Non si tratta di un semplice libro ma di una vera e propria guida che accompagna il piccolo imprenditore nel percorso verso l’innovazione. Mappe visuali, casi aziendali, interviste ed esercitazioni regalano metodi e strumenti per andare oltre alla mera innovazione di prodotto, puntando a cambiare il modo stesso in cui le piccole medie imprese generano e offrono valore ai propri clienti.
Non si tratta quindi di cambiare il prodotto, ma quello che sta alla base di tutto: il modello di business, adattandolo ai tempi che cambiano e alle nuove necessità più o meno consapevoli dei clienti. Un esempio calzante è sicuramente l’evoluzione del noleggio auto verso il car sharing (e nel libro se ne parla in maniera molto interessante).
L’esperienza non si limita alla lettura del libro. Sono infatti disponibili sul sito www.beople.it strumenti utili sempre aggiornati.
Un libro che non è quindi tutto “chiacchiere e distintivo”, anzi.
Se vuoi scoprire cosa è il Business Design e come può essere applicato anche alle piccole realtà, questo volume è destinato a te.
Ma partiamo dal principio.
Cosa è il Business Design?
Nasce dall’incontro tra la Corporate Strategy tradizionale, l’insieme delle strategie utilizzate per sfruttare, coordinare e preservare le risorse delle varie aree funzionali dell’azienda al fine di ottenere determinati obiettivi, e il Design Thinking, una vera e propria tipologia di pensiero che mette al centro la visualizzazione di obiettivi, problemi, clienti, processi…
Il Business Design è un percorso che fonde quindi tradizione e innovazione, come il risultato che può portarci a ottenere, e che non coinvolge solo la dirigenza ma anche le persone che dell’azienda vedono l’operatività quotidiana nei diversi reparti e divisioni.
Ma qual è il vero obiettivo? Affrontare la crisi smettendo di vederla solo come negativa ma anche come una spinta al cambiamento consapevole, studiato e spesso necessario. Bisogna trovare la “capacità di essere il cambiamento”, superando lentezza, illusione del controllo prolungato, incapacità di reagire agli stimoli del mercato in tempi brevi.
Business Design: quali sono gli strumenti?
La cosa positiva del Business Design è che necessita di materiali molto facili da reperire: pennarelli, post-it, mappe stampate e mente aperta ad apprendere, sempre, anche quando si tratta di capire le cose che non funzionano. Sono strumenti semplici, veloci, applicabili fin da subito e misurabili.
Il punto di partenza è il Business Model Canvas creato da Alexander Osterwalder e accreditato dalla Harvard Business Review come uno dei migliori strumenti per innovare la propria azienda.
Si tratta di una mappa visiva che consente di ottenere una fotografia del funzionamento dell’impresa, rappresentando gli elementi fondamentali del modello di business in un’unica pagina, rendendo in maniera chiara i come, che cosa, per chi e perché.
Da questo modello ne derivano molti altri che vengono spiegati dettagliatamente nel volume anche con esercizi che accompagnano passo passo nella loro compilazione e nell’analisi dei risultati ottenuti.
Ad esempio il Customer Experience Canvas che ci consente di rivivere in maniera visuale l’esperienza dei nostri clienti, comprendendo non solo dove si trovano le criticità ma anche quali sono i passaggi critici dove può essere più utile testare le modalità con cui offriamo valore.
Come spiega, in una delle case history raccontate nel libro, Filippo Casappa di Casappa S.p.A “le mappe e gli strumenti del Business Design ti aiutano ad orientarti sui veri pilastri che sorreggono l’azienda su ciò che è realmente critico”.
In conclusione
Sicuramente uno degli insegnamenti principi che mi sono portata a casa dalla lettura di questo libro è non aver paura di sbagliare: “Solo attraverso l’errore possiamo acquisire nuova conoscenza, perché un test che va sempre a buon fine non ci sta insegnando nulla che già non sappiamo”.
Non sono necessarie conoscenze pregresse in questo campo, anzi si rivolge proprio ai neofiti curiosi di capire come un percorso di questo tipo può essere applicato non solo alle grandi aziende ma anche alle tante PMI che costituiscono gran parte del tessuto economico italiano.
A chi è rivolto? Piccoli imprenditori, ma anche a quei dipendenti di PMI che vorrebbero portare innovazione nell’impresa dove lavorano.
Quanto è pratico? Molto.
È da avere in libreria? Se si vuole affrontare un percorso di innovazione è una vera e propria mappa da seguire, quindi assolutamente sì