RECENSIONE DEL LIBRO

Il potenziale nascosto

Sbloccare le nostre risorse più preziose per raggiungere grandi traguardi

Editore:

Egea Editore

autore

Adam Grant

pubblicazione:

pagine:

Marzo 2024

312

Autore

Adam Grant

Editore

Egea Editore

Pubblicazione

Marzo 2024

Pagine

312

Prezzo

29,50

Autore

Adam Grant

Pagine

312

Editore

Egea Editore

Prezzo

29,50

Autore

Adam Grant

Pubblicazione

Marzo 2024

costo:

Editore

Egea Editore

Pagine

312

29,50

Tutti abbiamo un potenziale nascosto, e questo libro spiega come sbloccarlo. Con le giuste opportunità e la giusta motivazione a imparare, chiunque può acquisire le competenze necessarie per raggiungere traguardi più importanti. Il potenziale non dipende dal punto di partenza, ma dalla distanza percorsa. Per raggiungere il nostro traguardo però serve un’impalcatura: non basta sognare la destinazione, dobbiamo vedere la strada.

Il libro è diviso in tre parti:

  • La Prima parte esplora le abilità caratteriali specifiche che ci catapultano verso nuove vette.
  • La Seconda parte è dedicata alla creazione di strutture in grado di sostenere la motivazione (perchè anche chi è dotato di forti abilità caratteriali può cadere vittima del burnout, del dubbio o della stagnazione.
  • La Terza parte si concentra sulla costruzione di sistemi in grado di espandere le opportunità (scuole, team e istituzioni che alimentino il potenziale invece di sperperarlo).

Abilità caratteriali e disagio

Il carattere viene spesso confuso con la personalità, ma non è la stessa cosa. La personalità è la nostra predisposizione, sono i nostri istinti primari che ci dicono come pensare, sentire e agire. Il carattere è la capacità di far prevedere i valori sugli istinti.

In questa prima parte del libro scoprirai come il modo in cui preferiamo imparare è quello che ci fa sentire a nostro agio, ma non necessariamente quello in cui impareremo meglio. A volte si impara meglio nella modalità che ci mette più a disagio, perché bisogna impegnarsi di più. Avere il coraggio di accettare il disagio e rinunciare al proprio stile di apprendimento è già la prima forma di coraggio che possiamo affrontare. 

Prendere esempio dalle spugne marine

“Essere una spugna è qualcosa di più di una metafora. È un’abilità caratteriale, una forma di proattività vitale per realizzare il potenziale nascosto. Il miglioramento non dipende dalla quantità di informazioni che ricerchiamo, ma dalla qualità delle informazioni che recepiamo. La crescita non dipende tanto da quanto lavoriamo sodo ma piuttosto da quanto siamo bravi a imparare.”

Le abilità cognitive che amplificano la nostra capacità di recepire e comprendere le informazioni gettano le basi per diventare delle spugne. I progressi che normalmente attribuiamo al fatto di lavorare di più possono essere in realtà dovuti al fatto che lavoriamo in maniera più intelligente.

Ed ecco qui il primo punto su cui riflettere.

In che modo acquisiamo informazioni? Reagiamo a ciò che entra nel vostro campo visivo o siamo proattivi nel ricercare nuove conoscenze, competenze e prospettive?

E ancora: ci concentriamo sul nutrire il nostro ego o sull’alimentare la nostra crescita?

La capacità di assorbimento è l’abilità di riconoscere, valutare, assimilare e applicare nuove informazioni; e dipende proprio da due abitudini chiave: il modo in cui si acquisiscono le informazioni e l’obiettivo che perseguiamo quando filtriamo le informazioni.

Essere reattivi e guidati dall’ego è un metodo infallibile per mandare in tilt l’apprendimento: siamo intrappolati in una bolla, limitiamo l’accesso alle nuove informazioni e rifiutiamo gli input che ci minacciano. Bisogna quindi essere proattivi, cercare feedback, puntare alla crescita e diventare argilla.

Come superare gli ostacoli

Troppo spesso sembra che i nostri errori si accumulino e che i nostri successi spariscano nel nulla. Con il sostegno giusto nei momenti giusti possiamo superare gli ostacoli che si frappongono alla nostra crescita. Qui torna il concetto di Impalcatura, quella che ci aiuta trovare percorsi nuovi, che ci permette trovare motivazione anche nella routine quotidiana (che ammazza tutti – ndr), di ritrovare slancio e trasformare le difficolta e i dubbi in fonti di forza.

La routine, la monotonia del fare sempre le stesse cose e l’ossessione per il proprio lavoro portano spesso a non ottenere i risultati sperati, cadendo nel Burnout. Ma ho scoperto che esiste anche un’altro termine che spiega, meglio, quello che stiamo vedendo succedere: il BOREout.

Sì, Boreout (in italiano traducibile come sfinimento per noia) è un termine che esiste realmente in psicologia. Mentre il Burnout è “l’accumulo di affaticamento dovuto al sovraccarico emotivo, il Boreout è quella sensazione di abbrutimento emotivo che si prova quando si è poco stimolati.” In quanti si rivedono un questa definizione?

Come uscirne? Ci sono diversi modi: il gioco intenzionale è uno. Una teoria interessante questa, che vi invito ad esplorare; insieme a una riflessione sul lavoro nel weekend e sulle pause che dobbiamo imparare a vedere non come momenti vuoti in cui perdiamo tempo perchè hanno dei benefici. Rilassarci non è una perdita di tempo: e un investimento in benessere.

Tra retromarce, buchi nell’acqua, bussole, deviazioni e girate a vuoto si arriva all’ultima parte del libro, dedicata ai Sistemi in grado di creare opportunità.

Come si creano le opportunità e si sviluppa il potenziale nascosco

“Le abilità caratteriali e le impalcature possono aiutarci a sbloccare il potenziale nascosto in noi stessi e in chi ci circonda. Ma per dare a un maggior numero di persone la possibilità di fare cose più grandi, abbiamo bisogno di qualcosa di più. Per creare opportunità su più vasta scala bisogna costruire sistemi migliori nelle nostre scuole, nei nostri team e nelle nostre organizzazioni. […] I sistemi validi danno alle persone l’opportunità di percorrere grandi distanze. Aprono le porte a chi è cresciuto senza mezzi, fanno entrare dalla finestra chi non è stato fatto passare dalla porta e infrangono i soffitti di cristallo per coloro a cui troppo spesso viene negata la possibilità di sfondare. Quando costruiamo sistemi per liberare il potenziale nascosto nelle popolazioni, riduciamo il rischio di perderci degli Einstein”

Come si fa quindi a creare opportunità e sviluppare il potenziale delle persone? Si progettano scuole che tirino fuori il meglio di ogni studente (come in Finlandia), si lavora affinchè nei team/gruppi si faccia leva sulle capacità e i contributi di tutti (e non stiamo parlando dei famosi team building) con leader-colla che sappiamo creare coesione, si approfitta di domande di ammissione ai collage e di colloqui di lavoro per trovare le “gemme grezze”.

Il libro si chiude con un bell’aneddoto sulla Sindrome dell’impostore (di cui tutti soffriamo), il link al quiz per scoprire il nostro potenziale nascosto e i 40 suggerimenti pratici per sbloccare questo potenziale e raggiungere traguardi più alti.

Ma non fare quello che va subito a pagina 289 e legge solo quello. Perchè ti assicuro che il bello sta nelle 288 pagine prima

Conclusioni del libro

Questo non è un libro sull’ambizione, ma sull’ispirazione.

C’è molta della vita dell’autore ed è un continuo racconto di casi in cui persone sono diventate quello che sono oggi scoprendo il loro potenziale, lavorando sulle critiche e dandosi il permesso di sbagliare e non essere perfezionisti.

Questo libro è sicuramente consigliato a chi è in cerca della sua strada. A chi vive un momento di Boreout o sente di non andare da nessuna parte, di non riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Lo consiglio anche a chi, pur soddisfatto della propria vita personale/professionale vuole migliorarsi e sa di poter ancora fare di più. È un libro per sognatori? Si e no, ma lascio all’autore la spiegazione.

Vi lascio con una cosa letta che mi ha fatto molto riflettere. Sapete perchè i bambini apprendono più in fretta una lingua straniera? Non solo per la maggiore plasticità cerebrale e una minore interferenza delle conoscenze pregresse: sono immuni dalla paura dell’imbarazzo e dal malessere di commettere errori. Non hanno paura di sbagliare. Quindi non averlo anche tu, e inizia a cercare il tuo potenziale nascosto.

voto:

l'Autore

della recensione

Federica Mori – La Barbie Social
Laureata in Relazioni pubbliche e Pubblicità nel 2006, ho iniziato a lavorare poco dopo in una piccola agenzia di comunicazione a Brescia. Dal 2015 sono Freelance e mi sono dedicata al Social Media Marketing, senza però mai tralasciare il mio amore per l’Ufficio Stampa e le PR. Oggi sono Social Media Strategist e ADV Specialist: aiuto aziende e piccole realtà a usare i social per migliorare la propria presenza online.

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Laureata in Relazioni pubbliche e Pubblicità nel 2006, ho iniziato a lavorare poco dopo in una piccola agenzia di comunicazione a Brescia. Dal 2015 sono Freelance e mi sono dedicata al Social Media Marketing, senza però mai tralasciare il mio amore per l’Ufficio Stampa e le PR. Oggi sono Social Media Strategist e ADV Specialist: aiuto aziende e piccole realtà a usare i social per migliorare la propria presenza online.

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