Sono alla seconda recensione e mi è toccato Seth Godin. Calma, respiri profondi…non è il momento del blocco dello scrittore, anche perché in “La pratica” ho appena letto che “è stato inventato”. Il nuovo libro di Seth Godin è così, una montagna russa per creativi. L’ho amato e odiato nel corso dei sui 219 pensieri che l’autore si prodiga a titolare e a servire al lettore come gli elisir di lunga creatività.
Seth Godin, che scrittore!
L’ho amato per gli aneddoti che racconta e i personaggi che cita – da David Grohl a Backett, passando per Pitagora e Hemingway. L’ho amato perché nobilita il lavoro dei creativi mettendone a fuoco la generosità e l’impegno quotidiano nella pratica di migliorare il mondo. Di contro l’ho trovato a tratti ripetitivo e talvolta dispersivo, non credo a caso. Seth Godin è un pensatore dei nostri tempi tra i più autorevoli nel campo del marketing e della comunicazione. Ha all’attivo 19 best seller mondiali – tra i quali delle pietre miliari come “La mucca viola”, “Questo è il marketing”, “Il vicolo cieco” – tradotti in più di 35 lingue.
Per questo sono convinta che con “La pratica” abbia di proposito scritto un testo che obbliga a fermarsi, a riflettere e che torna spesso sui concetti chiave a lui più cari. Del resto è stato scritto in un momento storico davvero particolare, la pandemia da Covid-19, nel quale anche le attività più frenetiche hanno subito uno stop inderogabile e ci siamo trovati a dover ridefinire, riorganizzare, riprendere in mano le nostra vite.
Tra i passaggi degni di nota – una classifica che farò per ogni libro – segnalo:
- Le 14 verità sorprendenti (tra le quali “il blocco dello scrittore non esiste”)
- Il piano cartesiano che individua i 4 tipi personalità di un creativo
- I 45 modi in cui la paura blocca il lavoro creativo
- Le domande esistenziali alla fine della lettura e la chiusura “Andate a scatenare il finimondo”
- Gli elementi della pratica che si aprono con “evitate la certezza”
Chiudo con una citazione proprio di Godin, poche parole che sono una rivoluzione se lette nel contesto attuale:
“La magia del processo creativo è che non c’è magia.
Iniziate dal punto in cui siete.
Non fermatevi.”
Quindi, cari creativi, avanti tutta!
In conclusione
A chi è consigliato?
A chi sente il bisogno di fermarsi a riflettere per ritrovare la carica.
Quanto è pratico?
Il titolo può trarre in inganno: è una lettura che aiuta a mettere a fuoco alcune dinamiche fondamentali,
ma non è pensato per insegnare a fare. Siamo allo step precedente.
È da avere in libreria?
Non è il primo libro che consiglierei tra i suoi, ma nei momenti di “crisi mistica” è da avere a portata di mano.