il titolo di ogni capitolo, in questo caso preferisco non farlo perché non darebbe un reale valore aggiunto.
Considerate questo libro come un percorso, dove strada facendo si toccano le tappe fondamentali alla comprensione del “come raggiungere obiettivi, utilizzando logiche non lineari”.
Concetti utili per la nostra cassetta degli attrezzi
Quando leggo un libro, tendo sempre a fissare quelli che per me sono concetti utili sui quali riflettere e costruire la base per una possibile evoluzione del mio pensiero. Ciò che trovo utile lo inserisco nella mia cassettina degli attrezzi.
Nello specifico, per questo testo, ecco alcuni spunti utili:
- l’interessante e non banale differenza tra complesso e complicato;
- cosa rende un apparente problema, un vero problema. E saper scindere i problemi da quelli che sono i dati di fatto;
- la causalità, uno degli argomenti più dibattuti dalla filosofia occidentale;
- il fatto che la relazione tra le cose abbia una prevalenza sulle cose stesse;
- la necessità di abbandonare il perché, specie se rivolto al passato;
- la differenza tra verbi di processo e verbi operativi;
- logiche ordinarie e non ordinarie;
- il concetto di risonanza, nel contesto leadership. A tale proposito segnalo l’esempio molto bello riportato a pagina 61, in cui si parla di risonanza, diapason e leadership.
- un’importante riflessione sulla frase più famosa e pericolosa del mondo: “abbiamo sempre fatto così”;
- l’equilibrio visto come omeostasi, in chiave dinamica;
- dove abita il cambiamento e quali effetti produce.
Ovviamente questa è solo una selezione ristretta, per darvi l’idea della portata dei contenuti proposti dall’autore.
Metodi di problem solving (e raggiungimento degli obiettivi)
I più conosciuti metodi di problem solving utilizzano un approccio lineare-razionale, che sono il frutto (o forse la conseguenza) della nostra cultura occidentale, permeata dal pensiero di Aristotele.
Eccoli qua:
- APS
- DMAIC
- FARE
- FMECA
- PDCA
Aristotele, come saprete, è stato il primo a formulare un modello rigoroso di logica ed ha condizionato il pensiero occidentale per oltre due millenni. Colonna portante del suo pensiero sono la dea ragione e la razionalità.
Riflettendo, tutto ciò esclude a priori elementi che appartengono alla realtà e che non possiamo in alcun modo trascurare: paradossi, contraddizioni, logiche non lineari.
L’approccio ripreso dall’autore “problem solving strategico”, inventato e sviluppato da Giorgio Nardone, rappresenta sicuramente un metodo con un’anima differente, proprio perché a suo modo include, poi capirete come, tutto ciò che prima veniva tagliato fuori.
Anch’esso è articolato in varie fasi, vediamole insieme:
- Definizione problema/obiettivo
- Ricerca e analisi delle tentate soluzioni ed eventuali eccezioni
- Accordo sull’obiettivo
- Definizione della strategia per raggiungerlo
- Implementazione della strategia e modifica in corso, se necessario
- Risoluzione del problema
Cosa mi ha lasciato questo libro?
Mi ha lasciato delle nuove certezze, dissolto vecchie credenze e donato dei nuovi attrezzi per la mia cassetta, oltre che una curiosità ancora più spiccata verso l’argomento trattato.
A tale proposito approfondirò con assoluta certezza, documentandomi con questi testi:
- Problem solving strategico da tasca, di Giorgio Nardone
- Change, di Paul Watzlawick, John H. Weakland, Richard Fisch (Autore)
- Di bene in peggio, di Paul Watzlawick
Alcune perle dell’autore
Un’altra attività che svolgo leggendo è quella di “salvare” frasi significative, che risuonano come dei veri e propri aforismi. Sergio me ne ha servite diverse, di seguito ve ne riporto un paio.
“Un problema è tale se ha una soluzione, altrimenti non è un problema”. E questa è la mia preferita.
“Una frase che dico sempre ai miei collaboratori è di considerare chi hanno davanti sempre con buone intenzioni”. Trovo molto bello e pure utile liberarsi dal pregiudizio, dettato da uno stato di timore.
Conclusioni: è un testo interessante, soprattutto perché mi ha fornito elementi essenziali che nel mio bagaglio conoscitivo erano assenti. Stimola la curiosità e la voglia di sperimentare in prima persona ciò che vuole trasmettere.
A chi è rivolto: a tutte le persone che per motivi lavorativi, personali o di studio necessitano di approfondire la tematica del raggiungimento degli obiettivi e di problem solving.
Quanto è pratico: è molto pratico, nella parte finale l’autore propone un caso di applicazione reale del metodo in azienda.
È da avere in libreria:sì!
