Daniel Kahneman non ha bisogno di grandi presentazioni perché i grandi personaggi non ne necessitano. Come anche lo stesso Paolo Legrenzi lo definisce nella prefazione, viene considerato da molti il più importante psicologo vivente.
Premio nobel per l’economia nel 2002, è autore del grande capolavoro Pensieri Lenti e Veloci, in cui si parla di sistema 1 e di sistema 2. Prima di scrivere questo ultimo saggio dal nome “Grandi idee, grandi decisioni”, ha scritto anche “Rumore – un difetto del ragionamento umano”, assieme a Olivier Sibony e Cass Sunstein.
Questo nuovo saggio rimette insieme, con ulteriori considerazioni, tre dei suoi lavori realizzati in un ventennio:
- Over-confidence
- Distorsioni sistematiche nel giudizio (bias)
- Avversione alle perdite.
L’oggetto del libro ruota attorno al come prendere decisioni importanti in ambito professionale, contenendo la over confidence, elimando i bias e riducendo l’avversione alle perdite, appunto.
Cosa è l’over-confidence
L’over-confidence è l’eccesso di fiducia che conduce, attraverso l’adozione di modelli semplicistici della realtà, a dei giudizi eccessivamente ottimistici. L’eccesso di ottimismo è riconducibile a numerosi fattori, uno dei più importanti è sicuramente la tendenza degli individui a “gonfiare” le proprie capacità e a credere di essere ben sopra la media in termini di abilità e qualità possedute. Il bello di leggere Kahneman, come per altri studiosi della sua caratura, è che quando sostiene un concetto, porta a supporto test eseguiti e studi condotti.
Perché tendiamo a sopravvalutare gli aspetti positivi?
Oltre che per un sano ed innato ottimismo, abbiamo la tendenza ad enfatizzare aspetti positivi per due importanti fattori, anzi, ingredienti:
- Bias di ancoraggio, uno dei bias cognitivi più rilevanti e frequenti;
- Bias di sottovalutazione della concorrenza.
E tu conosci questi bias o i bias più in generale? Kahneman, nelle pagine del saggio, spiega alla perfezione di cosa si tratta.
Il processo di focalizzazione come causa dell’over-confidence
Si tratta della tendenza dell’individuo a concentrarsi su troppe poche cose. Non è un gioco di parole: vuol dire che ci concentriamo sulle prime cose che ci vengono in mente, restringendo da subito la nostra prospettiva e anche la visione delle possibilità future. Questa tendenza conduce persone inesperte della materia in valutazione a sopravvalutare le proprie capacità di giudizio. In sostanza è come se il campo visivo si riducesse e vedessimo meno cose del dovuto e del necessario, con una visione parziale ed una capacità di giudizio realmente limitata.
Come prendere decisioni importanti in azienda: è necessario contenere l’ottimismo.
L’ottimismo è una leva necessaria a far fronte alla vita aziendale, sia chiaro. Appare anche alquanto improbabile che si voglia deviare la rotta rispetto a quella tracciata dalla cultura aziendale. Tuttavia, in ambito decisionale, l’ottimismo può e deve essere attenuato, perché consente di proiettare una visione maggiormente equilibrata del futuro.
Come è possibile ciò? Affiancando a quella che viene definita INSIDE VIEW, la visione spontanea e immediata dell’esperto, l’OUTSIDE VIEW, una previsione basata sulla classe di riferimento, e quindi esaminando precedenti storici. La seconda, consente di ottenere una precisione più accurata rispetto alla prima.
Come ridurre i bias che condizionano le scelte aziendali importanti
Kahenam ha elaborato uno strumento, che si basa su una check list, per aiutare i dirigenti d’azienda a contenere e meglio ancora eliminare quelle che sono le distorsioni del pensiero: i famosi bias. La check list si compone di 12 domande, raggruppabili in 3 categorie:
- Domande che i decisori dovrebbero porsi;
- domande che pongono legittime obiezioni alle persone che propongono una determinata linea d’azione;
- domande volte a valutare la mera proposta.
Se vuoi scoprire le domande specifiche, potrai visionarle nel dettaglio a partire dalla pagina 58, proseguendo fino alla pagina 76.
È un libro impegnativo, breve, ma davvero denso e intenso. Se hai letto altri testi di questo autore, nessun problema, sai di cosa sta parlando e riuscirai a seguirlo a meraviglia. Se invece è la prima volta che affronti uno dei suoi testi, che poi ruotano tutti attorno ai suoi studi, lo sforzo cognitivo richiesto per seguirlo, paragrafo dopo paragrafo, non sarà affatto banale.
Fattibilissimo e leggibile, sia chiaro, ma con impegno e concentrazione, ovviamente! Si tratta di un saggio adatto a studenti, magari appassionati di economia comportamentale, ma anche dirigenti ed imprenditori che vogliono capire cosa si cela dietro ai tre temi affrontati.