Volevo un libro rilassante, da leggere sotto l’ombrellone, in modalità “redazione LDM in vacanza”: ecco ho sbagliato libro. Il titolo in effetti avrebbe dovuto insospettirmi… e invece no, “lo leggo io”, ed eccomi qui con un milione di domande di cui la prima è: perché non ci capisco niente?
Trovare il senso in un mondo senza senso è un libro ambizioso: un mix tra psicologia e scienza che mi ha incuriosita fin da subito e che ha aperto nella mia mente mille file, chiudendone ben pochi.
Prima di cominciare con questo viaggio, uno sguardo agli autori: Saul Perlmutter, premio Nobel 2011 per la scoperta dell’accelerazione dell’espansione dell’universo, John Campbell, professore di filosofia all’università della California e Robert MacCoun, psicologo sociale, professore di diritto e scienziato comportamentale. Parterre delle meraviglie.
Queste 288 pagine – basate su un corso molto popolare dell’Università di Berkeley – promettono di rispondere a domande esistenziali di prim’ordine, aiutandoci a risolvere problemi di tutti i giorni e guidandoci nella presa di decisioni consapevoli sulla base dei “trucchi del mestiere” utilizzati dagli uomini di scienza.
Di quali strumenti e di quali strutture di ragionamento è meglio avvalersi per orientarci in opinioni e scelte senza ingannare noi stessi? Un saggio che affronta una delle questioni più complesse e antiche dell’esistenza umana: come dare significato alla vita in un contesto spesso percepito come assurdo, caotico o privo di logica.
Un approccio interdisciplinare
Il libro si distingue per l’approccio interdisciplinare che combina filosofia, psicologia, neuroscienze e sociologia. Paul Perlmutter, filosofo di formazione, esplora il problema da un punto di vista esistenzialista, ricollegandosi al pensiero di autori come Albert Camus e Jean-Paul Sartre. Charles Campbell, psicologo, offre una visione più legata all’esperienza individuale del “senso”, indagando il ruolo delle emozioni e della percezione nella costruzione di significati personali. Infine, Robert MacCoun, sociologo e studioso di politica pubblica, contribuisce con un’analisi più sociale e culturale del fenomeno, esaminando come le strutture collettive influenzano e talvolta limitano la nostra capacità di trovare senso.
Un approccio a più voci che è di certo il punto di forza del libro, poiché permette un confronto con diverse prospettive, ampliandone la comprensione senza però restituire risposte definitive.
La crisi del senso nell’era moderna
Tra i temi centrali del libro, la crisi del senso che caratterizza la modernità.
Gli autori analizzano come il progresso scientifico, l’erosione delle grandi narrazioni religiose e il relativismo culturale abbiano contribuito a creare un mondo in cui molte persone faticano a trovare una direzione chiara per la propria vita. L’assenza di valori stabili, secondo gli autori, alimenta un sentimento diffuso di vuoto esistenziale, che può manifestarsi sotto forma di ansia, depressione o cinismo.
Tuttavia, anziché abbandonarsi al pessimismo, il libro suggerisce come trasformare questa crisi in un’opportunità. L’assenza di senso predefinito può infatti aprire spazi per la creatività e la libertà individuale. In un mondo senza senso oggettivo, ciascuno è chiamato a creare il proprio senso, un processo che, seppur difficile, può essere profondamente appagante.
Grande attenzione è data anche al ruolo delle relazioni interpersonali. Campbell in particolare insiste sull’importanza delle connessioni umane come fonte primaria di significato evidenziando come le relazioni non siano semplicemente un contorno alla nostra esistenza, ma un elemento centrale per la nostra capacità di percepire un senso nella vita.
MacCoun, dal canto suo, esplora il ruolo delle istituzioni sociali e politiche nel dare forma ai nostri orizzonti di senso. Egli dimostra come le norme sociali, le leggi e le aspettative collettive influenzino profondamente la nostra percezione del mondo e la nostra capacità di attribuirvi un significato personale. Ne deriva una tensione interessante tra il bisogno di libertà individuale e l’importanza delle strutture collettive.
Riflessioni sulla spiritualità e la trascendenza
Infine, un’analisi della spiritualità – anche in un contesto che si dichiara laico o secolare – esplora come essa possa offrire un ancoraggio per chi cerca un significato più profondo. Non si tratta necessariamente di aderire a dogmi religiosi, ma di coltivare una dimensione trascendente della vita attraverso la meditazione, l’arte, o la natura.

Trovare un senso in un mondo senza senso ti lascerà con molte domande: attraverso questo viaggio capirai come “il senso” non sia qualcosa di esterno che deve essere trovato, ma piuttosto un processo che si costruisce giorno dopo giorno, attraverso esperienze, scelte e relazioni.
Cosa ho imparato: scienza, psicologia e filosofia possono convivere
A chi è consigliato: a tutti coloro che amano riflettere sulla realtà e su ciò che accade intorno a loro, vivendo attivamente la propria vita.
