“Il tema del benessere organizzativo costituisce la grande sfida del presente e del futuro”. Se per anni la parola “benessere” è stata contrapposta a quella di “produttività” e “fatturato”, oggi non dovrebbe più essere così.

Divenuto alla ribalta dopo la pandemia ed alcuni fenomeni come le Grandi Dimissioni, quello del Corporate Wellbeing (o benessere organizzativo) non dovrebbe essere più visto come un costo, ma come una vera e propria fonte di vantaggio competitivo.

Le nuove sfide della modernità hanno infatti fatto emergere la necessità di riconsiderare il concetto di benessere organizzativo.

In questo scenario, Alberto Ronco ed Eleonora Valè ci presentano “Wellbeing Revolution,” un libro che si propone di accelerare il passaggio all’era della People Centricity, spingendo le imprese verso un nuovo circolo virtuoso tra business e benessere.

Gli autori

Alberto Ronco, CEO di Trainect, ed Eleonora Valè, psicologa del lavoro e Wellbeing Designer, sono gli autori di questa guida rivoluzionaria. Ho scelto di recensire questo libro perché Alberto ed Eleonora non solo vantano una vasta esperienza nel campo, ma incarnano anche il cambiamento che stanno promuovendo.

Ho conosciuto Eleonora in occasione di un evento organizzato dall’azienda per cui lavoro durante il quale ci è stata presentata Trainect, l’app sviluppata dall’omonima azienda.

Trainect è infatti una piattaforma che offre ai lavoratori un percorso personalizzato con contenuti sul benessere a 360°. Partendo da un assessment iniziale i dipendenti, grazie a sfide a punti, possono raggiungere gli obiettivi prefissati e migliorare il proprio livello di benessere.

Nel viaggio alla scoperta della cultura del benessere, oltre ad Alberto ed Eleonora, ci accompagnano anche altri pionieri del cambiamento in atto, come ad esempio Vittorio Martinelli di cui abbiamo appena recensito Piano B.

La struttura del libro: un viaggio nella cultura del benessere organizzativo

Il viaggio nella cultura del benessere parte da una domanda chiave: “perché le imprese dovrebbero inserire iniziative di benessere organizzativo?” Dopo aver inquadrato il tema, gli autori passano ad illustrare le diverse figure professionali che dovrebbero essere coinvolte in un progetto di questo tipo.

Il cuore del libro, il capitolo 4, illustra invece come costruire una strategia di Corporate Wellbeing, presentando strumenti come il Well-being Cultural Canvas e il Well-being Model Canvas. Gli autori spiegano anche come tradurre questa strategia in azioni misurabili attraverso il Framework OKR.

Infine, i capitoli conclusivi sottolineano l’importanza di adottare un approccio olistico al tema evidenziando il rischio di incorrere nel “Wellbeing Washing”. Qui troverai inoltre un focus sul ruolo della tecnologia nel promuovere iniziative di benessere aziendale e alcune storie d’impresa.

Il risultato? Un libro imperdibile che si pone come obiettivo quello promuovere il benessere aziendale come volano per migliorare i risultati aziendali.

Ma vediamo più in dettaglio alcuni concetti chiave trattati nel libro.

Il Corporate Wellbeing: perchè è importante

Tra le pagine del libro emerge chiaramente che il Corporate Wellbeing non dovrebbe essere una moda passeggera ma un investimento strategico. Attraverso numerose ricerche e dati, Alberto ed Eleonora ci dimostrano infatti che il benessere dei lavoratori non solo migliora la soddisfazione personale, ma si traduce concretamente in un vantaggio competitivo per le imprese.

Le testimonianze di aziende come Olympus Italia, LinkedIn e Unilever confermano che il benessere non è solo etico ma anche redditizio. Ma, se le storie di impresa non fossero sufficienti, ci corrono in aiuto anche le statistiche (molte quelle riportate nel volume).

Alcune ricerche hanno infatti dimostrato che le iniziative di benessere hanno un impatto sui risultati economici con un ROI intorno a 3 volte l’investimento effettuato.

Come è possibile? Tali iniziative hanno un impatto nella fase di talent acquisition, nello stimolare impegno e produttività favorendo lo stato di flow (se non sai cosa è leggi la recensione di “Flow” di Ludovica) e nel ridurre il turnover.

E se si considera che oggi il benessere lavorativo è la prima priorità per i lavoratori (Survey del World Economic Forum 2022) e in media il costo che sostiene un’azienda per sostituire un dipendente è da 6 a 9 mesi di stipendio in più all’anno, si comprende bene che il benessere incide sui risultati economici ed è più che mai una questione di business!

Ma a chi spetta la responsabilità del benessere in azienda? E quali competenze devono avere chi se ne occupa?

Senza dubbio le figure HR hanno un ruolo chiave nel promuovere il cambiamento, ma come in tutte le trasformazioni culturali, le iniziative devono essere sostenute anche dai manager di funzione e dall’intera organizzazione. D’altro canto, per traghettare le aziende verso questo nuovo modo di fare impresa, sono nati anche alcuni ruoli professionali specifici come quella del chief happiness officer (CHO) e del Wellbeing Designer.

Come costruire un progetto di Corporate Wellbeing

Ma quali sono gli step per costruire un progetto di Corporate Wellbeing e gli strumenti collegati?

Il capitolo 4, cuore pulsante del libro, svela i passaggi chiave per costruire una strategia di corporate wellbeing. In questo capitolo gli autori forniscono una guida in 3 passi che, con un approccio pratico e misurabile, ti permetterà di implementare efficacemente il benessere organizzativo.

I 3 passi e i relativi strumenti sono:

• Step 1: creare la cultura del benessere con il Well-being Cultural Canvas
• Step 2: costruire la strategia di wellbeing utilizzando il Well-being Model Canvas
• Step 3 – tradurre la strategia in un piano misurabile tramite il Framework OKR Well-being

Gli step e gli strumenti illustrati nel libro sono un vero tesoro per chi si trova ad intraprendere un percorso di benessere organizzativo!

Approccio Olistico e la Minaccia del “Wellbeing Washing”

Dietro alle iniziative di wellbeing aziendale è necessario avere una strategia. Il tema non può infatti essere trattato con iniziative sporadiche.

Il capitolo 6 ci avverte infatti che il rischio del “Wellbeing Washing,” è dietro l’angolo, sottolineando al contrario l’importanza di adottare un approccio olistico. Le cinque aree del benessere – fisico, mentale, emotivo, sociale e finanziario – vengono analizzate in profondità dagli autori nel capitolo 5. Qui ho scoperto con stupore che il benessere finanziario è il target di interesse che è cresciuto di più in Italia l’anno scorso. Personalmente devo ammettere che è un dato che mi ha stupito molto!

Così come mi ha stupito ancora di più scoprire che il 76% dei dipendenti sperimenta il burnout almeno una volta nella propria carriera (indagine Gallup). Da qui l’importanza, più volte rimarcata nel libro, che le imprese affrontino il tema del benessere facendosi promotrici di un cambiamento culturale.

In sostanza, quella del benessere è una vera è propria ri-evoluzione. Una trasformazione che poggia le basi su una nuova cultura e su nuovi comportamenti da instillare nelle aziende e nelle persone avvalendosi anche dell’uso delle nuove tecnologie.

“Wellbeing Revolution” offre metodologie concrete per implementare strategie di benessere nelle organizzazioni. Uno degli aspetti che ho apprezzato di più del libro è l’approccio pragmatico con cui viene affrontato il tema del benessere che, diciamolo, è invece spesso trattato in modo evanescente. 

L’approccio pragmatica e il ricorso ai dati rendono invece “Wellbeing Revolution” un’opera imperdibile per chi si occupa di benessere in azienda, professionisti HR e coloro i quali cercano di comprendere il legame cruciale tra benessere e risultati aziendali.

HR e Manager in ascolto… se volete cogliere gli effetti benefici del benessere in azienda non potete perdervi Wellbeing Revolution!