Per ridere aggiungere acqua è un breve saggio sul linguaggio che invita a riflettere su un interrogativo: può un computer riconoscere l’ironia?
Dagli smart speaker (Alexa e Google Home) al Natural Language Processing (campo di studi che si focalizza sull’elaborazione del linguaggio naturale da parte degli algoritmi), il tema della comprensione della comunicazione umana da parte di un computer diventa sempre più rilevante e attuale.
Quando abbiamo a che fare con l’ironia la questione si fa ancora più complessa: in quanto umani sappiamo interpretare le frasi in base al contesto o alle nostre conoscenze, mentre un computer esegue calcoli in base alle relazioni precise tra lettere e parole.
Algoritmi e interpretazione dei significati
Facciamo un esempio.
Luciano dice: Il mio amico Claudio è una sagoma, ma ogni tanto lo ammazzerei!
Ovvio che Luciano vuole bene al suo amico e sta solo scherzando. Ma alla domanda: Luciano desidera uccidere il suo amico Claudio? un computer potrebbe rispondere: Sì.
Questo perché il linguaggio umano non è strutturato in maniera “palese”.
Altro esempio. Pensiamo alla frase:
una vecchia porta la sbarra
Potrebbe significare che:
un’anziana signora (una vecchia) porta con sé un oggetto (la sbarra)
oppure che
un uscio antico (una vecchia porta) impedisce l’accesso (la sbarra).
Quale dei due significati selezionerebbe un computer?
Per ridere aggiungere acqua: di cosa parla?
L’autore Marco Malvaldi – scrittore di romanzi gialli, chimico e ricercatore dell’università di Pisa – parte dall’analizzare come i computer processano il linguaggio umano e come le lettere formano le parole e la relazione tra le parole stesse, passa per la comprensione di che cosa vuol dire ridere e arriva a riflettere su cosa potrebbe fare un computer per riconoscere una battuta.
Citando Bergson il riso nasce dall’inaspettato. Dal coinvolgimento di due punti di vista, due significati totalmente diversi e incompatibili nella stessa frase. “Divertire” significa letteralmente “cambiare direzione” ed è proprio questo che fa scaturire la risata: la distanza tra ciò che ci aspettiamo e ciò che invece succede.
I ragazzi si divertivano tantissimo a tuffarsi in piscina direttamente dall’albero, così abbiamo deciso di metterci un po’ d’acqua.
La visione di una fila di persone che si tuffano di testa in una piscina vuota si concretizza in un sorriso.
Per imparare a riconoscere l’umorismo un computer dovrebbe essere in grado di individuare le condizioni di default e rendersi conto quando viene violato il contesto usuale. Il gioco, il riso, l’ironia nascono dalla capacità umana di separare realtà e finzione. È possibile ricreare la stessa capacità all’interno di un computer?
Il saggio non dà una vera e propria risposta, piuttosto apre la seguente riflessione: il possesso di coscienza è una condizione necessaria dell’umorismo. Potrebbe essere l’umorismo stesso un potenziale strumento per dotare le macchine di coscienza?
In conclusione consiglio questo libro a chiunque lavori nell’ambito della comunicazione o sia affascinato dal linguaggio, dalle parole e dal loro significato. A chiunque sia interessato a riflettere sulle fondamenta filosofiche dell’intelligenza artificiale.