Talento, stile e tecnica. Ecco gli ingredienti della ricetta. Se saprete dosarli con la dovuta attenzione, ma soprattutto se saprete padroneggiarli, allora diventerete scrittori.
Il talento è una caratteristica innata, che non può essere acquisita con la pratica. Lo stile è l’espressione del proprio pensiero, la somma delle tecniche di cui un autore dispone e l’angolazione con cui la sua mente e la sua sensibilità inquadrano le cose. La tecnica costituisce la calce con cui lo scrittore può cementare il suo patrimonio stilistico per mettere in risalto il proprio talento.
Lo scopo del libro non è essere una Bibbia per autori privi di talento, neppure un abbecedario per dilettanti privi di ispirazione.
Come si diventa uno scrittore?
Per prima cosa bisogna dare dimensione alla propria vena artistica, individuando il genere letterario entro cui si crede di potersi esprimere al meglio. Vi sono molteplici generi letterari, e ognuno di essi ha una sua precisa dimensione, oltre un corollario di elementi base che non possono essere ignorati.
E dato che, alla fine, lo scopo di uno scrittore è quello di farsi leggere, determinare un genere letterario entro cui muoversi è importante per caratterizzarsi gli occhi dei propri lettori. Ma quale scegliere? Un autore dovrebbe essere prima di tutto un fortissimo lettore, e dunque conoscere a fondo i suoi generi letterari preferiti. Solo a quel punto, volendo diventare scrittori, ha senso scrivere di un determinato genere letterario.
Fatta questa scelta arriva il momento, per lo scrittore, di decidere come, perché e che cosa produrre. È importante infatti capire sia il motivo per cui si intende avventurarsi nella stesura di un dattiloscritto, sia come s’intende realizzarlo. E non si può prescindere dal sapere esattamente che cosa ci si prefigge, dalla stesura di un’opera.
Idea, ispirazione, scenari e complessità dei personaggi sono elementi utili per stabilire fin dall’inizio che cosa si intende realizzare. Sono pochi gli scrittori che iniziano un lavoro senza avere prima determinato la lunghezza della loro opera. Racconto o Romanzo? Breve o lungo?
La struttura di un racconto
Un racconto ha una sua struttura interna ben definita, uno scheletro attorno al quale vengono plasmate tutte le componenti che creano l’opera completa.
- Idea/spunto
- Trama
- Narrazione
- Stile
- Punto di vista
- Ambientazione/scenario
- Personaggi
- Ritmo
- Dialoghi
I dettagli di ogni punto vengono ripresi e approfonditi nel libro con una particolare attenzione al punto 5 e all’ultimo, i dialoghi.
Ovvio, c’è una parte dedicata anche alla grammatica perché ahimè non vi basta affidarvi alla segnalazione degli errori di word per diventare scrittori. Un ripassino non fa mai male a nessuno quindi non saltate il capitolo, che vi vedo!
Le regole di base della grammatica consentono di mantenere sotto controllo le iperboli della scrittura, ma spesso non basta conoscere il significato degli aggettivi o degli avverbi per rendersi conto che il loro uso indiscriminato può essere dannoso. Occorre un po’ di mestiere per affinare l’arte di assemblare le parole in frasi di senso compiuto, e perizia tecnica che non sempre trova riscontro nella ricchezza del lessico del vocabolario.
Le regole della scrittura
Vi sono alcune regole d’oro che non dovrebbero mai essere trascurate, e che anzi dovrebbero entrare a far parte della cultura narrativa di ogni scrittore. Quali? Stiamo parlando delle ripetizioni e degli eccessi. Per capire cosa intendo vi basta leggere ovviamente.
“Provate ad immaginare lo stile di uno scrittore come un grande albero dalle mille fronde: tanta rigogliosità dipende dal flusso di una linfa invisibile ma certo assai nutriente, che non si espone in prima persona ma che permette di dare sostanza alla scrittura per esprimersi in colori e sfumature ogni volta inediti. Lo stile dello scrittore si abbevera di questa linfa, e le fronde che nascono dal tronco originario del suo modo di esprimersi sono gli aggettivi con il quale qualsiasi autore deve confrontarsi prima di fregarsene.”
Questa l’introduzione al capito dedicato alle figure retoriche. Come non leggerlo?
Sviscerate le anime molteplici della grammatica, dello stile e della scrittura, non resta che mettersi al lavoro utilizzando questi strumenti per dare corpo alle proprie idee e alla propria ispirazione, usando la parte di talento che sentiamo vibrare dentro di noi e che ogni scrittore deve possedere.
L’ultima parte è dedicata alla presentazione all’editore e alle agenzie letterarie perché il lavoro non finisce quando mettete la parola “fine” in fondo alla pagina.
Questo è un libro che vi sorprenderà per la sua semplicità e ricchezza. Pratico, chiaro, scorrevole: vi ritroverete a voler scrivere anche voi un manoscritto solo per seguire il processo creativo in cui siete stati risucchiati.
In conclusione:
A chi è rivolto: a chi vuole scrivere qualcosa più lungo di un post su Linkedin e impegnarsi per farlo al meglio.
Quanto è pratico: tantissimo! Ricco di esempi e con alcune appendici alla fine con ancora altri consigli.
È da avere in libreria: per me sicuramente perché un libro così “non scade mai”!