Marcella Manghi ha creato un libro di riflessioni in chiave ironica che vi porterà più di una volta a pensare “ma parla di me!”.
Si, parla proprio di te. E di me. Di noi che lavoriamo oggi in questo mondo bizzarro dove bilanciare vita personale e lavoro è un’arte come l’equilibrismo (che non sempre ci riesce bene). Ma non solo.. vediamo insieme qualche cosa.
Bilanciare lavoro e vita personale
Controlliamo la posta mediamente 74 volte al giorno. E quando riprendiamo il lavoro, dopo una di queste interruzioni, impieghiamo il 50% del tempo in più a terminare il compito che stavamo svolgendo.
Le donne, più degli uomini, vantano abilità di multitasking. Complici anche ragioni genetiche, le donne diventano supertasker iniziando presto a dover coordinare casa e lavoro. Peccato che fior fiori di studi dimostrano che il monotasking vince sul multitasking: concentrarsi infatti su una sola attività per volta riduce gli errori e risulta più efficiente, perché ad ogni switch corrisponde un costo, in termini di tempo e di stress.
Ma si può davvero fare una cosa per volta? Bisognerebbe eliminare interferenze, interruzioni, notifiche e rumori. Rassegniamoci, per necessità siamo tutti multitasking: in testa abbiamo file aperti come TAB sul computer. Riusciamo ad ascoltare, ignorare e dimenticare tutto nello stesso momento. Essere monotasking è difficile da imparare, giusto un pomodoro può insegnarcelo (leggere il libro per capire a cosa mi riferisco).
Ma se invece di essere multi/monotasking imparassimo a dire di NO o a togliere invece di aggiungere? Anche qui le teorie di sprecano, e leggendole alcune sono meno realizzabili di altre ma c’è un fondo di insegnamento in ognuna per cui vi lascio leggerle.
L’arte di compilare liste
“Apprendere, meditare, sperimentare. Successo o no, leggere fa bene: apre la mente, sviluppa la creatività, riduce lo stress. Ma presi da produttività ed efficienza, sacrifichiamo il tempo dell’apprendimento, senza arrivare mai a sapere dove ci avrebbe potuto portare: Winston Churchill ha vinto il Nobel non per la pace, ma per la letteratura.”
Warren Buffett passa cinque ore al giorno a leggere diversi giornali e circa cinquecento pagine di rapporti aziendali. «Leggi qualunque cosa ti capiti, sii una spugna». Potremmo non essere d’accordo con lui? La lettura, soprattutto in chiave formativa dovrebbe occupare 6 ore a settimana ma a parte la nostra redazione (!) il resto del mondo fa fatica a ritagliarsi questa ora al giorno, anche spezzandola in “spuntini” di 10 minuti.
Abbiamo tutti una scimmia dentro di noi
Dice Tim Urban, speaker e fondatore del sito di successo Wait but why, che certe persone continuano a rimandare i task che devono portare a termine perché il cervello del procrastinatore ha dentro una “scimmia della gratificazione istantanea”, qualcosa che lo costringe a interrompere la produttività per andare su YouTube o altro.
Molti di noi sono alla mercé di questa scimmia, a cui importa solo di fare attività facili e divertenti, a scapito del successo finchè non sopraggiunge il panico di fine scadenza.
Ma come si fa quindi a sopravvivere in questo mondo che va più veloce di noi in cui c’è una teoria (e anche più di una una) per tutto? Il segreto secondo me è affrontarlo come fa Marcella: con ironia.

Ammetto che questo libro mi è molto piaciuto soprattutto perchè “non è un libro di marketing”. Si, si parla di marketing, comunicazione, gestione aziendale, task, strategie, capi e clienti in ogni pagina ma l’autrice lo fa con una leggerezza e un’ironia che non vi renderete nemmeno conto di stare imparando qualcosa.
È forse questo il modo di imparare cose nuove senza annoiarci? Potrei sbilanciarmi e dire di si. Sicuramente leggendolo scoprirai tante curiosità che ti terranno attento una pagina dopo l’altra.
Il libro è strutturato in modo che ogni tema non prenda più di 3 pagine. In questo modo, seguendo il filo logico dell’autrice, non c’è pericolo di annoiarsi.
Questo libro lo consiglio a tutti. Non bisogna avere una laurea in marketing per leggerlo. Basta avere la mente aperta e la voglia di farsi quattro risate tra una teoria e l’altra.
