Il titolo è un gioco di parole: una i volutamente omessa, la cui assenza rende ancora più forte il concetto. Fare branding e farlo bene, potrà garantire una degna sopravvivenza nella nuova dimensione, a cavallo tra il mondo fisico e quello digitale.
La prima grande qualità di questo testo è senza dubbio il progetto grafico che lo caratterizza: il colore predominante è l’arancio che insieme al nero e al bianco della carta, rendono questo libro creativo, energico, disruptive, potente.
Grafici, foto, icone, infografiche, qr code, integrati ad arte all’interno degli 11 capitoli, lo rendono un testo prezioso, pronto ad ispirare ogni lettore attento e curioso.
Case study, molte e tutte utili. Una modalità efficace per trasmettere conoscenza e aiutare fattivamente a comprendere, attraverso il racconto dell’esperienza vissuta da brand e aziende.
Approfondimenti, firmati da voci autorevoli del calibro di Paolo Iabichino, Andrea Fontana, Riccardo Scandellari, per citarne alcuni a titolo di esempio.
Piccole perle di saggezza, come il grafico stupidologico, che non conoscevo.
Se deciderete di acquistarlo, optate per la versione cartacea. Questo principalmente per tre motivi:
- è stata utilizzata una carta molto piacevole al tatto e della giusta grammatura / porosità per scriverci sopra appunti.
- Il libro è suddiviso in 4 macro blocchi, alla fine dei quali sono presenti due pagine denominate “spunti e appunti”, in cui poter scrivere idee e pensieri. La scrittura è guidata, grazie alla presenza di domande che stimolano la riflessione. Piccola pecca: queste due pagine hanno la base nera, per cui se ciò che necessitiamo di scrivere eccede lo spazio concesso su fondo bianco… Ehm, dobbiamo continuare scrivendo sopra un post it.
- L’originalità dell’impaginazione merita di essere fruita dal vivo, in versione digitale non sarebbe lo stesso tipo di esperienza.
Per quanto riguarda gli argomenti trattati, nella prima parte l’autore affronta il passaggio dalla unique selling proposition alla unique experience proposition: passaggio in cui il brand mette al centro di tutto la persona nella sua interezza, attitudini ed interessi inclusi. L’esperienza diventa l’elemento cruciale, le persone vogliono essere protagoniste ed i brand dovranno essere in grado di guidare questo nuovo ed impellente bisogno. L’asse dell’attenzione si sta spostando, inevitabilmente, dal prodotto all’esperienza.
Bene e a proposito di esperienza: di cosa non possiamo non parlare? Dei 5 sensi coinvolti.
Ecco che inizia un viaggio, nel cuore del marketing sensoriale, allo scopo di intrecciare emozioni e promessa di marca. Emozioni che proviamo grazie ai nostri 5 sensi e che ci aiutano a fissare quei ricordi che contribuiranno alla memorabilità dei brand.
La seconda parte si apre con la seguente affermazione, che mi ha fatto in prima battuta sorridere e poi riflettere: “il brand è come una caramella”. Frase che potrebbe sembrare un po’ semplicistica, sì. Ma alla fine è davvero così: la caramella trasforma acqua e zucchero in qualcosa di irresistibile. Andando avanti nella lettura, capirete ancora meglio perché.
E la terza parte? Beh, in questa parte si parla dell’equilibrio necessario che da vita alla promessa di marca (includendo tra gli ingredienti per l’equilibrio anche il territorio), si parla di identità di marca e di quanto spesso venga minacciata e indebolita già internamente, si parla di italianità e di made in Italy.
Nella quarta ed ultima parte si affronta il tema dei micro e mega brand e le possibili sinergie tra due. Da leggere con particolare attenzione, inoltre, l’intervento di Paolo Iabichino circa il significato e le implicazioni dell’essere una marca oggi, in questo momento storico così carico e particolare.
In Conclusione: è un testo che ti fa riflettere ed offre ottimi spunti per implementare o rivisitare il percorso sensoriale offerto oggi dal proprio brand, in relazione alla promessa di marca. Utile anche per intravedere potenziali opportunità in quelli che potrebbero apparire come problemi invalicabili.
A chi è rivolto: tutti coloro che per mestiere lavorano con i brand (agenzie, marketing manager, brand manager).
Quanto è pratico: molto, ti accompagna in un percorso di auto valutazione. Le varie infografiche forniscono inoltre spunti utili per le proprie presentazioni.
È da avere in libreria: direi proprio di sì.