RECENSIONE DEL LIBRO

Piccolo manuale per influencer

Editore:

Maggioli Editore

autore

Claudia Di Fabio

pubblicazione:

pagine:

Maggio 2021

284

Autore

Claudia Di Fabio

Editore

Maggioli Editore

Pubblicazione

Maggio 2021

Pagine

284

Prezzo

20,00 €

Autore

Claudia Di Fabio

Pagine

284

Editore

Maggioli Editore

Prezzo

20,00 €

Autore

Claudia Di Fabio

Pubblicazione

Maggio 2021

costo:

Editore

Maggioli Editore

Pagine

284

20,00 €

Nel web si è ciò che si condivide, senza compromessi. Scegliere di costruire una propria identità sui social vuol dire essere coerenti e autentici, costanti e credibili, integrando (quando necessario) più piattaforme. E tuttavia questo non basta: essere un Influencer per professione vuol dire avere obiettivi, un pubblico ben determinato e contenuti di qualità, e soprattutto sapere che ciò che conta in questo mondo fatto di conversazioni è essere presenti ed empatici.

Contenuti di qualità, autenticità e costanza sono fondamentali per comprendere e percorrere una strada che è un vero proprio lavoro, e come tale va preso, con serietà e impegno.

Chi sono gli influencer 

Gli Influencer sono addetti ai lavori di uno specifico settore o, nella maggior parte dei casi, blogger, YouTuber o personaggi diventati influencer di professione proprio grazie al loro seguito e alla community che gravita loro intorno. Grazie all’apprezzamento del pubblico e al riscontro che hanno presso la loro nicchia, gli influencer sono sempre più appetibili per le aziende, che si convincono a impiegarli per la loro capacità di parlare ad un pubblico, con caratteristiche socio demografiche e abitudini di consumo molto ben definite e, soprattutto, con una forte capacità di orientare le scelte di acquisto dei loro fan. Ed è proprio l’interesse delle aziende, grandi e piccole, a permettere a un’influencer di trasformare la propria passione per i social in una professione.

Ma chiariamo subito un concetto: chiunque può fare l’influencer ma non tutti gli influencer possono davvero collaborare in maniera efficace con una certa azienda o un brand, e diventare professionisti.

Come diventare influencer

Nel libro si dice che la prima regola per diventare influencer è amare ciò che si fa e non esitare a condividerlo ventiquattr’ore su 24, 7 giorni su sette. Vero, ma vale per tutti i lavori aggiungo io. La prima regola per un’influencer per me (non me ne voglia l’autrice) è crederci. Perché la fama, oggi più che in passato, non arriva da un giorno all’altro; la strada è lunga e lastricata di problemi. Ma se si è fortunati a vivere una rapida ascesa la difficoltà starà poi nel mantenere la propria posizione. Senza “snaturarsi” per farlo.

Ho 38 anni, arrivo da una formazione umanistica, per cui quando si parla di influencer come l’evoluzione di quello che ai miei tempi si chiamava Opinion Leader mi sento ancora più vecchia. Katz e Lazarsfeld nel 1955 sostennero che: “I mezzi di comunicazione di massa non riescono a raggiungere direttamente il pubblico, bensì il messaggio viene prima raccolto da un gruppo ristretto di individui influenti all’interno della comunità, i quali trasmettono il messaggio a tutti gli altri, meno attivi e meno critici dell’uso dei mezzi di comunicazione. Gli opinion leader, sono solamente persone che, in base ai loro interessi, si sono riconosciute come affidabili, credibili e competenti, senza necessariamente essere importanti o ricchi.” Vi ricorda qualcuno? Sì, esatto.. Il cambio è dovuto solo ai nuovi mezzi di comunicazione, i social e ad un nome più accattivante.

Quando si fa l’influencer non contano solo i numeri (anche se, diciamocelo, quelli non fanno schifo a nessuno e aiutano molto). Conta la community, i contenuti e la capacità di coinvolgimento.

La digital Influence e il codice etico degli influencer

I pilastri che segnano e determinano la Digital Influence di una persona sono infatti: portata, pertinenza e risonanza.

Celebrity, middle, micro o nano, gli influencer dovrebbero tenere un codice etico che aiuti chi li segue a identificare il contenuto postato come spontaneo o commerciale. Una normativa c’è, da qualche anno, ma non prevede sanzioni monetarie quindi sappiamo bene tutti cosa significa questo.

L’uso di quelli che sono stati definiti “gli hashtag della trasparenza” sono (o dovrebbero ormai essere) chiari a tutti: #supplyby #adv #gifted #sponseredby sono solo i più famosi e ormai usati se non si vuole ricorrere in una lavata di capo da parte dell’Authority.

IgersItalia ha redatto un Codice etico per i digital creator che prevede, per determinare la professionalità dell’influencer (come dei creator in generale), la sottoscrizione di un contratto con un’agenzia e l’accettazione di un compenso economico. Questo significa, soprattutto, che l’influencer si faccia carico anche di oneri da rispettare e possa essere ritenuto responsabile in caso di controversie.

Favorevoli o meno a questo codice, la sua finalità è proprio responsabilizzare chi vuole fare questo “lavoro” trattandolo come tale, e non come un gioco su Instagram.

Ma come si diventa influencer? L’autrice vi presenta quello che è il percorso, dall’inizio (l’analisi e la scelta di canali e strategia) alla fine (i contenuti e il piano editoriale).

Molto bella la parte dedicata ai concorsi a premi che qualcuno ancora ignora. Un influencer non può organizzare un concorso, solo le “aziende” (come forma societaria) posso farlo. E per farlo sui social di Meta (Facebook e Instagran) bisogna rispettare delle regole precise. Vi dico quelle che più spesso vedo violate e che mi farebbero venire voglia di segnalare tutti al Ministero: è vietato obbligare gli utenti alla condivisione di un post per dichiarare la loro intenzione di partecipazione oppure taggare un amico per partecipare. Essere consapevoli delle regole aiuta a capire se i contest sono regolari o meno. E ricordatevi che chiamare un CONCORSO A PREMI con un altro nome come Contest, giveaway o giochino della domenica non cambia la sua natura. Se uno vince e gli altri no è un concorso. E come diceva il mio ex capo: “se un omicidio lo chiami soppressione di imbecille sempre omicidio è!”.

In conclusione:

A chi è rivolto: a chi vuole fare della propria passione un lavoro vero usando i social.

Quanto è pratico: direi molto dato che nella parte dedicata al piano editoriale vi insegna anche a crearne uno in Google.

È da avere in libreria: sì! Anche se i social evolvono in fretta ricordiamoci che la teoria/strategia resta!

voto:

l'Autore

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Federica Mori – La Barbie Social
Laureata in Relazioni pubbliche e Pubblicità nel 2006, ho iniziato a lavorare poco dopo in una piccola agenzia di comunicazione a Brescia. Dal 2015 sono Freelance e mi sono dedicata al Social Media Marketing, senza però mai tralasciare il mio amore per l’Ufficio Stampa e le PR. Oggi sono Social Media Strategist e ADV Specialist: aiuto aziende e piccole realtà a usare i social per migliorare la propria presenza online.

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Laureata in Relazioni pubbliche e Pubblicità nel 2006, ho iniziato a lavorare poco dopo in una piccola agenzia di comunicazione a Brescia. Dal 2015 sono Freelance e mi sono dedicata al Social Media Marketing, senza però mai tralasciare il mio amore per l’Ufficio Stampa e le PR. Oggi sono Social Media Strategist e ADV Specialist: aiuto aziende e piccole realtà a usare i social per migliorare la propria presenza online.
Laureata in Relazioni pubbliche e Pubblicità nel 2006, ho iniziato a lavorare poco dopo in una piccola agenzia di comunicazione a Brescia. Dal 2015 sono Freelance e mi sono dedicata al Social Media Marketing, senza però mai tralasciare il mio amore per l’Ufficio Stampa e le PR. Oggi sono Social Media Strategist e ADV Specialist: aiuto aziende e piccole realtà a usare i social per migliorare la propria presenza online.

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