“I social sono finiti da un pezzo”. Cosi inizia il nuovo libro di Mario Moroni che ci tiene subito a mettere in chiaro che “In questo libro vedremo come e soprattutto in che senso sono finiti, saltando a piè pari la cronaca dei rispettivi media, così come definizioni, trucchi, target, tutorial e compagnia cantanti (di cui comunque già pullula il web)”. Amen Mario, e grazie!
Un libro insomma che non vi vuole insegnare niente su come usare i social, ma raccontarvi dove siamo, come stiamo e soprattutto dove andiamo.
Il titolo è volutamente “civetta”, fatto per attirare l’attenzione e generare quell’irrefrenabile voglia di capire “perchè”, che abbiamo dentro tutti. La verità però la scoprite subito, a pagina 33 ed è l’unico spoiler che farò perché merita di essere detto per convincervi ad acquistare e leggere questo libro.
“La fine dei social è un’opportunità per capire chi siamo e cosa vogliamo fare per essere felici. Come? Scavando”. Francesco Costa nel suo podcast direbbe “Questo è morning, cominciamo”. Mario Moroni fa lo stesso: vi ho dato la premessa e sapete cosa aspettarvi: ora andate avanti a leggere!
E cosi succede.
Social Network o Social Media?
Quando vi trovate davanti all’app di un social a caso e siete frustati da quello che vedete, anche lavorativamente parlando, la risposta alla domanda che avete in testa è solo una e la dà Ellis Hamburger nell’aprile 2023: “Hanno reso le loro app gratuite per far crescere loro community e poi hanno scoperto che non si poteva più tornare indietro. La crescita senza limiti è diventata l’unica strada percorribile, a prescindere da quanto irriconoscibile dovesse diventare il prodotto per arrivarci”.
Da qui il fatto che i social sono nati come “network” e diventati poi “media”. Una differenza che, se capita, spiega tutto. E cosi ci siamo ritrovati con la pubblicità basata sui dati, con gli influencer e gli aspiranti tali, con le fake news. Capite da dove si è generato tutto ‘sto casino? Se la risposta è no, andate a leggervi il capitolo “Social ?” e la troverete.
I social per un mondo migliore, o forse no?
Eppure i social sono un mezzo che azzera le distanze e le barriere: ci danno la libertà di muoverci e scoprire cose stando a casa ma soprattutto di imparare quasi a costo zero. Potrebbero essere usati per costruire un mondo migliore.
“Un mondo il cui accesso alla conoscenza è libero, è già di per sé un mondo più libero“.
Visto poi che la conoscenza è potere, un mondo in cui è possibile imparare è evidentemente meglio di uno in cui non lo è. ”Ma qualche dubbio ci rimane ancora su quanto il mondo stia davvero diventando migliore. Soprattutto su quanto siano di valore i contenuti da cui dovremmo imparare e che vediamo sui social. È intrattenimento o cultura”, si domanda l’autore. Siamo iperconnessi e vicini o sempre più soli (e single/separati)? Siamo più ricchi e con mille possibilità o sempre più poveri e (ci sentiamo) falliti?
Tante domande, tante considerazioni, tanti spunti di riflessione. Il libro di Mario Morini “ti sbatte in faccia” la realtà senza emettere giudizio, ma portando te, lettore, a farsene uno.
Tra soldi e politica, passando per populismi e miti, tra influencer e guru, citando il mondo delle start up, dei soldi facili e delle crypto, si torna al discorso di prima: perchè siamo meno felici di prima? È davvero tutta colpa dei social?
Tra algoritmi, AI, solitudine e singolarità (la spinta verso un progresso tecnologico così avanzato da andare oltre la nostra stessa capacità di comprendere e prevedere) ci rendiamo conto di come i social ci stiano deludendo, non ascoltandoci, e di come sempre più persone per questo motive se ne vanno.
“You only live once” YOLO.
Serve un cambiamento, una rivoluzione. Ma ci mancano delle cose per metterla in atto. Lo scoprite nel libro insieme alla conclusione di questo bel saggio, super aggiornato, sul nostro mondo, sulle persone che lo vivono, che si chiude con una personale wishlist che vi lascio scoprire #nospoiler e che condivido appieno. Piccoli cambiamenti che aiuterebbero a cambiare la prospettiva delle cose e l’uso che ne facciamo.
Non un classico libro quello che vi troverete tra le mani; ma se conoscete Mario Moroni in effetti era normale prevederlo. Fin dall’impaginazione e dalla grafica traspare la sua voglia di stupire, di attirate l’attenzione, di comunicare qualcosa anche senza le parole. Verrete rapiti dal flusso del racconto che accompagna i suoi ragionamenti e vi ritroverete in molti passaggi, soprattutto se siete millennials. Grazie Mario, ci vediamo davanti ad un caffettino? (Link al suo podcast)