Come i social media hanno trasformato, e stanno trasformando tuttora, la politica italiana? A un passo dalle elezioni del 25 settembre, il libro che mi è stato consigliato fa un po’ di chiarezza sull’uso che i politici fanno di questi mezzi, un tentativo di offrire strumenti in più alla lettura del complesso campo della politica italiana di oggi.
Piccola nota bene: il libro è del 2020 e, lo sappiamo, i social media corrono più veloci delle lancette del tempo. In questi due anni l’uso si è intensificato e la recente campagna elettorale di questa calda estate 2022 non ha fatto altro che dare un’ulteriore spinta.
Già nel 2020 l’obiettivo dell’autrice era analizzare come e se i social media abbiano reso la comunicazione politica più immediata partendo da una domanda: i politici staranno parlando davvero ai cittadini senza filtri (se non quelli di Instagram), senza sensazionalismo, senza mediazioni di terzi?
La politica italiana e la sua comunicazione
Per rispondere, nel libro si ripercorre la storia della comunicazione politica, in particolare per quanto riguarda i componenti fondamentali che le permettono di esistere; si passa poi all’analisi dei social media e alle novità che hanno portato analizzando in concreto la comunicazione di un campione di politici dal 2013 al 2019.
Partendo dalla definizione dei soggetti (Noi, Voi, Loro) inizia un viaggio nella comunicazione politica di ieri e di oggi, tra agenda setting e agenda building.
Politica e social media, ieri e oggi
Come si legge: “I social media sono stati, in parte, la causa di un cambiamento nella relazione fra politici, giornalisti e cittadini e il principale elemento che ha fatto ipotizzare un processo di decentramento nei rapporti di comunicazione tra i vari attori. In linea teorica, i cittadini hanno nuovi spazi all’interno dei quali trovare le informazioni e possono avanzare nuove aspettative nei confronti della politica e dei modi in cui viene comunicata. Le “Reti sociali” possono essere uno strumento per i cittadini per sentirsi meglio rappresentati e più vicini alla politica, nonché in un contatto più diretto con politici ed istituzioni.
I social media sono un nuovo importante elemento che concorre allo sviluppo di nuove pratiche di comunicazione, propaganda e ricerca di attenzione da parte di cittadini (che vogliono essere sempre più protagonisti e opinion leader), politici (che cercano attraverso i social media di attirare l’attenzione sia dei cittadini sia del sistema mediale), e il sistema media “tradizionale” (attraverso un sempre maggiore sensazionalismo, con la pratica di click bait, infotainment).
È giusto chiedersi se siano state ben riposte le grandi speranze dei social media come strumenti di democratizzazione del discorso politico e di avvicinamento della classe politica e cittadini. Sembra sempre più che, capite le logiche, i politici li abbiano piegati alle loro necessità e alla propaganda.
A che gioco stiamo giocando? Siamo davvero giocatori o piuttosto “pedine” che, involontariamente, fanno il gioco di qualcun altro?
Nell’ultima parte del libro si analizza la politica italiana a partire dal Social Turn del 2013, anno in cui i social (e in particolare Twitter) hanno iniziato a rappresentare uno strumento di comunicazione per i politici. Con un’amara conclusione: nuovi mezzi, vecchi discorsi.
Concludo dicendo che si tratta di un libro per fare chiarezza sulla comunicazione politica odierna, utile per capire meglio come districarsi nella nuova rete dei social media politicizzati. Conoscere la storia aiuta sempre a leggere il presente e, dove possibile, a prevedere il futuro.
È un peccato che il libro si fermi ai tumulti dell’autunno 2019 e spero che l’autrice, dopo questi due anni intensi, possa decidere di aggiornare il libro perché mi piacerebbe molto leggere la sua opinione sull’evoluzione dei mezzi (l’entrata in campo di Instagram e Tiktok) e sulla comunicazione odierna