Flavia Rubino è consulente di marketing strategico, autrice del pod-cast “Lean Branding – il Branding Agile”, è ricercatrice e formatrice. Supporta aziende e professionisti nel percorso di rinnovamento di modelli di business e comunicazione. Tutto ciò dopo aver iniziato in Procter & Gamble ed essersi affermata ricoprendo posizioni di direzione marketing internazionale per altre grandi aziende operanti nel largo consumo per 15 anni. È fondatrice di The Talking Village.
Insomma, “trabocca” di conoscenza, fidatevi di me ?
In questo suo primo libro (dopo vi spiego anche perché l’ho scelto), illustra il metodo Lean Branding, che nasce dall’incontro tra marketing strategico e design thinking. Perno di tutto ciò sarà, anzi è, l’elemento della fiducia. Non a caso l’autrice ci lascerà intendere, a più riprese e in più contesti, che brand e fiducia coabitano sulla stessa faccia della stessa medaglia.
L’obiettivo del modello, infatti, è guidare alla costruzione di una relazione di fiducia e la relativa misurazione. E le tappe che ci accompagneranno nel processo, prenderanno l’acronimo di TRUST.
Perché ho scelto questo testo da recensire?
Ho sempre nutrito interesse e curiosità verso il design thinking. Quindi, quale occasione migliore per iniziare a scuriosare un po’? All’interno delle 5 fasi che caratterizzano il DT (Empathyze – Define – Ideate – Prototype – Test), inoltre, ne troviamo due che derivano proprio dalla filosofia Lean, che è un altro tema di mio interesse.
Più specificatamente, il fascino di tale mix risiede nel fatto che il Design Thinking aiuta a inquadrare meglio i problemi e a produrre soluzioni innovative, la parte d’ispirazione Lean (sinonimo di snellezza e sostenibilità), aiuta a validare le soluzioni individuate.
Immagino che risulterà chiaro sin da subito il valore di questo libro.
Come si struttura il libro
Il testo è organizzato in 6 capitoli, il primo contiene le premesse e un’accurata introduzione, e prosegue seguendo l’esatto flusso del modello proposto:
- Territorio – dove siamo
- Relazione – con chi interagiamo
- Unicità – cosa offriamo
- Storia – cosa e come comunichiamo
- Touchpoint – dove e quando comunichiamo cosa misuriamo.
Poiché questo elenco risulterebbe riduttivo, preferisco spoilerare la direttamente la schematizzazione del Lean Branding e relativo piano del libro, che ritroverete anche a pagina 3.

Le tre parti in azzurro più scuro, denominate ENABLER (attivatore), rappresentano dei pilastri valoriali e abilitanti su cui poggia il modello. Anche le pagine di queste tre sezioni sono di colore azzurro e si possono facilmente individuare dal taglio concavo del libro.
Ogni capitolo contiene sempre una serie di elementi esplicativi, tipo: diagrammi, schemi riepilogativi, sezioni di esempio, sezioni speciali (es. debunking), QR code che rimandano a delle card virtuali, definizioni, frasi salienti. Il test è molto ricco, ma ben strutturato e organizzato, nel pieno rispetto dei principi ispiratori.
Tutto ciò rende il libro invitante, ricco, chiaro, rassicurante e accogliente. E a tutti coloro che qualche anno fa scrivevano “il QR code ormai è morto”, muti!!!
Le parti o i concetti che ho apprezzato particolarmente
Ho apprezzato la foto del contesto odierno, sintetizzabile in questi punti:
- L’advertising non basta più;
- è sempre più difficile sviluppare contenuti di qualità;
- manca la strategia;
- mancano le competenze.
Esistono solo un marketing fatto bene ed uno fatto male. Il marketing ibrido, mezzo e mezzo, così e così, non esiste. Semplicemente perché risulta assimilabile al marketing fatto male.
Il marketing fatto bene migliora la vita delle persone. Ecco, noi marketer abbiamo una grande responsabilità sociale. Ne dobbiamo prendere atto.
La parola strategy è attualmente super inflazionata. Oggi, sono in troppi ad essere strategist di qualcosa. Ma in realtà, non esistono strategie social, digital, ecc. ecc. Esiste solo la strategia di brand.
Il brand è una relazione di fiducia. Ripetiamolo insieme.
La mia parte preferita? L’enabler n. III, che tratta della teoria dell’attenzione. Si parla di cervello, neuroscienze, neuromarketing e… Bias! 22 pagine super interessanti che si concludono con una celebre affermazione dello psicologo e filosofo William James: “La mia esperienza è ciò a cui acconsento di essere presente. Solo le cose che noto danno forma alla mia mente. Senza un interesse selettivo, l’esperienza è puro caos.”
Cosa mi ha lasciato questo libro?
La certezza che per essere dei marketers efficaci ed efficienti (avevo scritto bravi marketers, ma ho corretto), è necessario studiare ed utilizzare gli strumenti che nel corso degli anni sono stati creati e sempre più perfezionati.
Il marketing di approssimazione o di un tanto al chilo, è condannato a morte certa.
È importante conoscere il significato dei termini ed utilizzarli correttamente. Quindi, never stop learning.
Conclusioni
È un testo da studiare, che fornisce strumenti e illustra il percorso da intraprendere passo dopo passo. Può fare la differenza, in quanto ha un elevato tasso di concretezza. Mi ha talmente incuriosita che vorrei affiancare anche un corso di formazione dedicato al Lean Marketing Model. Sarebbe infatti fantastico potersi esercitare lavorando a dei business case. Richiede concentrazione ed il giusto tempo di lettura per metabolizzare.
È rivolto a Marketers, startupper, imprenditori (lungimiranti e illuminati), studenti, agenzie, appassionati della materia, che abbiano almeno una conoscenza base. Escludo che un neofita riesca ad orientarsi con estrema naturalezza e facilità, a mio avviso.
Per ulteriori approfondimenti, qui la news dell’autrice.