Nel 2025 Fendi compie cent’anni. Un secolo non solo di storia, ma di vita vera, intensa. Perché Fendi non è semplicemente un marchio nato da fredde strategie di marketing — come alcuni di quelli a cui siamo abituati oggi — ma un’idea che prende forma nella Roma degli anni Venti, tra pellicce artigianali e accessori pensati per una clientela decisa ed elegante.
È così che inizia un mito: radicato nel tempo eppure sempre capace di reinventarsi, di restare attuale, di parlare linguaggi diversi senza perdere l’identità.
Se volete scoprire questa storia senza affidarvi a biografie lunghe e didascaliche, il libro di Annarita Briganti è la lettura che fa per voi.
Fedi: una storia secolare
Il testo narra, nel giro di un’ottantina di pagine, i passaggi salienti di una della Maison italiane più riconosciute a livello internazionale. A partire dalla fondazione, ad inizio Novecento, la giornalista passa in rassegna i cambiamenti più cruciali che hanno segnato la storia del Brand e che, di conseguenza, hanno forgiato la sua identità ed il suo più profondo valore.
Il futuro è di chi preserva il passato
Fendi è una storia di famiglia, al femminile. Ed è una storia legata indissolubilmente legata all’arte della pelletteria italiana che, nonostante i cambiamenti della Maison, rimane la base della sua proposta di valore.
Un valore, quello dell’artigianalità, che Fendi valorizza in ogni suo prodotto che non si limita quindi ad essere presentato come oggetto di consumo e di desiderio, ma diventa una vetrina luxury delle peculiarità culturali del nostro territorio nazionale e del suo patrimonio manuale.
Fendi: la complessità di un marchio Made in Italy
Grazie al libro della Briganti il lettore riesce a cogliere la complessità di un marchio che, anche attraverso i vari stilisti che ne hanno tenuto le redini, da Lagerfeld a Jones, tenta di far dialogare passato presente, identità e innovazione, portando agli acquirenti un prodotto caratterizzato dalla propria unicità, tipica del made in Italy e dell’handmade.
La cultura, la bellezza, l’arte, si ritrovano in un brand che, a trecentosessanta gradi, si interessa di preservare il patrimonio culturale del mondo. Da Hand in Hand, progetto dedicato alla valorizzazione delle artigianalità regionali italiane e non, alla decisione di collocare il quartier generale al Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, fino al contributo al restauro della Fontana di Trevi, Fendi si pone non solo come un marchio di lusso ma come un guardiano di quel passato che, tramite la sua ricchezza, ispira il futuro.

Il libro, parte di una collana dedicata ai grandi marchi italiani punta a parlare ad un pubblico curioso. La narrazione è minimale, ma nel corso delle pagine che lo compongono, Annarita Briganti unisce narrazione e dichiarazioni che svelano i retroscena di Fendi nonché il simbolo che in buona parte del settore moda questo nome rappresenta.
Come detto sopra, non si tratta di una biografia dettagliata. Ma di una lettura leggera e interessante utile a conoscere un pezzo di storia del Made in Italy. Il voto conclusivo è solo legato al fatto che si tratta di un libro breve, illustrato, dal valoro più emozionale che formativo.








