RECENSIONE DEL LIBRO

Io, umano

AI, automazione e il tentativo di recuperare quello che ci rende unici

Io-Umano-Apogeo-Editore

Editore:

Apogeo

autore

Tomas Chamorro-Premuzic

pubblicazione:

pagine:

Settembre 2023

160

Autore

Tomas Chamorro-Premuzic

Editore

Apogeo

Pubblicazione

Settembre 2023

Pagine

160

Prezzo

20,00

Autore

Tomas Chamorro-Premuzic

Pagine

160

Editore

Apogeo

Prezzo

20,00

Autore

Tomas Chamorro-Premuzic

Pubblicazione

Settembre 2023

costo:

Editore

Apogeo

Pagine

160

20,00

Quante volte hai sentito parlare di AI negli ultimi mesi? Posso rispondere io per te: tantissime. Oserei dire, fin troppe.

Questo perché secondo Tomas Chamorro-Premuzic ci troviamo nell’era dell’AI con entrambi i piedi. Cosa significa? Ci stiamo trasformando in robot? Stiamo automatizzando le nostre vite piegandole alla tecnologia? Stiamo segretamente progettando un futuro in cui l’uomo è sottomesso al governo delle macchine?

La funzione di Io, Umano – che fa il verso ai celebri racconti di Isac Asimov o, per i più giovani al film con Wll Smith, Io Robot – è quella di portarci a rispondere a queste domande. Il tutto con la metodologia socratica della maieutica.

Chi è Chamorro-Premuzic e cosa vuole dirci con Io, Umano?

Chamorro-Premuzic è un’autorità nella people analytics, nella gestione dei talenti, nello sviluppo della leadership e nell’interfaccia tra l’umanità e AI. Chief Innovation Officer presso Manpower Group, co-fondatore di Deeper Signals e Metaprofiling, ha pubblicato oltre 200 articoli scientifici su psicologia, leadership e Intelligenza Artificiale. È anche professore di Psicologia Aziendale presso l’University College di Londra e la Columbia University e negli ultimi 20 è stato consulente per importanti corporate internazionali e intergovernative.

Chamorro-Premuzic al termine di ciascun capitolo del libro ci sottopone delle domande, le cui risposte permettono di totalizzare un punteggio. In base a questo dovremmo essere maggiormente consapevoli riguardo determinati argomenti:

  • Cos’è l’AI
  • In che modo sta cambiando le nostre vite
  • Quanto siamo consapevoli che la nostra esistenza è sempre stata condizionata dai Bias Cognitivi
  • Quanto possiamo ancora evolvere la nostra intelligenza
  • Quale potrebbe essere un eventuale antidoto all’appiattimento innescato dai meccanismi dell’era dell’AI

Ecco l’obiettivo dell’autore non è tanto quello di dare risposte dirette e precise su questi punti, quanto quello di portarci a formulare grandi domande che alimentano la nostra curiosità. Scardinare la serratura del ragionamento profondo per portarci in luoghi che, a quanto pare, stiamo abbandonando, delegando alla macchina.

Una rivoluzione sociale e tecnologica

Tutto è iniziato con l’Internet of Things.

L’Internet of Things (IoT), in italiano “Internet delle cose”, è una tecnologia che si basa sulla connessione di oggetti fisici al mondo digitale attraverso Internet. Questi oggetti, o “cose”, possono essere qualsiasi cosa.

Elettrodomestici, veicoli, dispositivi medici, sensori industriali. Persino oggetti di uso comune come lampadine o termostati. Lo scopo è consentire a queste cose di raccogliere dati, comunicare tra di loro attraverso sistemi di gestione centralizzati: prendere decisioni al posto nostro in base ai dati collezionati.

L’AI è spesso associata all’IoT per migliorarne le funzionalità e l’efficienza. È tutto molto figo ed eticamente edificante, no? Finalmente possiamo salvare il pianeta!

Se pensiamo che associare IoT all’Intelligenza Artificiale non fa che potenziare questo sistema, siamo in una botte di ferro! E allora perché ci sentiamo gradualmente sempre più infelici?

Andiamo per gradi.

Cosa si intende davvero per Intelligenza Artificiale?

  1. Analisi dei dati in tempo reale: L’IoT genera enormi quantità di dati dai sensori. L’AI può essere utilizzata per analizzare questi dati in tempo reale, rilevando modelli, anomalie o tendenze che potrebbero non essere evidenti a una persona. Questa analisi in tempo reale può consentire azioni immediate, come l’attivazione di un allarme in caso di situazioni di emergenza o l’ottimizzazione dei processi industriali.
  2. Automazione intelligente: L’AI può essere utilizzata per prendere decisioni intelligenti basate sui dati raccolti dall’IoT. Ad esempio, un sistema IoT in un’azienda manifatturiera potrebbe rilevare un problema con una macchina e utilizzare l’IA per decidere se spegnere automaticamente la macchina per prevenire danni maggiori.
  3. Apprendimento automatico e predittivo: L’AI può essere impiegata per sviluppare modelli di apprendimento automatico che migliorano nel tempo. Ad esempio, un sistema IoT per il monitoraggio della salute di un paziente potrebbe utilizzare l’IA per prevedere il deterioramento delle condizioni del paziente in base ai dati dei sensori.
  4. Gestione intelligente delle risorse: L’AI può aiutare a ottimizzare l’uso delle risorse nell’IoT. Ad esempio, in un sistema di gestione energetica IoT per un edificio, l’IA potrebbe regolare automaticamente il riscaldamento e il raffreddamento in base alle condizioni meteorologiche previste e ai pattern di utilizzo passati.

L’Internet delle cose e l’intelligenza artificiale cooperano per migliorare l’efficienza, l’automazione e la capacità di prendere decisioni basate sui dati in vari settori. L’AI fornisce l’intelligenza necessaria per trarre il massimo vantaggio dai dati generati dall’IoT, rendendo possibili applicazioni più avanzate e automatizzate.

Ma dove ci sta portando tutto questo? E a quale prezzo?

Io, Umano di Tomas Chamorro-Premuzic ci aiuta a comprendere cosa significa tutto questo con un ragionamento che fila piuttosto bene.

Oggi catturare l’attenzione e raccogliere più dati possibili sui nostri comportamenti sono due ingredienti fondamentali per sostenere l’era dell’AI. Senza questi non c’è AI. Semplice: la macchina ha bisogno di conoscerci per addestrare i suoi algoritmi. Per conoscerci, dobbiamo trascorrere tempo con lei e rivelarci nei nostri comportamenti più reconditi.

Se credi che non lo stiamo facendo, ti sbagli: post Facebook, storie Instagram, video YouTube, comandi per assistenti vocali, video TikTok, acquisti Amazon, devo continuare?

Per “vendere” l’attenzione alle persone, abbiamo sdoganato i 15 minuti di celebrità di Andy Warhol attraverso i social. Abbiamo inventato il modo per incollare i nostri occhi davanti a uno schermo alla ricerca di qualcosa che crediamo virale. E bramiamo tutti di poterlo replicare.

Questo circolo vizioso (descritto magnificamente in The Social Dilemma) non fa che generare dati da passare alla macchina, oltre che gonfiare oltremodo il nostro ego e renderci estremamente dipendenti dalla dopamina. Molto spesso infelici, ma questo è un altro discorso.

Qui si inizia a sentire il rumore del primo cortocircuito sociale: per sostenere l’AI, stiamo hackerando il nostro funzionamento interpersonale a favore dell’addestramento della macchina.

AI e decisioni delegate: oltre al danno anche la beffa

Allo stesso tempo siamo una specie profondamente governata da pregiudizi e irrazionalità.

Per ridurre il “dolore” che richiede un ragionamento profondo – gli scienziati preferiscono usare il classico Fight or Flight ovvero prendere decisioni rapide per metterci in salvo dalla tigre che incontriamo dietro l’angolo del nostro palazzo) utilizziamo scorciatoie mentali che confermano le nostre decisioni.

Tanto più le cose sono complesse, tanto più cerchiamo di semplificarle. Spesso abbiamo occhi solo per quegli indizi che supportano i nostri ragionamenti e questo li fortifica fino a renderli indistruttibili.

Ora, sulla base di questo identikit dell’essere umano, che tipo di AI stiamo costruendo o addestrando? Una AI libera da preconcetti e bias?

Hai presente quando ti senti a corto di fiato perché la tua vita è come il cestello della lavatrice con la centrifuga al massimo? Stiamo ingegnerizzando la casualità affinché la macchina riesca a inquadrare meglio i nostri comportamenti. Riusciamo a ottenere prestazioni soddisfacenti? Quanto stiamo sperimentando la noia? E soprattutto, quale sarebbe il motivo per farlo?

Il libro di Tomas Chamorro-Premuzic è ricco di citazioni che fanno decisamente riflettere. Mi ha colpito molto quella dell’esploratore tedesco Alexander von Humboldt riguardo il senso esistenziale dell’uomo. Qual è il fine della nostra esistenza? “Distillare in saggezza la più ampia esperienza di vita possibile”. Tomas Chamorro-Premuzic si chiede se riusciremo a rispettare questo compito con l’AI che stiamo addestrando.

Conclusioni del libro

A chi consiglio la lettura di questo libro?

Consiglierei “Io, Umano” di Tomas Chamorro-Premuzic a un pubblico ampio.

Chiunque fosse interessato a esplorare il fumoso rapporto tra AI e umanità dovrebbe leggerlo. Questo libro offre un approccio riflessivo e provocatorio sulle implicazioni sociali, tecnologiche ed etiche dell’AI nella società.

Nello specifico, il libro potrebbe interessare ad appassionati di tecnologia e innovazione. Chi è interessato agli sviluppi tecnologici e alla loro influenza sulla vita quotidiana troveranno stimolanti le discussioni offerte da Chamorro-Premuzic. I professionisti che hanno a che fare con il funzionamento delle tecnologie emergenti potrebbero trarre spunti interessanti per comprendere meglio il contesto in cui operano e le implicazioni etiche legate alla tecnologia.

Gli appassionati di filosofia e sociologia avranno pane per i loro denti. Ma anche marketer e responsabili d’impresa che desiderano esplorare le sfide etiche legate all’IA, compresi i bias cognitivi e l’automazione decisionale, troveranno questo libro decisamente informativo ed educativo. Concludo la recensione di Io, Umano con le parole che Chamorro-Premuzic prende in prestito a Noam Chomsky: Un individuo che pensa – che lo fa in modo creativo, autonomo – indaga. esplora e dà il suo contributo alla società. Se non c’è questo, si può tranquillamente essere rimpiazzati da un robot. È un elemento imprescindibile se vogliamo costruire una società in cui valga la pena vivere.

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Nicola Onida
Dopo una laurea in Relazioni Internazionali ho scoperto che la mia vera stella polare sarebbe stato il Digital Marketing. Da più di 10 anni amo studiare e approfondire le dinamiche che sostengono la comunicazione online tra persone, aziende e brand. Lo faccio per aiutare professionisti e imprenditori a poter dialogare efficacemente con il proprio pubblico. Su www.facilewebmarketing.com conduco esperimenti di SEO copywriting e web marketing.

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