Nel 1964 Umberto Eco, semiologo ed autore di fama mondiale, scriveva un saggio, Apocalittici e Integrati, nel quale analizzava il modo in cui gli intellettuali si ponevano nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione di massa. Gli apocalittici riservavano all’innovazione un atteggiamento elitario e critico; gli integrati ne parlavano in modo incoraggiante e curioso.
Fa sorridere pensare alla classificazione e a quanto questa possa essere riadattata, ad oggi, a uno dei temi più caldi degli ultimi mesi, in grado di sconvolgere la realtà per come l’abbiamo fino ad ora conosciuta: l’Intelligenza Artificiale.
Scegliere da che parte stare è inevitabile. “La singolarità è più vicina” di Ray Kurweil è una bussola per orientarci sull’argomento, un testo che si pone come obiettivo quello di rendere il lettore pronto ad affrontare le novità di un mondo, non più così lontano, in cui l’IA farà integralmente parte del nostro essere umani. Nel corso delle pagine riesce a bilanciare le innovazioni fantascientifiche con le loro controindicazioni all’uso, dando una panoramica descrittiva del futuro che ci attende.
Un futuro tutto da immaginare
Il 2045 è l’anno cruciale in cui si porterà a compimento la “singolarità” secondo Ray Kurzweil, scienziato ed innovatore tra i primi a parlare di Intelligenza Artificiale fin dal secolo scorso. Ma cosa intente l’autore per singolarità?
La singolarità è il punto dell’evoluzione della specie umana in cui la nostra intelligenza sarà estesa tramite neuroni virtuali nel cloud. In parole povere? Uno stadio in cui oltre al nostro cervello utilizzeremo dei neuroni “non biologici” che porteranno le nostre capacità intellettuali ad un livello cognitivo superiore.
Connettere IA e ciò che l’evoluzione ha generato all’interno della nostra scatola cranica non è però una novità. Già ora le intelligenze artificiali più evolute sfruttano per l’apprendimento delle reti neurali sviluppate al fine di ricreare il funzionamento delle reti biologiche del cervello umano. L’approccio connessionista all’IA crede proprio nell’importanza dell’autoaddestramento della macchina tramite queste soluzioni: a seguito di un input, il sistema cerca, utilizzando connessioni sinaptiche su più livelli, l’output più appropriato. Le performance vengono poi regolate dagli sviluppatori andando ad aumentare l’intensità dei “collegamenti corretti” e diminuendo quella dei “collegamenti erronei”.
Che ne sarà dell’uomo
Tutto ciò avrà delle conseguenze importanti sulla vita del singolo ma soprattutto sulla società. Nelle pagine di Kurzweil si parla di replica dei neuroni, di ampliamento delle nostre capacità e di risanamento dei malfunzionamenti cerebrali. In questo senso, diverse sono le domande che mettono alla prova il lettore: e se espandendo il nostro cervello creiamo una coscienza più profonda ma in parte distaccata da noi, come la dobbiamo imparare a considerare? Se la macchina verrà poi decretata in grado di “intendere e di volere” avrà anch’essa dei diritti? E la replica elettronica di una persona è la persona stessa o un’altra entità? E se commette dei crimini o delle violenze, chi va imputato?
Si parla poi di temi più popolari come, ad esempio, quale impatto avrà l’IA sul mondo del lavoro, sulla sanità e sulle aspettative di vita degli esseri umani.
Un buon punto di partenza per approcciarsi all’AI
Ray Kurzweil ci offre, con questo suo saggio, la possibilità di entrare nel mondo dell’Intelligenza Artificiale introducendo con chiarezza e semplicità alcuni dei termini più in uso e dei meccanismi utilizzati dai sistemi di IA odierni. È necessario considerare però che la sua prospettiva è quella di uno statunitense e che quindi alcune sue considerazioni su tematiche quali lavoro, economia, PIL e sanità si basano su dati e statistiche di un paese differente rispetto all’Italia. Ciononostante, La singolarità è più vicina è un libro che permette davvero di aprire gli occhi su qualcosa che spesso ci fa paura e che spesso ignoriamo per le troppe incognite.
Il saggio si rivolge a tutti i tipi di lettori, indipendentemente dal livello di istruzione e dalla carica poiché punta ad istruire i cittadini del mondo di oggi su ciò che verrà e sulle sue conseguenze (che chiaramente impatteranno tutti in modo trasversale).
Nonostante si possa dedurre che il libro non abbia grandi risvolti applicativa, credo possa risultare più produttivo di molti altri manuali “guida”: Kurweil ci invita a riflettere su un mondo futuro, che è, a tutti gli effetti, dietro l’angolo. Le sue riflessioni coprono i prossimi decenni in modo completo, tappa per tappa, in un’escalation di innovazione che porterà, secondo Kurweil, ad un mondo migliore solo se si saprà come viverlo.
Anche se mancano esercitazioni pratiche dunque credo esso sia un buon punto di partenza per iniziare a prendere posizione rispetto a queste tematiche, risultando utile ed arricchente nel lungo termine.