RECENSIONE DEL LIBRO

OKR PERFORMANCE

centra gli obiettivi della tua organizzazione

Editore:

AYROS

autore

Francesco Frugiuele - Matteo Sola

pubblicazione:

pagine:

Febbraio 2022

163

Autore

Francesco Frugiuele - Matteo Sola

Editore

AYROS

Pubblicazione

Febbraio 2022

Pagine

163

Prezzo

19,00

Autore

Francesco Frugiuele - Matteo Sola

Pagine

163

Editore

AYROS

Prezzo

19,00

Autore

Francesco Frugiuele - Matteo Sola

Pubblicazione

Febbraio 2022

costo:

Editore

AYROS

Pagine

163

19,00

Ma che meraviglia della natura (umana) saranno i libri scritti a più mani?

Li ammiro ancor prima di averli letti, perché è un gioco di equilibri, incastri e narrazioni.

Le mani in questione sono quelle di Francesco Frugiuele e di Matteo Sola, rispettivamente co-founder e partner di Kopernicana, e sono considerati i massimi esperti italiani del metodo illustrato nel libro.

Un metodo che prende il nome dal suo acronimo, OKR Objectives and Key Results, con uno scopo ben delineato: allineare tutte le persone all’interno dell’organizzazione.

Del resto, e qua ognuno farà le proprie personali riflessioni rispetto al proprio contesto professionale, non è totalmente inusuale che in azienda “la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra” o “la testa che non sa dove le gambe si stanno dirigendo”. Spero di aver reso correttamente l’idea con questa metafora.

Ma arriviamo al dunque: quando dalla redazione mi è stato proposto questo testo, posso garantire che non avevo la più pallida idea di cosa significasse il termine OKR. Provo un po’ di imbarazzo, ma lo ammetto.

Eppure lavoro in un’azienda strutturata ed ho a che fare con obiettivi e risultati quotidianamente, ho pensato. Ma una cosa, ancor prima di leggere il testo, l’ho definitivamente compresa: quando ti dicono “non si finisce mai di imparare”, credigli, è una verità inconfutabile.

Alessandro Rimassa, nella prefazione che va assolutamente letta, offre un quadro chiaro ed immediato rispetto alla reason why del libro oltre che agli ostacoli che il metodo potrebbe incontrare ai vari livelli decisionali e comparti aziendali. Ma Alessandro chiude le proprie riflessioni con una provocazione: non ci sono buone ragioni per dire no al metodo che sarà affrontato e sostenuto nel libro. In sostanza, potremmo cominciare ad utilizzarlo già “da domani”.

In cosa consiste il metodo OKR

Faccio un piccolo passo indietro: OKR è l’acronimo di Objectives and Key Results, “Obiettivi e Risultati Chiave”. È il nome di una metodologia di pianificazione strategica organizzata per obiettivi.

Questa l’estrema sintesi, in tre punti:

  1. Si definiscono pochi obiettivi importanti, chiari ed ispiratori;
  2. Si associano a questi alcuni risultati misurabili;
  3. risultato centrato = obiettivo raggiunto.

Si tratta di un metodo nato negli anni ‘80, ma che ha visto una nuova luce nell’ultimo decennio. Messo a punto da Andrew Grove in Intel, per spingere l’azienda a conquistare la leadership nel proprio mercato di riferimento. Obiettivo, peraltro, che fu raggiunto.

Ma come spesso accade, le buone idee, sono sempre il frutto di un’attività di perfezionamento di un’altra buona idea inventata da qualcun altro in precedenza: Grove aveva infatti rielaborato la modalità con cui applicava gli MBO (Management By Objective) di Peter Drucker.

La definizione di OKR

Al fine di fugare ogni possibile dubbio, riporto sin da subito la definizione battezzata per identificare la metodologia OKR: “sono un sistema per diffondere la strategia di un’organizzazione tra i suoi membri, e per sostenere l’efficacia esecutiva, attraverso chiarezza, trasparenza e collaborazione”.

Da questa stessa definizione, possiamo desumere quelle che sono le parole chiave del mondo OKR: strategia, efficacia esecutiva, chiarezza, trasparenza, collaborazione.

Perché oggi c’è bisogno di adottare il metodo OKR?

I modelli organizzativi che contraddistinguono le aziende odierne risultano essere anacronistici rispetto al contesto odierno.

Il modello “command and control”, risalente agli inizi del secolo scorso e caratterizzato da una gerarchia ben definita a struttura piramidale, era efficace ma oggi non lo è più, nonostante sia ancora ampiamente diffuso e operativo.

Le aziende per cui all’epoca è risultato essere un modello vincente, erano aziende industriali molto distanti da quelle odierne. Ma capiamo insieme perché ieri sì ma oggi no:

  • l’obiettivo principale di quel tipo di aziende era di garantire una produzione ripetibile e priva di errori;
  • le competenze di alto livello riguardavano una cerchia ristretta di persone;
  • le differenze lungo la piramide sociale erano corpose, sia dentro che fuori dalle organizzazioni.

Alla luce di ciò, risulta evidente che fosse uno strumento valido per le aziende di quel tempo ma che sia ampiamente discutibile per quelle operanti nel contesto attuale. Qui nasce l’esigenza di utilizzare un modello strategico in grado di affrontare l’ambiente odierno e utilizzare gli strumenti attuali. Volendo usare un termine piuttosto diffuso per definire l’oggi, potremmo parlare di VUCA, acronimo utile a descrivere le condizioni in cui tutti dobbiamo operare: Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity.

I limiti del modello “comando e controllo”

È importante fare divulgazione e mettere in discussione un modello vecchio più di un secolo. È altrettanto fondamentale prendere atto dei limiti che esso presenta:

  • genera lentezza;
  • deresponsabilizza;
  • non favorisce l’innovazione.

Poco sopra, non a caso, ho sottolineato la frase “priva di errori”. All’interno dell’organizzazione, come gli stessi autori sottolineano, “l’assenza di spazio per l’errore conduce all’assenza di spazio per fare le cose in modo nuovo: nessun errore, nessuna innovazione”. Questo perché l’innovazione, spesso, passa dalla sperimentazione e anche dall’errore. Errare, risulta quindi necessario.

Come si struttura il libro

Il libro è organizzato in 5 capitoli, che rispondono alle seguenti domande:

  1. Cosa sono gli OKR?
  2. Come si scrivono, come si redigono?
  3. Cosa fare prima di iniziare ad implementarli?
  4. Come si implementano?
  5. Case history di aziende italiane?

All’inizio di ogni capitolo è presente un’infografica riepilogativa degli argomenti trattati e sulla pagina di volta il dettaglio dei titoli dei vari paragrafi.

Altre informazioni utili sul testo

La carta ha la giusta porosità e consistenza per prendere appunti a margine mentre si legge o per sottolineare. Le varie note sono esplicitate in fondo, tutte assieme. Devo dire che quest’ultimo aspetto l’ho trovato un pochino scomodo.

Decidere di adottare gli OKR richiede un forte processo di cambiamento. Compreso il vantaggio offerto dal metodo da parte del top management, si rende necessario l’intervento e il supporto di consulenti esterni in grado di guidare l’intero processo di implementazione, che fa perno in modo particolare sulla formazione delle persone.

Conclusioni del libro

Poiché la metodologia degli OKR in Italia è ancora in fase di diffusione e sviluppo, non esiste una vastissima letteratura al riguardo. Questo rappresenta un ottimo testo da cui partire, per poi eventualmente integrare e/o approfondire con questo testo che tratta di OKR e gli altri testi menzionati nella bibliografia. Può risultare un testo interessante per figure del top management che sentono il bisogno di cambiare passo e di farlo cambiare anche all’azienda in cui lavorano, interessante anche per imprenditori illuminati con la voglia di scardinare le vecchie piramidi decisionali e studenti che necessitano di approfondire per ragioni di studio o mera curiosità.

All’interno del testo troverai riferimenti piuttosto conosciuti come quello al golden circle di Simon Sinek e al business model canvas di Alexander Osterwalder, come strumento di lavoro. Immancabile anche la citazione del guru del change management, John P. Kotter, con le otto fasi del cambiamento. Qualora tu desiderassi approfondire, clicca sul nome degli autori o le parole chiave per i testi recensiti su questo blog.

voto:

l'Autore

della recensione

Daniela Bonaldi
Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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