Seguo Andrea Petroni (@vologratis) su Instagram e apprezzo molto i contenuti che pubblica, specialmente quelli con le curiosità. Ho quindi letto molto volentieri il suo libro aggiornato alla seconda edizione perché, da appassionata di viaggi, mi affascina molto quello che c’è dietro alla “giornata tipo” di un travel blogger.
Travel blogger: cosa fa
Dietro questa figura misteriosa si cela un lavoro importante di comprensione dell’audience, produzione dei contenuti, ottimizzazione su diverse piattaforme. Nel libro vengono elencate e dettagliate le competenze da sviluppare: dallo storytelling all’ottimizzazione SEO, dalla fotografia al social media management. Insomma, fare della propria passione un lavoro è tanto entusiasmante quanto impegnativo.
Ho apprezzato molto anche i consigli mirati a viaggiare risparmiando (sono di parte, lo so). Alcuni li utilizzavo già, altri sono stati una bella scoperta che non vedo l’ora di provare. Sempre per il bene della scienza, sia chiaro.
Blog di viaggi: contenuti e ottimizzazione costanti
Un concetto che è secondo me importante da ribadire è che quando si parla di “blog di viaggi” non si parla solo del blog in senso stretto, ma di tutto l’ecosistema di canali che a modo loro raccontano le esperienze di viaggio e diffondono i consigli.
Nelle pagine del libro è evidente che quello che funziona è l’armonia tra i canali e il fatto che nessuno di essi (sito web e social media) vada trascurato a favore di altri.
Un altro punto importante è l’enfasi sulla continua formazione. Raccontare di viaggi non significa solo saperne scrivere, ma anche saper creare un racconto con immagini e video. Ci sono anche alcuni spunti di partenza per la fotografia e l’editing dei video, molto utili per chi comincia da zero.
Come guadagna un travel blogger
Un capitolo che ho trovato molto interessante è sicuramente quello che parla di come un travel blogger può monetizzare. Mi è piaciuto come, unitamente alla monetizzazione del proprio progetto, fossero contemplate anche altre attività da svolgere “conto terzi” grazie alle competenze acquisite. Un esempio? Il social media management.
Verso la fine del libro ci sono alcune interviste con persone che lavorano in enti e società del turismo. Credo siano una buona conclusione del manuale perché, ognuno per la sua esperienza, danno consigli utili su come approcciarsi e come proporre progetti.
In conclusione
A chi è rivolto: a chi vuole fare della propria passione per i viaggi un lavoro
Quanto è pratico: un buon mix di teoria e pratica con molti spunti operativi
È da avere in libreria: sì, è piacevole da leggere e utile a creare una roadmap per il proprio progetto editoriale a tema viaggi