RECENSIONE DEL LIBRO

La rivoluzione algoritmica delle immagini

Arte e intelligenza artificiale

Editore:

Luca Sossella editore

autore

Francesco D'Isa

pubblicazione:

pagine:

Giugno 2024

160

Autore

Francesco D'Isa

Editore

Luca Sossella editore

Pubblicazione

Giugno 2024

Pagine

160

Prezzo

15,00

Autore

Francesco D'Isa

Pagine

160

Editore

Luca Sossella editore

Prezzo

15,00

Autore

Francesco D'Isa

Pubblicazione

Giugno 2024

costo:

Editore

Luca Sossella editore

Pagine

160

15,00

Quando si parla di intelligenza artificiale applicata all’arte, spesso emergono posizioni polarizzate: da un lato chi teme una perdita irreparabile della creatività umana, dall’altro chi si entusiasma senza riserve di fronte a strumenti che permettono di generare immagini e contenuti in pochi secondi.
Il saggio di Francesco D’Isa, La rivoluzione algoritmica delle immagini: Arte e intelligenza artificiale, prende posizione in maniera chiara: rifiutare la tecnologia in blocco sarebbe miope, abbracciarla acriticamente sarebbe ingenuo. Serve un approccio di collaborazione critica.

D’Isa ci invita a ripensare la relazione tra creatività umana e algoritmica, evitando di cadere nella trappola della contrapposizione. L’AI non è né un nemico né un semplice strumento neutro: è un nuovo interlocutore con cui l’arte dovrà inevitabilmente confrontarsi.

Ridefinire il processo creativo e il concetto di creatività

Uno degli aspetti più stimolanti del libro è la riflessione sul paradigma stesso della creazione artistica.
Se l’AI è in grado di produrre immagini originali partendo da miliardi di dati e connessioni, cosa resta allora della creatività “umana”? D’Isa non liquida la questione con facili risposte, ma la affronta mostrando come l’arte sia sempre stata un campo in continua trasformazione: dalla fotografia, che all’epoca fu accusata di “uccidere la pittura”, al digitale, fino alle attuali immagini algoritmiche.

La vera sfida, ci ricorda l’autore, è accettare che la creatività non sia un concetto statico, ma una pratica che cambia insieme agli strumenti. In questo senso, l’AI non sostituisce l’artista, ma lo costringe a rivedere il proprio ruolo, i propri limiti e le proprie possibilità.

Un altro dei nodi più affascinanti che il libro mette a fuoco riguarda la paternità dell’opera.
Se un’immagine generata da un algoritmo suscita emozioni in chi la guarda, è meno “arte” solo perché non è stata dipinta da una mano umana? E se l’artista non è più colui che produce materialmente l’opera, ma colui che sceglie, guida, interpreta e seleziona tra infinite possibilità, non è forse questa una nuova, legittima forma di creatività?

Pur focalizzandosi sul mondo dell’arte visiva, il discorso si allarga inevitabilmente a una riflessione più ampia: cos’è la creatività stessa?
D’Isa ci suggerisce che la creatività non vada definita solo in base alla capacità di produrre qualcosa di nuovo, ma anche e soprattutto come atto di scelta, di senso e di interpretazione. In questa prospettiva, l’AI diventa un potente alleato, capace di ampliare lo spazio delle possibilità senza sostituire l’apporto umano.

Oltre il libro: un pensiero in continuo dialogo

Un altro aspetto per cui mi sento di raccomandare vivamente questa lettura, è che La rivoluzione algoritmica delle immagini non rappresenta, perché non può e non vuole farlo, una tappa di arrivo, ma un percorso in divenire.
D’Isa infatti porta avanti questi ragionamenti anche in altri contesti: dal suo libro Sunyata (creato interamente con l’AI) fino al gruppo Telegram Filosofia Stramba, dove stimola discussioni con una comunità variegata di curiosi e personalità del settore e invita chiunque a parteciparvi attivamente. La discussione AI al momento è al centro di tutto e probabilmente ci resterà ancora per un bel po’ di tempo.

Quindi questo libro non dovete considerarlo semplicemente un saggio da leggere, ma una porta di accesso a un dialogo più ampio che riguarda il nostro presente e il nostro futuro. D’Isa non si limita a porre domande teoriche: porta esempi concreti, riferimenti alla sua esperienza personale come artista visivo e richiami a conversazioni con altri creativi (come Lorenzo Ceccotti) che si stanno confrontando con gli stessi interrogativi. Il risultato è un’analisi che riesce a unire filosofia, estetica e pratica artistica in modo accessibile, con riflessioni di una profondità commovente.

Conclusioni del libro la svolta di andrea giuliodori

La rivoluzione algoritmica delle immagini è una lettura necessaria per chi lavora nel campo della creatività, ma anche per chi vuole capire meglio il ruolo che l’AI sta giocando nella nostra cultura.
Non troverete facili entusiasmi né catastrofismi: troverete piuttosto un invito alla lucidità critica, che è forse l’atteggiamento più prezioso in questo momento di grandi trasformazioni.

Se siete artisti, designer, comunicatori o semplicemente curiosi, questo libro vi offrirà strumenti per comprendere, discutere e ripensare la vostra relazione con l’immaginario algoritmico.
Perché la vera rivoluzione, come D’Isa ci ricorda, non è nelle macchine: è nel modo in cui noi scegliamo di guardarle, usarle e dialogare con esse.

voto recensione la svolta di andrea giuliodori

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Tiziana Nanni
Ho una Laurea Triennale in Mediazione Interliguistica e ho da poco conseguito una Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Digitale. Da circa 7 anni lavoro nel contesto del Marketing Digitale, esplorando e ricercando nuove forme e applicazioni di comunicazione. Credo fermamente che la formazione e la curiosità siano indispensabili per la propria crescita personale e che l’unico limite che possiamo incontrare nel nostro cammino sia la nostra stessa titubanza dinanzi all’ignoto.

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Tiziana Nanni
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Ho una Laurea Triennale in Mediazione Interliguistica e ho da poco conseguito una Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Digitale. Da circa 7 anni lavoro nel contesto del Marketing Digitale, esplorando e ricercando nuove forme e applicazioni di comunicazione. Credo fermamente che la formazione e la curiosità siano indispensabili per la propria crescita personale e che l’unico limite che possiamo incontrare nel nostro cammino sia la nostra stessa titubanza dinanzi all’ignoto.

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