Quando si parla di finanza personale le emozioni non mancano: paura, speranza, incertezza. Luciano Scirè, con il suo libro Il denaro è un affare di famiglia, affronta queste sfide con un approccio innovativo e accessibile, guidando i lettori alla scoperta del Goal Based Investing (GBI).
Questa strategia finanziaria accompagna verso la comprensione del rapporto tra denaro, valori personali ed emozioni. Un percorso che mira a rendere ogni decisione economica uno strumento per costruire la vita che desideriamo.
Diari intrecciati tra finanza e vita reale
La prima parte del libro si distingue per la sua struttura narrativa unica: la narrazione si sviluppa infatti attraverso i diari di due protagonisti, Luisella e Andrea.
Luisella, madre e moglie, si ritrova a dover prendere in mano le redini delle decisioni finanziarie di famiglia, un compito che fino a quel momento l’aveva sempre spaventata. Questo personaggio rappresenta il punto di vista di molte persone che, pur trovandosi in situazioni simili, non hanno mai ricevuto una vera educazione finanziaria.
Dall’altra parte c’è Andrea, consulente finanziario esperto, che accompagna Luisella e la sua famiglia in un viaggio verso la sicurezza economica, utilizzando il metodo del Goal Based Investing (GBI). Il suo approccio, incentrato su obiettivi chiari e personalizzati, offre una guida concreta per affrontare l’incertezza e pianificare il futuro.
Grazie a questo intreccio narrativo, l’autore riesce a spiegare in modo semplice e intuitivo come identificare i propri valori e trasformarli in obiettivi finanziari raggiungibili.
Il Metodo Goal Based Investing (GBI)
Nella seconda parte del libro si abbandona momentaneamente la narrazione per addentrarsi in un’analisi più tecnica e strutturata del Goal Based Investing (GBI). Questo approccio, nato come risposta alla crisi del 2008 e al fallimento della Lehman Brothers, si concentra sull’individuazione di obiettivi chiari e sulla centralità della persona nelle decisioni finanziarie.
Il GBI si distingue per la sua attenzione non solo agli aspetti economici ma anche a quelli emotivi, mettendo al centro valori, desideri e paure. Fiducia, coraggio e desiderio si contrappongono a sentimenti come paura e rimpianto, rendendo evidente quanto le emozioni possano influenzare le decisioni economiche.
Attraverso esempi concreti, il libro esplora come il GBI possa aiutare le famiglie a pianificare il proprio futuro finanziario. Ecco alcuni esempi di obiettivi:
- Proteggersi dagli imprevisti.
- Finanziare l’istruzione dei figli.
- Pianificare l’acquisto di una casa.
- Andare in pensione serenamente.
- Prendersi cura dei genitori anziani.
- Lasciare un’eredità significativa.
Il GBI, dunque, non è solo un metodo di investimento ma una filosofia che mette il cliente e la sua vita al centro di ogni decisione.
L’educazione finanziaria in Italia
Nonostante l’importanza crescente dell’educazione finanziaria, i dati relativi alla situazione italiana evidenziano ancora molte criticità. Secondo la IV Indagine OCSE PISA del 2022, i giovani italiani ottengono risultati al di sotto della media internazionale: solo il 5% raggiunge il livello massimo di competenza finanziaria, contro l’11% degli altri paesi OCSE.
Un ulteriore problema è rappresentato dal divario di genere. Le ragazze italiane ottengono in media 20 punti in meno rispetto ai coetanei maschi, una discrepanza ben più marcata rispetto alla media OCSE, dove il divario è di soli 5 punti. Questo gap è attribuibile a stereotipi culturali che spesso inibiscono l’indipendenza economica delle donne.
Le famiglie giocano un ruolo determinante in questo contesto. La scarsa alfabetizzazione finanziaria dei genitori tende a perpetuare disuguaglianze economiche tra le generazioni. Solo il 37% dei giovani italiani possiede un conto bancario, rispetto al 63% della media OCSE. Inoltre, le ragazze discutono meno frequentemente di denaro con i genitori, alimentando il senso di disagio e insicurezza nel trattare temi economici.
Per superare queste barriere è fondamentale promuovere un’educazione finanziaria inclusiva e accessibile, che coinvolga le famiglie e miri a ridurre le disuguaglianze di genere e territoriali.
Il concetto di risparmio delle famiglie italiane
Storicamente gli italiani sono stati conosciuti come un popolo di grandi risparmiatori, ma questa realtà è cambiata significativamente negli ultimi decenni. Nel dopoguerra il tasso di risparmio familiare raggiungeva il 25% del reddito disponibile, ma oggi si attesta attorno al 10% con eccezioni temporanee come il periodo della pandemia.
Le cause di questo calo sono molteplici: dall’aumento dei consumi al miglioramento delle pensioni pubbliche, fino alla stagnazione dei salari. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione ha spinto molti anziani ad attingere dai propri risparmi per mantenere il tenore di vita.
Un altro elemento è rappresentato dalle abitudini di spesa. Gli italiani investono ancora una parte significativa delle proprie risorse in beni voluttuari e comportamenti poco strategici come:
- Il gioco d’azzardo, che assorbe miliardi di € ogni anno.
- L’acquisto di seconde case spesso non messe a reddito.
- La spesa eccessiva per abbonamenti televisivi e telefonia mobile.
Queste tendenze contrastano con una scarsa propensione verso investimenti più strutturati e produttivi, come la previdenza integrativa o le polizze assicurative contro i rischi naturali. È emblematico, ad esempio, che solo il 6% delle abitazioni italiane sia coperto da un’assicurazione contro eventi climatici, nonostante la vulnerabilità del territorio.
Educazione finanziaria e previdenza complementare
La previdenza pubblica italiana, basata sul sistema a ripartizione, affronta sfide significative: l’aumento dell’aspettativa di vita e la bassa natalità riducono il numero di lavoratori attivi in grado di sostenere il sistema pensionistico. Nel 2040, si stima che ci saranno solo 1,7 lavoratori per ogni pensionato, un dato che mette sotto pressione la sostenibilità futura del sistema.
In questo contesto la previdenza complementare rappresenta una soluzione indispensabile per garantire una pensione adeguata. I dati della Covip mostrano una crescita costante delle adesioni, spinte anche da strumenti come il silenzio-assenso per il trasferimento del TFR nei fondi pensione. La realtà è meno rosea di quanto sembri: molti aderenti interrompono i versamenti o li mantengono a livelli insufficienti per accumulare risorse significative.
Le cifre parlano chiaro: il montante medio accantonato dai 60enni è di appena 45.000 € per gli uomini e 30.000 € per le donne, valori insufficienti per integrare in modo significativo la pensione pubblica. È necessario un cambio di mentalità.

In un’Italia ancora caratterizzata da lacune nell’alfabetizzazione finanziaria e comportamenti di spesa poco strategici, Il denaro è un affare di famiglia invita a riflettere sull’importanza di pianificare il proprio futuro economico. Con un approccio tecnico ma accessibile spiega come valori, obiettivi e scelte consapevoli possano trasformare la gestione delle risorse da un peso a un’opportunità.
Ne consiglio la lettura a neofiti della finanza, persone che come me hanno sempre trovato la finanza complicata e vogliono iniziare a capire come pianificare, e professionisti e consulenti finanziari interessati a esplorare il Goal Based Investing come strumento di lavoro.
