Questo non è il solito libro di marketing e se vi aspettate che l’autore vi dica la sua teoria avete sbagliato volume perché Simone Ciaruffoli è di quelli che alla “teoria” preferiscono la pratica ma soprattutto è di quelli a cui piace smontare “la teoria”.
Fare la recensione di “marketing Luther king” è difficile perchè stiamo parlando di 170 pagine che raccolgono piccoli capitoli in cui uno a uno si toccano (e si smontano) le basi del marketing come lo studiamo sui libri classici.
Cosa posso dirvi quindi di questo libro? Che il suo autore ha le idee chiare e non ha paura di dirle a voce alta. Ma d’altronde da chi s’è inventato BURGEZ e ha creato campagne adv come quelle viste negli ultimi anni non è che mi aspettassi qualcosa di diverso.
In questo libro troverete cose che avete pensato anche voi almeno una volta ma non avete avuto il coraggio di dire. Un esempio? Che gli Influencer hanno rotto le balle e che a guadagnarci dalla collaborazione tra un influencer e un’azienda non è (quasi) mai l’azienda. Concordo e sottoscrivo. Con le dovute precisazioni fatte da Ciaruffoli nel libro.
Ma questo appunto è solo un esempio, come tanti altri nel libro, messi li a provocare la reazione del lettore. Vero? Falso? Corretto? Esagerato? Sta a voi decretarlo, perchè ognuno oltre al background ha anche un’opinione di certe cose. E come le ha l’autore le avrete sicuro anche voi! Amate Seth Godin perché vi hanno insegnato che è tra i padri del Marketing e alcune sue frasi sono diventate pilastri su cui costruire strategie? Ma siete sicuri sicuri che sia ancora il Seth Godin de “la mucca viola” e che le sue teorie siano applicabili ancora oggi? Io un attimo a pensarci mi fermerei.
Difficile, come dicevo, raccontarvi di come in questo libro di parla di Marketing e Brand attraverso il cinema, la politica, lo show biz, l’America, il concetto di Qualità e Creatività, Beppe Sala e la Cedrata Tassoni. Dovete proprio leggerlo per assaporale il pensiero di Ciaruffoli snocciolato capitolo dopo capitolo.
Approfondisco solo una cosa delle tante scritte in questo libro, ed è riguardante il nostro paese: l’Italia. Come comunichiamo il nostro paese? Male. A chi diamo la colpa di tutto? Allo stato! I nostri giovani non hanno futuro? Colpa dei genitori (e dello Stato, sempre). Ma siamo sicuri che sia davvero cosi? Com’è possibile dare all’esterno sempre la peggiore versione di noi? Eppure ci riusciamo benissimo. Come cambiare questo trend? Proprio dai giovani! Si ma mettendoli a “lavorare” invece di “parargli il culo” (scusate il francesismo) con mille scuse. Alcuni cervelli sono in fuga (dalla realtà) anche quando restano entro i confini nazionali, non serve che li varchino.
Ecco perchè questo è un libro da leggere: perchè scatena davvero la reazione. Si può essere d’accordo o meno con quanto scritto ma già prendere una posizione (propria, e non dettata dalla società) mi sembra un buon punto di partenza.