Mai libro avrebbe potuto dimostrarsi più azzeccato in questo periodo. Il Cliente Automatico di Jon Warrillow, sebbene pubblicato nel 2016, si inserisce perfettamente nel boom di Business ad abbonamento.
Il titolo potrebbe forse trarre in inganno: io stessa, prima di leggerne l’introduzione, pensavo si riferisse alla mia amata Marketing Automation. Invece Jon Warrillow intende con “cliente automatico” un cliente ricorsivo, che periodicamente dà soldi a un’azienda in cambio di un prodotto ma soprattutto di un servizio.
Cos’è il business ad abbonamento
Un business ad abbonamento si basa su un presupposto molto semplice: un cliente paga periodicamente un’azienda per ricevere in cambio prodotti o servizi a cadenza regolare. Niente di nuovo, basti pensare che le riviste di settore sfruttano questo modello dalla notte dei tempi (più o meno).
La vera rivoluzione è applicare questo modello a diverse tipologie di aziende, che vendono diversi prodotti e servizi.
Oggi siamo circondati da modelli di business ad abbonamento. Qualche esempio? Netflix, Disney+, Amazon Prime, Spotify. Tutti questi servizi prevedono il pagamento di un canone e ci danno in cambio film e cartoni animati, oppure musica.
Ma spostandoci dai superclassici possiamo vedere come aziende beauty (Abiby) o food (Cortilia) abbiano adottato con successo questo modello aderendo alle richieste degli utenti.
Vantaggi del business ad abbonamento
Un’azienda che decide di adottare un business ad abbonamento può ottenere diversi vantaggi.
Per fare un riassunto di ciò che l’autore dice nel libro, possiamo dire che i principali vantaggi del business ad abbonamento sono:
- aumento di valore dell’asset, conoscere il numero di abbonati permette di fare stime sulla loro crescita e rende prevedibile il flusso di utili futuri
- possibilità di modulare la domanda, migliorando l’efficacia della programmazione delle attività
- essere pagati mentre si svolgono ricerche di mercato (ottimo punto da sviluppare con l’introduzione di sondaggi per capire le preferenze degli abbonati e migliorarsi)
- venire pagati automaticamente
- fidelizzare gli utenti, oggi le persone scelgono la comodità anche a fronte di un prezzo più alto – fornire un buon servizio e mettersi all’ascolto dei propri abbonati è un’ottima strategia per migliorarne l’esperienza e favorire il passaparola
- interazione regolare con gli abbonati che spesso porta a un aumento degli acquisti da parte degli stessi (perché più esposti alle comunicazioni aziendali)
Mi fermo qui perché poi è un attimo che spoilero tutto il contenuto di questo libro che invece, secondo me, merita di essere letto pagina per pagina perché fornisce spunti utilissimi per diverse tipologie di aziende e di prodotti o servizi.
Esempi di modelli di business ad abbonamento
Un’altra parte interessantissima del libro, a mio avviso, è quella dedicata alla descrizione dei diversi modelli di business ad abbonamento applicabili.
Credo davvero che si possano avere ottime idee leggendo gli esempi che l’autore porta e immaginare come applicarli alla propria azienda (o a quella che si sta affiancando per una consulenza).
Credo anche che questo libro dia la giusta infarinatura per capire, in primis, se questo modello è adottabile nel nostro caso specifico (evitando l’effetto Shiny Object).
In conclusione:
A chi è rivolto? A chi sta valutando l’adozione di questo modello, a chi ne ha sentito parlare e anche a chi è semplicemente curioso di capire cosa si cela dietro questi modelli che ora sono nel loro periodo più florido.
Quanto è pratico? Abbina efficacemente teoria ed esempi pratici per contestualizzare gli esempi e provare a misurarli sul proprio caso d’uso.
È da avere in libreria? Sì, è un libro che tratta tematiche utili e può fungere da Canvas per creare il proprio modello ad abbonamento.