Raccontare Davide Caiazzo è tanto semplice quanto complicato: semplice se sei su Linkedin perché non puoi non conoscerlo essendo il profilo più seguito in Italia; complicato perché se non sai chi è ci vuole una buona ora a spiegartelo. Quindi se non lo conosci hai il permesso di smettere di leggere, entrare su Linkedin, seguirlo e scorrere qualche post. Poi torna e continua a leggere!
Che cos’è il Personal Branding?
Partiamo dall’inizio: che cos’è il personal branding? È usare sé stessi come brand, raccontarsi, mostrarsi, mettere in luce le proprie capacità, le esperienze e le conoscenze. Facile? No, per nulla. Anche se il digitale oggi permette di farlo a tutti. Ma da dove si parte? Dalla definizione di un obiettivo, da cui sviluppare una strategia per raggiungerlo lavorando su diverse aree: dal marketing, alla comunicazione, all’immagine.
Servono quindi Coaching (ovvero conoscersi), la definizioni di un marketing personale (presenza sui social network ma non solo), l’impostazione dell’immagine personale (sì, parliamo di come ci vestiamo in base alle occasioni) e conoscere le basi del public speaking (e dei protocolli!).
Chi deve fare Personal Branding?
Ma chi deve fare queste cose? In primis imprenditori e professionisti, ma può farlo anche il panettiere di paese se ha un obiettivo da raggiungere. Bisogna investire su se stessi e promuoversi come “un’azienda”, perché alla fine dei conti siamo tutti “brand”.
Ma come si costruisce un Personal Brand da zero?
- Onestà
- Lavoro quotidiano
- Credibilità
- Empatia
- Essere sé stessi
Usare lo storytelling per raccontare la propria storia è un buon inizio. Bisogna usare una storia semplice e facile da ricordare, generare emozioni positive, cercare la connessione con il proprio pubblico e promettere qualcosa, generare aspettative.
Tu per cosa vuoi essere conosciuto? Domanda non banale, a cui rispondere solo dopo aver definito obiettivi e bisogni.
Personal Branding: tra identità e reputazione
Creare una propria identità non è semplice ma è fondamentale. Il colore ad esempio spesso rende riconoscibili grandi brand. Definire la propria personalità non è banale e affidarsi ad un professionista è la strada giusta.
La reputazione di un Personal Brand è uno dei beni più preziosi che si possiedono. È correlata all’immagine che gli altri hanno di te e richiede impegno e pianificazione. Sbagliare è facilissimo ma l’autore vi ha messo “le chiavi” da seguire per non farlo. Le trovate nel capitolo tre!
Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha affermato che il Personal Branding è «quello che la persone dicono di te, quando tu non sei nella stanza». E in effetti si tratta proprio della percezione che gli altri hanno di te, come ti vedono, come ritengono il tuo livello di competenza in un campo specifico, come riesci a differenziarti dagli altri e come ti comporti nelle relazioni con gli altri.
Ovviamente, come succede per le aziende, dobbiamo anche noi identificare e definire la nostra nicchia, perché se conosci le esigenze specifiche di quel gruppo di persone sai esattamente cosa offrire loro. Ma come si identifica la nicchia? Ci sono metodi quantitativi come sondaggi e metodi qualitativi come interviste e focus group.
Come essere influenti oggi?
Eccoci qui ora: abbiamo obiettivi, strategia, personalità, reputazione e pure una nicchia a cui parlare. Come facciamo quindi adesso ad aumentare la nostra influenza? Le interviste sono un ottimo mezzo per raccontarci e dare il nostro punto di vista, per dimostrare le nostre competenze. E anche per trovare nuovi “clienti” perché sì, essendo noi stessi il brand, abbiamo bisogno di trovare sempre nuova linfa a cui rivolgerci e, banalmente, vendere i nostri prodotti.
Siamo animali sociali e abbiamo bisogno di vivere in comunità. Dobbiamo trovare la nostra, o crearla se non esiste, e conquistarla dandole quello che vuole, comunicando nel modo giusto, promuovendo le conversazioni e avendo tanta pazienza.
È tutta questione di strategia! Come creare un’offerta efficace per la propria audience, sfruttare i diversi canali social e usare al meglio il sito ve lo lascio scoprire nel capitolo 8.
Ma il Personal Branding è solo fumo e niente business?
Vendere corsi è una delle soluzioni oggi più redditizie quando si ha un forte personal branding. Ma è meglio un video corso o un ebook? La risposta è sempre “dipende” ma l’autore vi aiuta a scegliere.
Arrivati in fondo al libro, oltre all’appendice dedicata al Personal Branding su Linkedin che è molto utile partendo dalla sua esperienza, c’è una bellissima lista di 10 domande da farsi per costruire un Personal Branding efficace.
- Chi sei?
- Quali problemi sei bravo a risolvere?
- Chi ha bisogno di te?
- Chi sono i punti di riferimento del tuo settore?
- Con quale leader del tuo settore vorresti confrontarti?
- Cosa diresti di te in un elevator pitch?
- Come e dove puoi far crescere la tua rete?
- Chi può scriverti una referenza?
- Come gestisci il tuo personal brand online?
- Come gestisci il tuo personal brand offline?
Ve le metto solo perché abbiate voglia di investire qualche € e ora del vostro tempo quest’estate per aiutarvi a dare le risposte giuste!
In conclusione
A chi è rivolto? A chiunque, davvero. A chi vuole iniziare ad avere rilevanza e non sa da dove partire. A chi ci sta provando da solo senza riuscirci.
Quanto è pratico? L’appendice dedicata a Linkedin lo è molto, perché parla del suo caso. Il resto è un susseguirsi di consigli e cose da fare.
È da avere in libreria? Vi dirò, ho letto libri sul personal branding campati per aria utili solo a far incassare money all’autore e ad aumentare il suo di personal branding. Questo è molto centrato sullo scopo, pochi giri di parole, tanti suggerimenti e il suo valore lo possiamo vedere tutti i giorni seguendo l’autore stesso su Linkedin.