Le tendenze tecnologiche che rivoluzioneranno il nostro futuro
È Kevin Kelly – cofondatore della rivista Wired – ad accompagnarci in questo percorso attraverso le innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni e a presagire come l’umanità affronterà i cambiamenti epocali dei prossimi anni. Fondata nel 1993, Wired è stata all’inizio una rivista cartacea che si è trasformata poi in uno dei primi siti editoriali commerciali.
L’inevitabile
Il saggio esplora le tendenze tecnologiche che, dal 2017 (anno di pubblicazione del libro), influenzano la nostra società in maniera radicale come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e l’economia della condivisione.
Interessante la scelta dei capitoli perché accompagna la nostra immaginazione nella tematica approfondita in ciascuno:
1. Divenire
2. Cognitivizzare
3. Fluire
4. Visualizzare
5. Accedere
6. Condividere
7. Filtrare
8. Rimescolare
9. Interagire
10. Tracciare
11. Interrogare
12. Iniziare
La biblioteca universale
La Biblioteca Universale è il sogno, che va dalla notte dei tempi, di raccogliere in un unico luogo tutta la conoscenza passata e presente. Ogni libro, documento, opera concettuale tradotta in tutte le lingue: una sorta di Biblioteca Reale di Alessandria tramandata fino ai giorni nostri.
Come riporta Kelly: “Sarebbe una biblioteca decisamente enorme: dal tempo delle tavolette di argilla dei sumeri a oggi, l’umanità ha ‘pubblicato’ almeno 310 milioni di libri, 1.4 miliardi di articoli e saggi, 180 milioni di canzoni, 3500 miliardi di immagini, 330.000 film, 1 miliardo di ore di video, programmi televisivi e corti cinematografici e 60000 miliardi di pagine Internet pubbliche.”
Grazie all’AI tutta l’opera di catalogazione sarà possibile per davvero, perché in autonomia e grazie al nostro aiuto quotidiano nella navigazione delle pagine, sarà in grado di attribuire tag e collegamenti alle varie pagine, creando un’enorme e infinita Wikipedia.
Vi presento Baxter
Oggi sembra davvero difficile crederlo ma, entro la fine del secolo, il 70% delle occupazioni attuali verrà sostituito dall’automazione.
“Le menti aliene a cui presteremo maggiore attenzione nei prossimi anni sono quelle a cui attribuiamo un corpo, che chiamiamo robot. Anche loro avranno forme, dimensioni e configurazioni singolari; si manifesteranno, in un certo senso, in specie diverse. Alcuni si sposteranno come animali selvatici, molti altri invece saranno immobili come piante, oppure estesi come una barriera corallina.”
Progettato nel 2012 da Rodney Brooks per Rethink Robotics, Baxter è stato il primo di una nuova classe di robot realizzati per lavorare insieme alle persone, per tre motivi principali:
- ha la capacità di guardarsi intorno, far capire dove cade il suo sguardo e, cosa più importante, percepire le persone che lavorano insieme a lui e quindi evitare di far loro del male
- chiunque può addestrare Baxter perché semplicemente con l’azione è in grado di imparare una procedura e replicarla
- il prezzo di 25.000 dollari che, in confronto ai 500.000 dollari dei suoi predecessori, può definirsi vantaggioso.

Tutto questo, secondo Kelly non dovrebbe farci temere che i robot ci toglieranno le nostre attuali occupazioni perché “Quando riusciremo ad avere al nostro fianco dei colleghi robot, sarà inevitabile che le mansioni inizieranno a confondersi tra loro e presto i nostri vecchi lavori diventeranno i loro, mentre noi faremo qualcosa che a stento possiamo immaginare.”
- Lavori che gli esseri umani sono in grado di svolgere ma che i robot sanno fare meglio, cioè, produrre output senza alcun tipo di errore manuale come le stoffe o le automobili
- Lavori che gli esseri umani non sanno svolgere ma i robot sì, ovvero tutto quello che viene prodotto con l’automazione e in serie, dai bottoni ai microchip passando per la SERP di Google. Come ci ricorda Kelly “Non stiamo cedendo «ottimi lavori» ai robot; nella maggior parte dei casi stiamo offrendo loro lavori che non potremmo mai svolgere, che, eccetto loro, nessuno farebbe.”
- Lavori che non sapevamo di voler fare e che scioccherebbero un contadino dell’Ottocento, come guidare un cart su Marte, realizzare un video del nostro matrimonio oppure stampare su un tessuto un’immagine che ci è stata inviata tramite e-mail. Ad oggi è difficile, perfino impossibile, predire quali saranno i nuovi lavori che si creeranno entro il 2050 perché, molto probabilmente, dipenderanno da tecnologie che ancora non sono state inventate.
- Lavori che solo gli esseri umani potranno fare inizialmente, come il trasportatore: in un prossimo futuro, nascerà la nuova mansione di «ottimizzatore di viaggio», una persona che calcola gli algoritmi sul traffico per ottimizzare, appunto, il consumo di tempo, energie e raggiungere anche una migliore sostenibilità ambientale.
Aggiunge Kelly ”Questa economia postindustriale continuerà a espandersi, perché il compito di ogni persona sarà in parte inventare nuove mansioni da svolgere che diventeranno, più tardi, lavori ripetitivi per robot.”
Conclude Kelly “I robot svolgeranno i nostri lavori di un tempo, con risultati migliori. Saranno impiegati in occupazioni che noi non possiamo svolgere in alcun modo e in altre di cui non abbiamo mai nemmeno immaginato che potesse esserci bisogno. Ci aiuteranno a scoprire nuovi lavori per noi stessi, nuovi compiti attraverso cui crescere: ci permetteranno di concentrarci sul diventare più umani di quanto eravamo.
È inevitabile: lasciamo che i robot si impadroniscano delle nostre mansioni e permettiamo che ci aiutino a immaginare nuovi lavori che siano significativi.”

Pubblicato da Il Saggiatore, L’Inevitabile è un libro consigliato a chi desidera scoprire l’origine di tante tecnologie che utilizziamo ogni giorno, a chi ha passione nelle materie digitali, ma anche a coloro che provano ad anticipare le tendenze e cercano spunti strategici per costruire il prossimo futuro.
In poche parole, a tutte le persone che hanno amato la serie “Black Mirror” 😊








