Questione di DNA
Fratelli di sangue e di carriera, Chip e Dan Heath hanno stretto da anni un sodalizio che ha portato alla stesura di diversi apprezzatissimi volumi di settore, da ultimo questo loro “Power of Moments”, best seller del New York Times, e prima ancora “Decisive: How to Make Better Choices in Life and Work”, “Switch: How to Change Things When Change is Hard” e “Stick: Why Some Ideas Survive and Others Die”. Il tutto per un totale di più di tre milioni di copie vendute, tradotte in oltre trenta lingue.
Oltre alla passione per la divulgazione i due condividono, e non potrebbe essere altrimenti, carriere brillanti come studenti di facoltosi MBA, consulenti, ricercatori e professori universitari.
La premessa
“Momenti che contano” è un libro di difficile collocazione, non è infatti propriamente un libro di business, o almeno non solo. Certo, il background degli autori e l’intuitiva applicabilità al marketing e al customer management ne fanno un’ottima lettura per gli addetti ai lavori, ma allo stesso tempo invita a ragionare su esperienze e contesti molto vari e in cui rispecchiarsi non solo come professionisti, ma come persone.
Se la vita è fatta di momenti, è anche vero che il nostro cervello, sempre a caccia di scorciatoie e poco incline a sovraccaricarsi, tende a dimenticarli quasi tutti. Quali che restano impressi sono solo quelli che vanno a formare esperienze davvero straordinarie, nel senso letterale del termine, cioè che eccedono l’ordinario.
Dal punto di vista del business, sappiamo bene che il tipico approccio al customer insights è di intervistare, registrare e poi apportare modifiche in base ai feedback. Ma questo non crea affatto extra-ordinarietà: la risoluzione dei problemi non ci colpisce, come non lo fa una strada senza buche. In questa difficoltà nel progettare esperienze significative risiede la ragion d’essere di queste 220 pagine.
Organizzazione del contenuto
L’intento dei fratelli Heath non è ovviamente quello di voler rendere tutto epico, anche perché se tutto è straordinario, nulla lo è più. Lo scopo è invece “sfidare la dimenticabile piattezza del lavoro e della vita di tutti i giorni creando alcuni momenti preziosi”. E per farlo, dobbiamo partire da una serie di elementi che i momenti significavi hanno in comune, questi quattro elementi che gli autori hanno individuato vanno a scandire i capitoli del volume e sono conditi da innumerevoli esempi, storie a riguardo e casi clinici che vi aiuteranno a entrare nell’ottica di riuscire a creare questi momenti.
Gli elementi individuati dai fratelli sono:
- Elevazione: “i momenti determinanti si collocano al di sopra della quotidianità”;
- Intuizione: sono in gradi di ridisegnare la nostra visione del mondo e di noi stessi, facendoci prendere coscienza di cose che poi ci influenzano anche per tutta la vita;
- Orgoglio: ci colgono spesso quando diamo il meglio di noi, raggiungendo risultati inattesi;
- Connessione: essi sono molto spesso sociali, potenziati dalla condivisione.
Questi elementi caratterizzano i momenti che contano, che gli autori definiscono anche “picchi”. Non devono necessariamente coesistere tutti, anzi spesso un picco è caratterizzato da uno solo di questi elementi, ma comunque sufficiente a rimanere impresso nella nostra memoria.
Insomma, un libro da leggere?
Mi sento di consigliare questo libro, specialmente in un contesto come quello che stiamo vivendo in cui si dà una grande attenzione al marketing comportamentale, alle euristiche e ai bias, all’importanza dell’attenzione, della distintività e della memorabilità. Merita ampiamente le 4 stelle.