Lo sappiamo: spesso il nostro corpo parla prima di noi, o dice diverse rispetto alle nostre parole. Lo studio del linguaggio del corpo è da anni materia dei comunicatori. Ma, ovvio, negli anni qualcuno si è chiesto se quelle “regole” valgono anche oggi che parliamo più davanti ad una telecamera o via email che vis e vis.
Erica Dhawan, l’autrice di questo libro consigliatissimo, ha iniziato a pensarci sempre più dopo la pandemia arrivando alla conclusione che oggi serve una nuova lettura del corpo, che tenga conto proprio del contesto digitale in cui è immerso.
Il Digital Body Language
Per cogliere questo nuovo ideale di comunicazione bisogna innanzitutto comprendere le quattro leggi del Digital Body Language:
- Valorizzare visibilmente
- Comunicare con attenzione
- Collaborare con fiducia
- Fidarsi totalmente
Pensateci: i tradizionali indizi e segnali che usiamo per mostrare l’apprezzamento che nutriamo per gli altri – ad esempio un sorriso, una stretta di mano, una nota di ringraziamento scritta mano – sono invisibili nella comunicazione digitale oppure richiedono troppo tempo e sforzo per essere messi in atto. Valorizzare visibilmente (la prima legge) riguarda quindi l’essere solleciti e consapevoli dell’altra persona, ad esempio dicendo un “ti capisco” e un “ti apprezzo”. Essere sensibili alle esigenze degli altri, rendere la lettura delle email la nuova arte dell’ascolto, e tanto altro che scoprirete nel libro.
Comunicare con attenzione implica fare uno sforzo continuo per ridurre al minimo i rischi di incomprensioni e interpretazioni errate essendo il più possibile chiari nelle parole che scegliete e nel vostro Digita Body Language. Comunicare con attenzione contribuisce ad eliminare la confusione, consente una comprensione costante delle esigenze dei bisogni di ciascun membro del team, aiuta a semplificare e a ridurre inefficienze nel lavoro di squadra.
Lavorare con fiducia riguarda invece la libertà di assumersi rischi deliberati confidando che gli altri sosterranno le vostre decisioni. Significa gestire da paura, l’incertezza e le preoccupazioni che definiscono i moderni contesti lavorativi. Significa, soprattutto, mettere le persone nelle condizioni di rispondere con cura e pazienza invece di spingerle a rispondere a tutto immediatamente, in un ambiente di lavoro operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
La quarta e ultima legge del linguaggio del corpo digitale si concretizza solo dopo che le prime tre leggi sono state messe in pratica, producendo un coinvolgimento a 360 gradi. Fidarsi totalmente significa avere una cultura di squadra aperta, nella quale tutti sanno di essere ascoltati, dove tutti possono sempre chiedere l’aiuto l’uno dell’altro e dove tutti possono concedere favori indipendentemente da un ritorno immediato.
Chiariti questi aspetti, indispensabili per capire il libro e il suo approccio entriamo un po’ nel vivo delle situazioni.
Oggi tutto (o quasi) si svolge online: dai colloqui al lavoro quotidiano. E quando parlo di online intendo tutto ciò che ha a che fare con un mezzo di comunicazione connesso a internet. In primis, le email e i messaggi di testo.
Gestire le email con il Digital Body Language
Se Carl Newport in “Un mondo senza email” (trovate la recensione qui) ci insegna a gestire il flusso e a non venire inghiottiti da uno strumento tanto utile quanto alienante, Erica Dhawan ci spiega come le email posso essere fraintese e lette con toni completamente diversi diversi da quello che il mittente aveva in testa. Ma soprattutto l’autrice ci aiuta a non commettere più questi errori mostrandoci come si generano queste incomprensioni e come evitarle.
Come si gestisce l’ambiguità di un’email confusa che non sapete affrontare? Come evitare di creare l’ansia digitale? Semplicemente porgendosi qualche domanda, semplice, ma efficace, che ci aiuta a rivedere la chiarezza del nostro messaggio.
Io stessa ho imparato a rileggere le email tre volte prima di spedirle, soprattutto quando sono email importanti, che racchiudono tante idee o che hanno lo scopo di presentare/risolvere un problema. Le rileggo ad alta voce l’ultima volta, come se fosse una conversazione diretta con il mio destinatario, per “sentire” se regge. E per non cadere in quei comportamenti un po’ “passivo aggressivi” che spesso, involontariamente, mettiamo in quei testi ma che, a parole, eviteremmo.
Nel libro troverete proprio come scrivere e cosa non scrivere nelle email in base ai sentimenti che volete esprimere e alla risposta che volete ottenere.
Ma non solo, scoprirete cosa sta dietro la scelta del canale usato per comunicare (spoiler: l’urgenza), come si può e si devono usare punteggiatura e simboli (voi quante emoji usate?) per trasmettere emozioni, come il rispetto sia dimostrato nelle tempistiche e come l’essere messi per primi nei destinatari di un’email oppure in cc o in ccn abbia a che fare con l’inclusione.
Potrei andare avanti ancora, e spoilerarvi tutto ma questo è un libro da leggere TUTTO e con attenzione, quindi fidatevi di me e compratelo per scoprire il resto!
In conclusione
A chi è rivolto: userò le stesse parole dell’Autrice “Questo libro è per le persone con capi e colleghi che continuano blaterare per il lavoro di squadra senza però mai fare ciò che è necessario per facilitarlo. É per chiunque sia sommerso da riunioni in presenza, teleconferenza, e-mail, messaggi di testo e piattaforme di social media, per coloro che hanno alzato le mani e hanno deciso di limitarsi a configurare le Impostazioni e non pensarci più!”.
Quanto è pratico: tantissimo! Gli esempi sono sparsi in ogni pagina, i casi in cui applicare le informazioni anche. Schemi e recap finali non mancano.
È da avere in libreria: Per me è un grande SÌ. È un libro che farà storia, che segna l’inizio di una nuova consapevolezza della comunicazione digitale. Un libro da far leggere in azienda e/o in agenzia perché aiuterà sicuramente nel nuovo mondo lavorativo in cui siamo immersi.