Esiste un italiano del web? L’abitudine a scrivere sulla tastiera di un computer, di un tablet o quella dello smartphone ha cambiato qualcosa nell’uso attuale dell’italiano? Le risposte a queste domande, ricorrenti nel dibattito pubblico e scientifico, sono negative. Non esiste un italiano del web. Non esiste una lingua di Internet, non esiste un e-taliano, così come non esistono il “popolo di Internet” e il “popolo dei social” anche se stampa e TV li invocano a piacimento per indicare una maggioranza non silenziosa.
Ad oggi gli italiani connessi alla rete sono quasi 50 milioni e quelli attivi sui social circa 40 milioni. Sapere dove ci troviamo, con chi stiamo parlando, chi ci legge o ascolta, e quali differenze esistono tra l’interazione faccia a faccia e quella attraverso uno schermo ci può aiutare a non commettere errori quando interpretiamo i testi altrui e ad insegnarci ad essere più accorti nel rispondere.
Il viaggio tra le parole di ieri e di oggi
Con questo libro vi ritroverete in un bellissimo viaggio tra le parole; e se avete più di 30 anni sarà un viaggio nostalgico di chi quelle parole le ha sentite fin dalla loro introduzione. Perché sì giovincelli di oggi: c’è stato un periodo in cui parole come “defolloware” non esistevano.
Si parla di social, di community e commenti con la grande costante che:
1) alcuni social sono meno predisposti alla conversazione;
2) i commenti tendono a scemare pian piano, anche quando partono grosse discussioni iniziali.
Ma in quale modo si possono classificare le forme di comunicazione? Possiamo limitarci a parlare di formati, come email o blog, oppure distinguere tra email di lavoro, email istituzionali, email personali per descrivere la lingua e gli usi in modo più pertinente? Quali sono i generi nativi di Internet e del web, e in che cosa si distinguono da quelli tradizionali? Qual è il peso della mediazione tecnica sulla lingua e sull’interazione?
Il web, la comunicazione e le parole
È qui che scoprirete una serie di parametri che possono determinare lo stile, il registro e la testualità del web. Elenco dettagliato che comprende una serie di fattori tecnologici, legati all’interfaccia e agli algoritmi, e sociali, dipendenti cioè dalle caratteristiche degli utenti e dagli scopi della loro interazione. Tra i fattori tecnologici vi cito solo come esempio il canale, l’ordine di visualizzazione dei messaggi, la dimensione dei testi. Per quanto riguarda i fattori contestuali e sociali essi riguardano invece ad esempio le caratteristiche socio biografiche degli utenti, gli scopi dell’interazione, il tono serio o scherzoso, formale o giocoso, cooperativo o ironico.
Subito dopo si passa ad esaminare un caso preso dal web e a vedere come lo stesso post, su piattaforme diverse, genera reazioni diverse. Qui vedrete un’attenta analisi dei diversi registri usati, i punti di vista, lo stile di scrittura, l’uso di abbreviazioni ed emoji, ecc. Un’analisi attenta che rispecchia ahimè la nostra società.. vedrete il tono di certi commenti e forse concorderete che la libertà di espressione per alcuni soggetti è abusata.
Le parole sui social hanno un peso
Consiglio a tutti di andarsi a riprendere il “manifesto della comunicazione non ostile” del 2017 che vale la pena non solo rileggere integralmente ma anche stampare e appenderlo di fianco al computer. Il primo punto dice: virtuale e reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
Con Internet la scrittura è diventata una pratica quotidiana, destinata a riscoprire nuove e vecchie forme di comunicazione. Indubbiamente il web ha spinto milioni di italiani esprimersi in forma scritta. Cosa a cui forse non si era più abituati e che ha fatto nascere fenomeni come i Grammarnazi e ci ha fatto (ri)scoprire dialetti e forme verbali che cambiano di significato da regione a regione (ma anche da una città all’altra all’interno della stessa regione).
In conclusione
A chi è indicato: Questo volume vuole fornire un quadro sintetico e aggiornato sulle interazioni nei diversi ambiti della rete e dare qualche consiglio per evitare fraintendimenti e scontri che spesso nascono dall’incomprensione reciproca e da una scarsa cultura della comunicazione mediata dei computer.
Quanto è pratico: direi che il libro è ben spiegato dai casi presi direttamente dalla rete, che spesso dicono più della teoria stessa.
È da avere in libreria: è un libro piacevole, che si legge in poche ore e che da’ uno sguardo attento e preciso al panorama sociologico di oggi. Sicuramente rileggerle tra qualche anno aiuterà a ricordarsi di questo nostro tempo e a metterne in evidenza le evoluzioni future.