Quella scatenata dalle nuove tecnologie è una tempesta che ha spazzato via vecchie certezze, senza regalarne molte nuove, disegnando continuamente nuovi paesaggi del tutto inaspettati.
Netflix è nata come piccola società che voleva distribuire DVD in tutto il paese ed è diventata oggi non solo una piattaforma di distribuzione di film e telefilm ma anche e soprattutto una casa di produzione che ogni anno sforna una cosa come 700 nuovi film e serie TV che nella maggior parte dei casi non vedranno mai una sala cinematografica. Il New York Times ha dovuto ripensare il suo modello di business perchè fino a qualche anno fa le sue entrate erano dovute quasi per il 60% dalla pubblicità mentre ora la nuova filosofia aziendale, che si ispira proprio Netflix, punta sui contenuti su più piattaforme e sul sistema di abbonamento portando la pubblicità a influire sul fatturato di solo il 20%.
Stiamo assistendo alla più grande riorganizzazione dello scacchiere dell’industria dei media, che ha scatenato una guerra dominata contemporaneamente sia della logica da tutti contro tutti sia da quella del chi vince si prende tutto. Una combinata che può risultare esplosiva. In mezzo a tutto questo ci sono le persone e il loro modo di comprendere, accedere, acquistare e consumare questi prodotti.
Da Napster a Spotify: com’è cambiata l’industria discografica
Nel libro si narra la storia dell’industria musicale, dai Cd a Napster, da ITunes a Spotify. Cos’è cambiato e cosa ha portato questo cambiamento? Che riflessi ha avuto sul cliente medio che ascolta musica? Scoprirete tante curiosità su come siamo arrivati ad oggi e su come Spotify non è ancora cosi potente come pensiamo.
Si passa poi alla carta stampata, partendo da un dato: dal 2001 al 2019 la perdita di lettori di un giornale si aggira per tutti intorno al 60%. Ma non gridate alla morte della carta stampata troppo in fretta.. i lettori in realtà sono in alcuni casi anche aumentati. Com’è possibile? Grazie al digitale e all’online! Ma ovviamente questi due lettori (cartaceo vs online) non hanno lo stesso peso.. soprattutto quando si parla di pubblicità. La diatriba tra redazione del cartaceo e “i ragazzi del web” ancora oggi divide il mondo dell’editoria e non gli permette di evolvere davvero. Avremo mai un Spotify delle notizie? Forse no, ma oltreoceano qualche colosso ha già iniziato a modificare il suo modello di business per stare al passo con i tempi. E da noi, a che punto siamo? Lo potete scoprire nel libro!
Media, marketing e matematica
Facebook e Google oggi coprono il 70% degli investimenti pubblicitari digitali. Questo vi stupisce? A me no. Come si è passati dall’investire in tv a investire sul motore di ricerca principale nel mondo e sui social network lo possiamo attribuire alla trasformazione digitale e alla personalizzazione che oggi queste forme di pubblicità ci garantiscono.
Ma sapete quale è la forza dell’adv di Facebook? Permettere a piccole e medie imprese di connettersi con grandi audience, in maniera anche “fai da te” se non si ha la possibilità di affidarsi a un’agenzia. Questo è il punto fondamentale della disruption di quest’industria.
Ma sono davvero cosi efficaci le pubblicità su Facebook e Google? Si, ma finchè sono loro stessi a darci i numeri non possiamo fare altro che sperare che i dati siano veritieri. Dobbiamo fidarci, perchè non abbiamo altra scelta. (Il mito del ROI e di come provare a calcolarlo ve lo lascio scoprire nel libro.)
La rivoluzione digitale innescata dalla rete, che ha messo sottosopra il vecchio ordine mondiale dei media, è nata e si è sviluppata per dare risposte concrete alle richieste delle persone che chiedevano un ambiente nuovo e più consono alle loro esigenze. Gli allora padroni di queste industrie hanno oggi molto di che pentirsi per non averle colte e soddisfatte in tempo; ma questo per gli attuali dominatori del nuovo ordine mondiale dei media dovrebbe suonare come ulteriore monito. Infondo non è quello che ci ha insegnato ogni discruption? Nessun modello di business è l’unico modo possibile, nessun modello di business è destinato a dominare per sempre.
In conclusione:
A chi è consigliato? A chi vuole capire cosa sta succedendo nel mondo dei media per capire gli errori del passato e le potenzialità del futuro.
È da avere in libreria? È da leggere, questo è sicuro. Poi se lo volete cercare in biblioteca o scegliere in formato ebook a voi la scelta.