Ti sei mai chiesto se il mestiere del formatore è la professione che fa per te?

Questo libro scritto da Gianni Clocchiatti, che vanta più di 20 anni di esperienza nel mondo della formazione, prova a dare delle risposte a questo interrogativo esplorando le diverse sfaccettature di questa professione.

Questi sono gli aspetti che mi hanno colpito di questo libro

Come si impara il mestiere del formatore?

Esistono diversi modi per diventare formatori. Nel libro l’autore racconta sia propria esperienza personale che tramite diverse interviste il cammino che ha portato una decina di professionisti ad affermarsi in questo ruolo.

Si parla delle scuole di formazione, dei percorsi da autodidatti, delle full immersion di pochi giorni a percorsi centellinati nell’arco degli anni.

Da questo punto di partenza Gianni Clocchiatti arriva a formulare una domanda quasi esistenziale: “Fare il formatore o essere formatori?”

Questa domanda accompagna il lettore durante tutto il libro mostrando come passare dal fare un semplice mestiere come tanti altri, a essere davvero un “formatore umile, spontaneo, autentico”.

Le qualità di un formatore

Secondo Gianni Clocchiatti i formatori dovrebbero possedere queste qualità umane:

• la passione
• l’aver cura dell’altro,
• il senso di responsabilità
• la dimensione etica.

La passione è un requisito fondamentale per ogni professione, ma nel caso della formazione è una qualità imprescindibile per creare connessione con il gruppo e renderlo partecipe dei contenuti che stiamo trasferendo.

L’aver cura dell’altro è un’attenzione chiave per chi fa formazione: se si sbaglia qualcosa, se si dice qualcosa di sbagliato o nel modo sbagliato non sempre c’è spazio e modo per ricalibrare la frase e rimediare all’errore, potrebbe bastare un passo falso per demotivare uno o più partecipanti alla formazione.

Il senso di responsabilità porta i formatori a sentirsi responsabili sia per quel che si fa e si dice, sia per quello che si fa fare in aula ai partecipanti. La domanda che si fa Gianni Clocchiatti è “come posso fare per fartelo fare meglio?”.

L’ultima qualità imprescindibile di un formatore è la dimensione etica, perché in aula entrano anche i sistemi di valori di ognuno dei partecipanti alla formazione e a volte può capitare che i sistemi di valori vadano in conflitto tra loro o con i valori del formatore.

Hai mai pensato a questi aspetti? Quali senti già tuoi?

Un movimento in 4 tempi

Il mestiere del formatore è un lavoro che si muove su quattro tempi:

• Sapere
• Saper fare
• Saper essere
• Saper far fare

Il Sapere è associato alle conoscenze del formatore, dei modelli su cui si basano i suoi contenuti, su metodi, tecniche e strumenti fondamentali per svolgere il proprio lavoro.

Il Saper fare è la competenza: l’insieme delle abilità pratiche, l’esperienza professionale specifica, la capacità di gestione dei problemi e delle dinamiche interpersonali.

Saper essere è l’insieme degli atteggiamenti che possono fare la differenza in una formazione: sono l’insieme di qualità interpersonali come l’ascolto, l’empatia, il rispetto che agiscono in una formazione sul piano umano.

Saper far fare: non tutte le persone che sanno, sono in grado di modulare i propri contenuti per trasferirli in modo efficace agli altri: tramite il trasferimento di conoscenze, competenze e abilità da parte del formatore i partecipanti possono migliorarsi e raggiungere obiettivi sempre più sfidanti.

La postura del formatore

Che tipo di formatore sei? Si perché i formatori non sono tutti uguali. Gianni Clocchiatti in questo libro ne individua quattro:

• Esperto
• Allenatore
• Motivatore
• Maestro

Il formatore Esperto trasferisce competenze; è la persona che ha il compito in aula di trasferire dei contenuti in modo frontale: possono appartenere a questa categoria i formatori sulla sicurezza sul lavoro, chi spiega come si usano i software, così come una parte dei corsi per l’aggiornamento professionale e la formazione online.

Il formatore Allenatore agisce sulla spinta al cambiamento: può farlo tramite diversi strumenti e approcci, tra i principali possiamo trovare la scrittura creativa, il gioco di ruolo, il problem solving e il solution finding.

Il formatore Motivatore lavora su valori e senso di appartenenza: chi opera in questo ambito spesso organizza training outdoor ed eventi motivazionali, ma appartengono a questa categoria anche lo storytelling e la formazione attraverso il cinema.

Infine c’è il formatore Maestro, che ha come obiettivo la crescita personale dei partecipanti. Chi agisce con questa postura usa strumenti come le costellazioni sistemiche, la mindfullness, l’enneagramma, il teatro e l’analisi transazionale.

Chi dovrebbe leggere questo libro? I contenuti di questo libro sono rivolti a due target diversi di lettori. Da una parte, se sta già facendo a tempo pieno o part time questa professione troverai in questo libro una serie di spunti per dare più struttura e professionalità al tuo lavoro. Dall’altra questo potrebbe essere il libro che potrebbe spingerti a valutare di intraprendere il mestiere del formatore.

Non ci si improvvisa formatori, forse alcuni di noi hanno un talento naturale per la divulgazione, ma per dare un approccio professionale e affermarsi come formatori esperti, questo è il libro giusto per prepararsi al meglio alla formazione d’aula e migliorare formazione dopo formazione.