“Questo è un breve libro che parla di un bivio, di una decisione che tutti noi dobbiamo prendere. Ciascuno può farlo a modo suo, ma la scelta è la stessa: essere leader, creare un lavoro che conta, e trovare la magia che si sprigiona quando siamo così fortunati da creare insieme a persone che ci tengono. Possiamo fare bene e fare meglio al tempo stesso. A dire la verità, è l’unico modo utile per andare avanti.“
Il nuovo libro di Seth Godin si apre con questa premessa che, in fondo, è anche una promessa: quella di un cambiamento spiegato nelle poco più di 200 pagine che l’autore statunitense ha sfornato in un periodo storico in cui sembra tutto ruotare intorno alla leadership.
Perchè in questo periodo storico si parla tanto di leadership? Perchè il mondo è cambiato, e anche le persone. Abbiamo assistito a gente che abbandona il posto di lavoro, orari massacranti e ambienti tossici per cambiare stile di vita.
La promessa viene mantenuta? La risposta è si.
Lavorare meglio, come è possibile farlo?
Andiamo al lavoro con sogni, energie ed entusiasmo ma torniamo a casa ogni giorno un po’ più svuotati. Portiamo con noi passione ed entusiasmo, ma sembrano sprecati. Se ci riflettiamo, il 90% di noi noi si trova in questa situazione.
Se vogliamo lavorare meglio, ci servirà capire come è possibile farlo. E per Godin la soluzione è una sola: scegliere di essere leader. Creare le condizioni per il cambiamento, coinvolgere le persone in un percorso che crea connessioni, dignità e possibilità. La leadership è una competenza e un’arte, e può essere appresa.
La differenza tra manager e leader
I manager cercano l’obbedienza. Un manager fa profitti grazie al progresso industriale e alla produttività, che si ottiene facendo quello che facevamo ieri, un po’ più velocemente e a costo minore.
Il leader cerca di creare le condizioni affinché le persone facciano accadere il cambiamento. I leader non hanno bisogno dell’autorità, però devono coordinare la fiducia, il focus e la connessione delle persone coinvolte in un percorso volto a svolgere un lavoro che conta.
Potremmo essere tentati di inseguire i risultati più facili e migliori di entrambi gli stili. Di promettere alle persone dignità, connessione ed entusiasmo, e di usare la disciplina per indurle a fare ciò che vogliamo. Ma non funziona più bene come un tempo.
“Ma il management sta arrivando al capolinea. Gli esseri umani non sono risorse. Non sono strumenti. Gli esseri umani sono il senso di tutto.”
Essere manager è facile. Basta seguire le regole. Essere leader è tutt’altra cosa. Non ci sono regole, serve una certa predisposizione e attitudine. Serva capire le persone, prima di pensare ai risultati.
Che cosa vogliono le persone?
La sicurezza è la prima cosa. È impossibile crescere, connettersi o essere leader se siamo minacciati o sentiamo il terreno instabile sotto i piedi. Poi vengono senso di appartenenza e status. Ma quello che desideriamo davvero è il significato. Fare qualcosa che conta.
Diventare significativi vuol dire far accadere un cambiamento: influenzare le persone o il mondo attorno a noi così che siano differenti da come sarebbero se noi non ci fossimo mai stati. Ma creare cambiamento implica dei rischi, il rischio di vivere nella possibilità e la minaccia del fallimento (o del successo). Quando ci si presenta la possibilità del cambiamento, la tensione aumenta.
“Il nostro compito come leader – dice Godin – (in contrapposizione ai manager industriali) diventa dunque chiaro. Al posto di minacce e scarsità, e al posto di obbedienza e controllo, abbiamo l’opportunità di aiutare le persone a diventare significative. Possiamo gettare le fondamenta della sicurezza e poi costruire una cultura di appartenenza e status, in cui il progresso è un beneficio in sé… anche più della paga che offre”.
Sarà banale dirlo ma i soldi non ci danno la motivazione sufficiente a creare la magia di cui ha bisogno un team: servono forze intrinseche, non estrinseche.
Le riunioni, servono o non servono?
Verso la fine del libro troverai un’intero capitolo dedicato alle riunioni. Abbiamo detto tutti almeno una volta mentre siamo in ufficio “bastava un’email, non serviva una riunione”. Oppure ci siamo ritrovati in riunioni a cui ci hanno chiesto di partecipare, ma non di contribuire. E quindi? Le riunioni sono il male assoluto? Diamo fuoco a Zoom? Ovvio che no; nelle organizzazioni di oggi le riunioni assumono (o dovrebbero) un ruolo diverso. Ti lascio scoprirlo nel libro!

Quello di Seth Godin è un manifesto.
Non è un manuale, non vi insegna i passaggi per diventare leader (come fanno in molti) ma vi spiega le differenze tra la cultura manageriale (che non è tutta cattiva eh) e quella della leadership.
Vi racconta cosa fanno i manager e cosa i leader, come gestiscono i lavori, le persone e i cambiamenti queste due figure contrapposte.
È un manifesto sul cambiamento e il significato. Per noi e per il nostro lavoro.
È consigliato ai manager (ovviamente) che vogliono cambiare le cose; a chi lavora in team, a chi è stanco del suo lavoro e non capisce cosa non va.
Nel libro troverai tante storie di leader e di manager che ti aiuteranno a vedere ancora più nettamente la differenza e l’impatto di queste due visioni.
