Le aziende sono veramente attente ai propri dipendenti? Le persone hanno abbastanza coraggio per esprimere il proprio potenziale? Cosa significa essere coraggiosi?
Sara Taddeo, DE&I Senior Manager per The Boston Consulting Group, parte dalla sua esperienza personale e ci porta a riflettere in profondità sul tema del coraggio. Un coraggio che parte dalla persona singola e può diventare coraggio collettivo.
Per introdurre il questo testo che mi ha piacevolmente sorpreso riporto uno dei passaggi introduttivi dell’autrice che esprime la forza del coraggio: “Uno dei meriti del coraggio è che incentiva a rimanere in contatto con il presente. Il coraggio, al pari di una pratica di meditazione consapevole, incentiva la presenza mentale e fisica, incoraggia l’azione e lascia sullo sfondo i pensieri e le preoccupazioni depotenzianti. Invece di rimanere imprigionati nell’eterno dialogo tra ciò che si dovrebbe e ciò che si potrebbe fare, si agisce e si parte nuovamente da lì”.
Cos’è il coraggio?
Sono diverse le definizioni di coraggio che leggerai nel corso del testo. Sono tanti i professionisti intervistati che hanno offerto un loro contributo e la loro opinione rispondendo a questa breve domanda. C’è chi lo definisce come la leva per azionare gli ingranaggi della trasformazione sociale o c’è chi lo lega alla capacità di dire di no, facendo in modo di rispettare noi stessi e far sì che ci rispettino gli altri.
Ma perché un libro sul coraggio? Semplicemente perché è necessario per ogni giorno della nostra vita, perché “per attraversare e traghettare cambiamenti piccoli e grandi ci vuole coraggio.”
E proprio in quest’ottica bisogna allontanarsi da quell’idea di coraggio eroica a cui siamo sempre stati abituati da bambini ma, più che altro, avvicinarsi ad un’idea di coraggio come nostra caratteristica intrinseca. A questo proposito, l’autrice afferma: “Il coraggio va liberato dall’immaginario eroico per essere restituito a semplice esercizio di gesto intelligente, a territorio d’uso della nostra intelligenza emotiva, cognitiva e sociale. Bisogna quindi guardare al coraggio come semplice qualità umana.”
Leadership e coraggio: un leader è sempre coraggioso?
Perché è importante parlare di coraggio nelle imprese? Perché è sempre più necessario approfondire la cultura dello speak up, fondamentale per costruire contesti relazionali positivi in cui generare nuove idee, confrontarsi e mettersi in discussione. Inclusività, diversità ed equità sono totem valoriali ricercati assiduamente dalle persone e diventano al giorno d’oggi tratti ulteriormente distintivi della propria azienda. In quest’ottica si parla proprio di DE&I, area professionale in cui opera proprio l’autrice con la sua esperienza.
Se da un lato è vero che leadership e coraggio si possono legare, dall’altro questa non è una verità assoluta per chi è a capo delle organizzazioni aziendali. Il coraggio infatti è presente nell’organizzazione a qualsiasi livello e anzi, il compito dei team aziendali è proprio quello di valorizzare questa qualità per farla emergere. Una persona infatti è coraggiosa quando agisce per esprimere il proprio potenziale.
Invece, tornando ai leader, alla domanda – Cosa significa invece essere leader coraggiosi? – l’autrice risponde così: “Assumersi la responsabilità di dare valore alle persone a partire dalle loro caratteristiche e dalla loro diversità”.
Essere coraggiosi in azienda
Uomini e donne sono coraggiosi allo stesso modo? Questa è un’altra riflessione che ci invita a fare l’autrice, mettendo in evidenza come, in realtà, spesso le donne si ritrovino in azienda ad affrontare quella che è definita come “sindrome dell’impostore” e si ritrovino in contesti in cui le posizioni di vertice sono prevalentemente maschili.
Sebbene questo tema stia diventando particolarmente rilevante in imprese internazionali e nazionali, tuttavia c’è bisogno di tempo affinchè questa condizione cambi e venga ribaltata. Come farlo? Con una buona dose di coraggio da parte degli uomini che possono sottrarsi a questo privilegio e fare in modo che anche le donne abbiano i loro spazi ed eque opportunità.
Recensione del libro ci vuole coraggio: perché leggerlo
Ci vuole coraggio è il testo perfetto per chi vuole scoprire le esperienze e le storie di professionisti e riflettere sul ruolo delle persone all’interno dell’azienda. Dopo averti lasciato alcuni key points presenti nel libro, ti lascio 3 motivi per cui dovresti ritagliarti il tempo per leggere il testo scritto da Sara Taddeo ed edito da Hoepli:
- Ti soffermerai sulla parola coraggio, sui diversi significati che le vengono attribuiti e sulla correlazione tra coraggio, innovazione e creatività;
- Ascolterai le storie di chi, come professionista, ha vissuto sulla propria pelle quanto il coraggio possa essere il primo passo per il cambiamento;
- Scoprirai come tu stesso puoi cambiare prospettiva e prendere coraggio per affrontare meglio la quotidianità nella tua azienda.
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A chi è consigliato? A chi ha il desiderio di continuare a crescere come persona e vuole aprirsi verso una nuova prospettiva in cui il coraggio è centrale. Imprenditori ma soprattutto professionisti attivi come dipendenti possono trovare tantissimi spunti per gestire al meglio alcune situazioni all’interno dell’azienda e approcciarsi con ruoli autoritari e complementari. Il testo è una scoperta sia per un giovane professionista alla ricerca di conferme, sia per un esperto professionista in cerca di motivazione per cambiare alcuni comportamenti. In particolare, l’autrice si rivolge a chi crede nella forza delle aziende come business inclusivo che può rispettare gli attori e le persone che vi operano.
Quanto è pratico? Il testo è più una raccolta di storie che ci riporta tramite l’esperienza di tanti professionisti quanto il coraggio possa essere una qualità rilevante per la propria carriera e il proprio percorso professionale.