Bro, che disagio questa recensione. Cioè, ho tipo una super paura di non dire tutto quindi poi di scrivere una roba tipo disatrosa.
Potrei continuare a usare questo tono di voce per raccontarti il libro I giovani e l’italiano di Maria Silvia Rati: rispecchierebbe il contenuto di questo breve ma denso manuale didattico che in modo semplice e diretto presenta le caratteristiche e l’evoluzione della LG.
LG è l’acronimo di lingua dei giovani – chiamata anche giovanilese -, che utilizza l’autrice per parlare di un tema attuale e spesso criticato: il modo di esprimersi delle nuove generazioni.
Nell’introduzione Rati scrive che alcuni studiosi riportano un “affievolimento della creatività lessicale dei giovani, constatando una diffusa incapacità della LG di rinnovarsi come faceva in passato”. Secondo queste teorie sembra che le nuove generazioni abbiano un po’ abbandonato la capacità di creare nuove parole per distinguere il loro codice linguistico da quello degli adulti.
Maria Silvia Rati però guarda alla LG da una prospettiva differente: “Forse si può dire che, più che essersi attenuata, la creatività linguistica giovanile si esprime oggi con modalità diverse”.
Lo afferma in riferimento all’uso degli anglicismi, ma è un punto di vista dal quale possiamo partire per osservare le nuove tendenze linguistiche con curiosità, senza criticare a priori i giovani per il loro modo di parlare.
Perché prima di dire “Eh, ma noi da giovani mica ci esprimevamo così!” è necessario indagare le motivazioni che sono dietro a questo modo di parlare, porsi, scrivere e, forse, anche essere.
Quali sono le caratteristiche della lingua dei giovani?
Raga, siamo stati tutte e tutti giovani e ricordiamo bene come ci esprimevamo con i nostri pari quando andavamo a ballare in discoteca o durante le lezioni a scuola. Se sei genitore, ritroverai qualche parola da te utilizzata anche nelle frasi di tuo figlio e figlia perché qualche termine è entrato a far parte del gergo comune. Quanti ricordi, eh?
Ma cos’è la lingua dei giovani? “La LG è considerata una varietà diafasica della lingua italiana, cioè un linguaggio che si usa solo in determinate situazioni comunicative”, racconta l’autrice.
I giovani non usano questo modo di esprimersi in tutti gli ambiti della quotidianità, ma solo quando sono tra di loro e per parlare di argomenti specifici, anche se, come vedremo più avanti, la LG ha delle ricadute nel linguaggio scritto usato a scuola e all’università.
La LG è formata da due componenti: una gergale tradizionale, durevole nel tempo, caratterizzata da termini che restano e si trasmettono di generazione in generazione, e una gergale innovativa (o innovante) che è quella più interessante da approfondire perché portatrice di un “arricchimento continuo del lessico giovanile”.
Nel primo capitolo del libro Maria Silvia Rati spiega la diffusione dei gergalismi nella LG (per questo si chiama anche gergo giovanile) e la funzione che rivestono nel contesto attuale. Alla base della LG riconosciamo l’italiano colloquiale, soprattutto nelle espressioni del parlato.
In questo gergo transitorio perdiamo la funzione criptolalica del linguaggio a favore di quella ludica e identitaria: una lingua caratterizzata da eterogeneità e variabilità che si rinnova con una velocità pazzesca, diverte e permette ai giovani di sentirsi parte di una comunità.
Non pensare che la LG sia un’invenzione moderna
Il Garofano Rosso di Elio Vittorini, pubblicato nel 1948, era già stato condiviso a puntate su “Solaria” tra il 1933 e il 1934 (un po’ come avviene con oggi con le serie TV su Netflix). Nel libro troviamo numerose espressioni gergali di bassa estrazione come alzare le tendine o zompare, riferibili a una LG presente già nella prima metà del Novecento.
Abbiamo dovuto aspettare gli anni Ottanta però per assistere alla diffusione della LG, in particolare grazie alla nascita di gruppi sociali come i dark, i punk e i paninari (appartenevi a uno di questi?).
Nel libro trovi una bella panoramica sull’evoluzione storica della LG, con esempi che ti riporteranno al passato e altri che ti faranno sorridere pensando alle canzoni rap degli anni 2000.
La lingua dei giovani e il ruolo del dialetto
Maria Silvia Rati dedica il secondo capitolo de I giovani e l’italiano al dialetto come forma espressiva della LG. È la sezione più calda e colorita del libro, nella quale l’autrice spiega con chiarezza come le parlate locali si inseriscano nella LG, quali sono i fenomeni della nuova dialettalità e che ruolo hanno i regionalismi nella parlata giovanile.
Perché i giovani mescolano il dialetto all’italiano? E come lo fanno?
L’autrice spiega che questa compresenza può essere il risultato di tre modalità differenti:
- il code switching,
- il code mixing,
- il tag switching.
Nei casi studio presentati nel libro “il dialetto funge anche da elemento di rinforzo dell’identità del gruppo”. L’autrice spiega che alcune espressioni dialettali, oltre ad avere un elevato coefficiente affettivo, acquisiscono una funzione gergale.
Sono modi di parlare caratterizzati da spontaneità e naturalezza, la stessa che ritroviamo quando ci confrontiamo con un nonno che parla ancora in dialetto la domenica a pranzo.
I social media, i giovani e l’italiano: nuove forme di espressività
Se frequenti gli ambienti social, in modo particolare TikTok, YouTube e Instagram, e leggi i commenti lasciati dagli utenti ai contenuti pubblicati dai creator, ti capita senz’altro di sorridere di fronte a frasi come “Roby ti adoro sei la mia idola pure Jenny” e alla profusione di faccine con gli occhi a cuore o a stella.
I commenti lasciati su YouTube costituiscono secondo l’autrice “un utilissimo osservatorio per individuare i tratti caratteristici della LG dei nostri tempi”.
Siamo di fronte a una nuova grammatica che prende vita dall’interazione tra gamer o creator e follower, formata da espressioni linguistiche innovative, anglicismi, accorciamenti, storpiature delle parole, grafie abbreviate.
Lecito pensare che questo non sia italiano corretto e, se avessimo una penna rossa in mano, forse tracceremmo diverse righe sopra questi commenti che non rispettano i canoni della nostra lingua.
L’autrice ricorda però che “Il ruolo degli youtuber – e specialmente di quelli che propongono video o live di videogiochi – è decisivo nel fissare le caratteristiche del linguaggio che stiamo esaminando”.
La LG digitale è caratterizzata anche dalla presenza di tormentoni (ricordi il famoso “Mi dissocio”?) e dall’uso sempre più frequente di termini che derivano dalla psicologia, come disagio, ansia e il gettonatissimo cringe.
Metti il punto nei messaggi di WhatsApp?
Pensaci: quando mandi un messaggio concludi la frase con un punto oppure lasci l’ultima parola sospesa? L’omissione del punto è una caratteristica della LG, così come altri nuovi modi di interpretare la punteggiatura e allontanarla sempre di più dalle modalità di utilizzo più tradizionali.
Il problema però è che i giovani tendono a riportare anche nei testi scritti, come i temi o le tesine, le modalità di scrittura usate sulle piattaforme digitali.
Quando arrivi a pagina 84 del libro e osservi le foto inserite dall’autrice come esempio (un elaborato di scritto universitario) noti subito alcune tendenze ricorrenti: la dimenticanza del punto a fine frase, le spaziature tra i paragrafi date da una riga lasciata vuota, l’uso spropositato della virgola.
Per non parlare dell’impiego dei connettivi senza un senso logico e un abuso di infatti e quindi.
Un libro per acquisire consapevolezza sulla LG
I giovani e l’italiano è un libro pensato per due pubblici.
Il primo è quello degli insegnanti, dei docenti (ma anche delle maestre della scuola primaria) che hanno bisogno di interpretare con chiarezza il linguaggio usato dai giovani nella quotidianità.
Le ricerche dell’autrice – che troviamo anche nel suo primo volume intitolato In Calabria dicono bella del 2013 –, sono finalizzate a offrire una panoramica completa della LG e a indagare i motivi che spingono i giovani di oggi a esprimersi con un linguaggio identitario, con parole che li fanno sentire parte di una comunità.
Il secondo pubblico è costituito dai giovani: questo manuale potrebbe rientrare nei testi da studiare all’università per approfondire le tendenze linguistiche di oggi e acquisire consapevolezza sulle differenze tra un parlato gergale e la lingua da usare nei contesti accademici e negli scritti ufficiali.
Non possiamo fermare la diffusione della LG o pensare che i giovani smettano di utilizzare termini come pare, frate o poppare, ma abbiamo senza dubbio l’opportunità di sensibilizzare le nuove generazioni a comprendere le differenze tra l’italiano corretto e la LG, e a capire quanto sia importante continuare a coltivare un linguaggio adeguato a ogni situazione.
La forza de I giovani e l’italiano è la presenza di moltissimi esempi di dialoghi reali, paragrafi di libri, testi di messaggi e commenti online che offrono una panoramica completa della LG di oggi.
In un’intervista rilasciata da Vera Gheno per l’associazione italiana formatori, la sociolinguista aveva detto: “Con la loro velocità, i linguaggi giovanili rappresentano una formidabile fucina di idee linguistiche, alcune assolutamente transitorie, altre destinate a rimanere”.
(Fonte: associazioneitalianaformatori.it – Dicembre 2018, anno XII – N. 12 Il linguaggio dei giovani e l’italiano che cambia: “Lo slang aiuta a diventare adulti”).
Il libro di Maria Silvia Rati è una risorsa che aiuta a comprendere le dinamiche che muovono la lingua dei giovani e le modalità con cui alcune espressioni vengono costruite e modellate nel tempo.
Il manuale indaga quella transitorietà accennata da Gheno ma anche la forza di alcune forme espressive entrate a far parte oggi del linguaggio comune e spesso usate non solo dai giovanissimi ma anche dai Millennial o dai Boomer.
Gli esercizi proposti al termine di ogni capitolo costituiscono un ulteriore spunto di riflessione e riportano esempi di brani, romanzi e testi che dimostrano l’evoluzione della LG nel tempo.
Maria Silvia Rati accompagna la lettrice e il lettore alla scoperta della lingua dei giovani con uno sguardo oggettivo, pulito e onesto, privo di giudizio.
Il libro si legge con facilità, è scorrevole, i riassunti a fine capitolo aiutano a fissare i concetti principali e le parti di testo evidenziate mettono a fuoco le frasi salienti del manuale.
Vero, questo testo ha un’impostazione didattica, ma potrebbe essere uno strumento utile anche ai genitori di figli e figlie adolescenti che stanno attraversando uno dei momenti più delicati della vita.
Conoscere il linguaggio dei giovani è un modo per capirli meglio e avvicinarsi alla loro realtà con uno sguardo indagatore e una presenza forte.
P.S. Se sei un’insegnante puoi acquistare il libro con il Bonus Cultura e/o Carta del Docente.