Vuoi approfondire alcune tematiche legate all’empowerment femminile e alla parità di genere? Allora questo piccolo manuale fa per te. L’aggettivo piccolo è legato al numero di pagine, non ai concetti che ci trovi espressi. Sì, perché in poco meno di 200 pagine, le autrici raccontano la loro esperienza sul campo, nel viaggio che hanno intrapreso in numerose aziende per sviluppare e promuovere ambienti di lavoro più equi.
Questo libro è il frutto di laboratori svolti – attraverso metodologie di apprendimento try & learn – con circa 1.000 donne e 200 uomini che ricoprono ruoli operativi e manageriali.
Solo 131 anni ci separano dalla parità di genere
Il libro inizia con una provocazione: mancano soltanto 131 anni al raggiungimento della parità di genere in Italia. Per avere un confronto, mediamente in Europa occorreranno circa 67 anni, ciò significa che attualmente in nessun Paese europeo (e neanche mondiale) esiste.
La parità di genere è uno dei punti dell’Agenda ONU 2030, ripresi anche dalla strategia per la Parità di Genere 2020-2025 dell’UE:
- Aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’indipendenza economica
- Ridurre il divario retributivo
- Promuovere la parità tra uomo e donna nei processi decisionali
- Contrastare ed eliminare la violenza di genere
- Promuovere la parità di genere e dei diritti delle donne nel mondo.
Il percorso per l’empowerment femminile
Il saggio si compone di 7 capitoli, ognuno dei quali affronta i temi a supporto dello sviluppo di una cultura per la parità di genere.
- I role model e il mindset sviluppato
- Il ruolo delle donne nella società e il potere del network e del personal branding
- Empatia e sviluppo della Executive Presence
- Estetica della performance
- Nuovi modelli di leadership
- Capacità di negoziazione e decision making
- Potere delle alleanze e responsabilità collettiva
Nel saggio, tante le testimonianze riportate sia da donne che da uomini, nelle quali emerge come i bias di genere (scorciatoie mentali inconsapevoli e discriminanti) siano così radicati in entrambi i casi.
Ciascuno dei 7 capitoli contiene dei call out che aiutano a chiarire e fissare concetti chiave e termini che ormai fanno parte della nostra vita di tutti i giorni come mansplaining e iperadattamento, solo per citarne alcune.
Prendere decisioni? Un gioco da ragazze!
Numerosi studi – non ultimo la ricerca “Characteristics that distinguish women leaders” (Caliper, 2019) – dimostrano come le donne abbiano la capacità di bilanciare meglio l’intelligenza emotiva, sappiano gestire l’incertezza e valutino efficacemente prove e dati con la forza dell’intuizione.
Queste sono solo alcune delle soft skills che le donne posseggono e sviluppano in modo naturale e che, guarda caso, sono tra le capacità maggiormente richieste per ricoprire ruoli di leadership.
L’autoconsapevolezza, per esempio, cioè la capacità di saper valutare il proprio stato d’animo, fa sì che in momenti di forte stress si arrivino a prendere decisioni efficaci, senza essere sopraffatte dalle emozioni. Ed è stato valutato che, sotto pressione, le manager siano portate a valutare attentamente le alternative (anziché prendere decisioni più rischiose, come invece fanno maggiormente i colleghi).
Purtroppo, però, quando un gruppo di lavoro risolve con successo un problema e non è chiaro chi abbia dato il contributo principale, nella stragrande maggioranza dei casi, sia donne che uomini attribuiscono il merito ad un uomo. Altro bias (sigh!)
Abbiamo buoni motivi per credere che qualcosa stia cambiando:
“La complessità ci sta insegnando quanto sia necessario creare contesti collettivi, quindi più ridondanti, per maturare delle decisioni migliori, e il fatto che le donne tendano a far aumentare l’intelligenza collettiva di un gruppo ci porta a pensare che il tempo del riconoscimento della presa di decisione delle donne sia alle porte”.
Ti voglio parlare di un successo: le aziende, dove le donne ricoprono il 30% dei ruoli manageriali, hanno guadagnato in media il 15% in più rispetto alle altre (analisi su un campione di 21.980 aziende, fonte Peterson Institute, 2021).
Perché è importante la parità di genere
Scopo di questo manuale è far capire come un ambiente di lavoro diversificato contribuisca non solo al benessere della popolazione aziendale, ma anche alla performance d’impresa. Infatti, numerosi studi ci raccontano che le aziende più attente alle tematiche DEI sviluppano modelli di leadership pluralisti che favoriscono il clima aziendale e migliorano la qualità delle decisioni.
Come riportato nel libro
“È arrivata l’epoca di ricercare ed esaltare modelli diversi, ovvero plurali, capaci di perseguire anche gli aspetti legati al bene comune, all’equità, alla reciprocità e alla diversità”.
Consiglio questo saggio a chi si avvicina per la prima volta – oppure vuole approfondire – le tematiche legate alla parità di genere.
Può essere letto in un week end perché la scrittura è chiara, semplice e concreta, grazie anche ad esempi e quesiti che aiutano a fissare i concetti chiave.
Nella parte finale, un Workbook utile per fare il punto con le proprie esperienze e una bibliografia interessante per approfondire ulteriormente le tematiche DEI.
Se vuoi diventare una persona alleata del cambiamento questo è il libro che fa per te!
P.S. Nel libro viene utilizzato il maschile sovraesteso perché, come dicono le autrici, è stato volutamente scelto con l’intento di focalizzare l’attenzione sulle dinamiche binarie di genere, così radicate negli ambienti lavorativi (e non solo).