Premessa. Non mi occupo di siti. Ne ho creati due in vita mia. Questo su cui siete (ma la prima versione, non questa che navigate oggi) e il mio personale. Entrambi in WordPress. Entrambi tra imprecazioni varie perché non lo avevo mai fatto e non ci capivo niente.
Non avevo questo libro, altrimenti tutto sarebbe stato più semplice. Già dall’introduzione vi dà una mini guida di cosa c’è da fare. Della serie: mettiamo le mani avanti così sapete cosa vi aspetta.
Creare un sito non è un gioco da ragazzi. Certo, lo diventa con l’esperienza e dipende dal tipo di sito che state “mettendo in piedi”. Fino a 15 anni fa era vissuto come “una vetrina” per mostrarsi: oggi il sito web di un’azienda o un professionista è uno strumento commerciale evoluto e complesso, da saper gestire e creare.
“Non esistono obiettivi per i quali non occorre una strategia” dice l’autore. E io sono pienamente d’accordo. Quindi quando si inizia l’idea di creare un sito deve essere subordinata alle domande giuste (per noi, per il tipo di attività), alle risposte a queste domande e agli obiettivi che vogliamo raggiungere. Semplice? Sì, sulla carta.
Cosa vuole il web?
Sconti, semplicità, rapidità ed esclusività sono il mix perfetto per il web. L’utente ormai non si accontenta e pretende sempre di più. Per questo anche guardare cosa fanno i nostri competitor (e non) è fondamentale. Ricordatevi che la user experience è la guida delle vostre azioni: considerate il cliente, sempre, in ogni passo.
Si può quindi passare ad una fase più operativa. Definito il Gaant (se non sapete cos’è abbiamo già un problema!) potete passare al Wireframe. E qui nemmeno io sapevo cosa era. Sono i “disegni” che permettono di comprendere quali contenuti saranno presenti e in che modo sulle singole pagine. Non è la grafica, quella viene dopo. Dopo aver disegnato le idee, la struttura. Potete pure usare il Design Thinking a questo punto (a questo link trovate la recensione di un bellissimo libro sul tema).
Disegnare un sito web
“Imparate a disegnare il sito e le pagine per avere consapevolezza e controllo” dice l’autore. E io confermo dato che per il primo sito che ho fatto ho saltato questa fase e sono passata subito a prendere un templare per riempirlo, lamentandomi che non era come mi serviva. Con il secondo sono già migliorata, avevo schematizzato le pagine che volevo, messo le informazioni da inserire e abbozzato la grafica sul blocco. Ho capito subito che era stata la cosa giusta da fare quando ho visto il sito pian piano costruirsi davanti ai miei occhi.
Ho citato i template perché sono oggi la classica “manna dal cielo”: quelli che ci permettono di costruire e gestire con rapidità e velocità il tutto, riducendo tempi e costi. Io li sento i programmatori e gli amanti dell’HTML che insorgono. Ma ragazzi, è l’evoluzione. Magari tra 10 anni non ci sarà più il social media manager ma un computer con l’AI che farà la stessa funzione. Meglio o peggio dipende, dal social media manager! ?
CSM, HTML, Adaptive, Responsive e M-site
Vale anche per i siti, e i programmatori. Oggi grazie ai CSM (content management system) abbiamo la possibilità di creare un sito senza sapere NULLA di HTML. WordPress è il più diffuso e utilizzato tra i CSM Open Ssource. L’alternativa è la creazione di CSM proprietari, dove il codice non è modificabile, come Adobe Experience Manager. Come scegliere e destreggiarsi tra i vari CSM ve lo lascio scoprire nel libro.
Adaptive, responsive o m-site? Anche qui, fino a 15 anni fa, non si poneva il problema. Ora invece è la questione principale perché il nostro sito ha più probabilità di essere visto da uno smartphone che dal pc sulla scrivania. Nel libro ovvio che l’autore vi spiega come fare la scelta migliore.
Se poi la vostra necessità è un e-commerce ecco che le cose si complicano e rassegnatevi al fatto che dovrete cambiare in base ai cambiamenti delle abitudini di acquisto dei consumatori. Se invece l’obiettivo del vostro sito sarà la Lead Generation anche lì armatevi di pazienza.
C’è un capitolo dedicato all’adv, uno al motore di ricerca interno (una manna dal cielo lo definirei) e uno alla SEO: poteva essere diversamente? No. “Aiutate Google a comprendere il vostro sito e lui aiuterà voi a farlo trovare”. Direi che è la definizione migliore che abbia mai letto sul tema.
Ultimo step, il monitoraggio. Perché saper leggere i dati del vostro sito vi aiuterà a migliorarlo, e a migliorarvi.
In conclusione:
A chi è rivolto: a chi vuole cimentarsi nella realizzazione di un sito e non sa da dove partire. Questo è il punto giusto di partenza ma attenzione: non vi spiega come crearlo “fisicamente” (non è un libro su WordPress o che insegna a scrivere in HTML). Questo libro è la guida alla fase uno di un sito: la progettazione. Quella che, una volta definita, vi permette di avere tutte le conoscenze utili per scegliere il modo e iniziare a crearlo davvero. Un libro utilissimo e che consiglio ai consulenti di digital marketing che potranno capire meglio come dialogare con “chi si occupa del sito” (frase standard del cliente medio) e che con queste conoscenze potranno sviluppare strategie migliori.
Quanto è pratico: nonostante si parli della fase di preparazione alla creazione di un sito devo dire che ci sono tanti esempi che vi aiutano a capire meglio il tutto se siete dei neofiti.
È da avere in libreria: io sicuro lo tengo, perché per il prossimo sito avrò bisogno di una guida che mi aiuti e sarà questo libro.
Livello di conoscenza del tema: base – chi non ha idea di come funzioni un sito e non sa cosa ci sta dietro.