Vi immaginate un mondo in cui potete parlare col vostro tostapane?
Non sono impazzita, parlare con le “macchine” è quello che capita ogni giorno ma noi non ce ne accorgiamo.
Ogni volta che effettuiamo l’accesso a un sito o interagiamo con una nuova auto equipaggiata di ogni benefit, stiamo dialogando attraverso simboli e tasti posizionati in modo strategico perché noi possiamo trovare ciò che ci serve con velocità.
La diffusione della tecnologia ha imposto una nuova interazione (essere umano-macchine) con nuovi codici e problemi annessi.
L’oggetto, fisico o virtuale che sia, deve essere in grado di comunicare come essere utilizzato alla persona che dovrà adoperarlo.
L’esperienza dell’utente è basilare per evitargli inutili mal di testa ma anche e soprattutto per la sopravvivenza dell’attività: se l’esperienza è positiva, quando avrà di nuovo bisogno si rivolgerà al primo nome in cima alla lista mentale di chi può risolvergli il problema. Questo è possibile perché l’esperienza diventa ricordo ma solo quando c’è una forma di apprendimento e un coinvolgimento emotivo.
Tutto questo lo potete approfondire nell’interessante libro di Dora Serritiello dal titolo Human Machine Interaction – L’Ingegneria dell’Esperienza, edito da Guida Editori.
Leggendolo non imparerete come far parlare il vostro tostapane al pari di un pappagallo ma troverete utili informazioni sulla users experience.
Conclusioni:
A chi è rivolto: il libro è pensato per tutti coloro che svolgono un’attività in cui è compresa l’esperienza dell’utente ma è utile anche per chi vuole approcciarsi per la prima volta alla materia.
Quanto è pratico: Human Machine Interaction – L’Ingegneria dell’Esperienza presenta una serie di nozioni teoriche da tenere in considerazione durante il proprio lavoro
È da avere in libreria: sì, anche solo per cultura personale.