“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”
Winston Churchill
In tutti questi anni non possiamo di certo dire che non ci siano stati cambiamenti. Anzi, stiamo vivendo nell’epoca di maggiore intensità di cambiamenti nella storia. Fatti importanti che riguardano l’economia, le imprese, la società, la politica e che, per svariati motivi, si ripercuotono nel modo di vivere di ognuno di noi. Pensiamo ad esempio alle crisi petrolifere degli anni ’70, il crollo del muro di Berlino nel 1989, l’attacco alle torri gemelle nel 2001, la crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel 2007, il disastro nucleare di Fukushima nel 2011, la pandemia nel 2020 e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin nel febbraio 2022…
Tutti questi importanti fatti che caratterizzano la nostra storia, si ripercuotono nel nostro modo di vivere, di lavorare, di produrre, di viaggiare, consumare e di socializzare.
“Cavalcare l’onda è l’unico modo per non esserne travolti”
Charles Darwin spiegava che a sopravvivere non è la specie più forte o la più intelligente, ma quella con maggiore predisposizione al cambiamento. Ed è proprio da queste parole che inizia l’analisi dell’autore Marco Magnani ne L’onda perfetta edito Il Sole 24 Ore. La sua è un’analisi dettagliata sul concetto di cambiamento. Come può un’impresa cavalcare l’onda del cambiamento senza esserne sopraffatta? Il libro inizia analizzando che cos’è il cambiamento e quante sono le sue declinazioni.
Il cambiamento come minaccia o opportunità.
Cambiare non sempre è sinonimo di migliorare. Nella nostra testa l’idea del cambiamento porta con sé per forza una condizione migliore rispetto a quella in cui ci troviamo attualmente, ma nella realtà non è sempre così. Il fascino del cambiamento alimenta una nuova speranza, fa sognare, ci riempie di energia e nuovi scenari. Ecco perché anche in politica le premesse del cambiamento risultano spesso efficaci. Ma quando arriva veramente la possibilità del cambiamento ci facciamo spaventare, ci facciamo bloccare dalla nostra stessa paura.
Il cambiamento e l’innovazione.
Non c’è alcun dubbio che molte innovazioni del passato siano state conseguenza di importanti cambiamenti. Ad esempio, gli storici concordano che molte guerre hanno favorito successivamente lo sviluppo della medicina, diventando così un’assurda fonte di progresso. In egual misura però è vero anche il contrario: l’innovazione stimola il cambiamento. Le grandi innovazioni tecniche e tecnologiche come la stampa o la macchina a vapore, hanno avuto effetti importanti sull’economia e sulla società, stimolando anche la nascita di nuove attività e un modo nuovo di lavorare.
La pressione del cambiamento.
L’autore si sposta analizzando anche il settore aziendale, dove spesso è frequente reagire ai problemi cambiando. Capita frequentemente di reagire cambiando le persone, la struttura organizzativa, la catena di comando, la rete commerciale. Si tratta di una risposta utile per “aggiustare il tiro”. E questo porta ad un cambiamento che può essere visto come positivo o negativo a seconda dell’organizzazione e dei punti di vista. Saper gestire a livello aziendale il cambiamento è una questione di sopravvivenza. “Learn and Adapt”: la capacità di apprendere e di adattarsi più rapidamente dei propri concorrenti è il vero vantaggio competitivo nel mercato di oggi. Nei diversi modelli organizzativi che conosciamo si possono notare organizzazioni più rigide e con caratteristiche di gerarchia più statica, oppure organizzazioni più flessibili e moderne che operano con un “network dinamico”. Queste differenze comportano ad una reazione diversa davanti ad un necessario cambiamento.
Senza dubbio, un epoca di grandi trasformazioni porta con sé anche un’epoca di grande ansia. La storia, da sempre, è caratterizzata da grandi mutamenti: un continuo di scoperte geografiche, scientifiche, invenzioni, guerre, carestie. La differenza tra le novità del passato e quelle di oggi non sta nella rilevanza del cambiamento stesso, quanto nel fatto che oggi è più difficile gestirlo. Marco Magnani ci mostra tre importanti motivi legati a questo argomento, che però vi invito ad andare ad approfondire nella lettura.
Il caso Kodak.
All’interno di questo titolo troviamo anche un’analisi molto curata di alcuni casi studio: aziende rinomate che si sono dovute adattare al cambiamento tecnologico, economico, societario per trarne o meno un vantaggio.
Ad esempio Kodak, celebre azienda che dal 1888 in breve tempo diventò leader nella produzione di pellicola cinematografica, immagini e stampa. Prima dell’avvento del digitale Kodak cavalcava l’onda del mercato. La digitalizzazione della fotografia è un vero e proprio tsunami difficile da fermare, che va a travolgere così il business di questa azienda, costretta ad un cambiamento radicale ovvero: competere nel mercato delle apparecchiature digitali, molto meno redditizio perché molto più ricco di concorrenti aggressivi come Canon, Nikon, Fujifilm.
Il cambiamento sarà ancora più pesante quando arriveranno successivamente le aziende di elettronica a produrre telefoni cellulari in grado di scattare fotografie di perfetta qualità. Kodak dunque ha cercato di resistere al cambiamento ma solo in seguito ha dovuto adattarsi e fare fronte ad una cultura aziendale rigida ed autoreferenziale.
Questo è solo uno dei tanti casi studio presenti all’interno de L’onda perfetta.
Chi è sorpreso dal cambiamento, lo sottovaluta o non è in grado di coglierne la reale portata, rischia di rimanere travolto dall’onda. La chiave sta nell’anticipare questi cambiamenti, cercare di comprenderli e cercare soprattutto di reagire trovando il nostro vantaggio all’interno di essi.
L’onda perfetta di Marco Magnani, con una scrittura scorrevole e precisa, è indicato ad imprenditori, CEO, responsabili di aziende, commerciali. Chiunque abbia a che fare con una gestione interna ed uno spirito imprenditoriale. Questo perché è fortemente consigliato per aprire gli occhi sui cambiamenti importanti nel corso della nostra storia, e per scoprire come reagire di fronte ad essi per cavalcare l’onda ed evitare di essere travolti.