RECENSIONE DEL LIBRO

Grandi idee, grandi decisioni

Pensare più lucidamente, risolvere le complessità e gestire i rischi.

Editore:

RoiEdizioni

autore

Daniel Kahneman

pubblicazione:

pagine:

Agosto 2023

120

Autore

Daniel Kahneman

Editore

RoiEdizioni

Pubblicazione

Agosto 2023

Pagine

120

Prezzo

14,90

Autore

Daniel Kahneman

Pagine

120

Editore

RoiEdizioni

Prezzo

14,90

Autore

Daniel Kahneman

Pubblicazione

Agosto 2023

costo:

Editore

RoiEdizioni

Pagine

120

14,90

Daniel Kahneman non ha bisogno di grandi presentazioni perché i grandi personaggi non ne necessitano. Come anche lo stesso Paolo Legrenzi lo definisce nella prefazione, viene considerato da molti il più importante psicologo vivente.

Premio nobel per l’economia nel 2002, è autore del grande capolavoro Pensieri Lenti e Veloci, in cui si parla di sistema 1 e di sistema 2. Prima di scrivere questo ultimo saggio dal nome “Grandi idee, grandi decisioni”, ha scritto anche “Rumore – un difetto del ragionamento umano”, assieme a Olivier Sibony e Cass Sunstein.

Questo nuovo saggio rimette insieme, con ulteriori considerazioni, tre dei suoi lavori realizzati in un ventennio:

  1. Over-confidence
  2. Distorsioni sistematiche nel giudizio (bias)
  3. Avversione alle perdite.

L’oggetto del libro ruota attorno al come prendere decisioni importanti in ambito professionale, contenendo la over confidence, elimando i bias e riducendo l’avversione alle perdite, appunto.

Cosa è l’over-confidence

L’over-confidence è l’eccesso di fiducia che conduce, attraverso l’adozione di modelli semplicistici della realtà, a dei giudizi eccessivamente ottimistici. L’eccesso di ottimismo è riconducibile a numerosi fattori, uno dei più importanti è sicuramente la tendenza degli individui a “gonfiare” le proprie capacità e a credere di essere ben sopra la media in termini di abilità e qualità possedute. Il bello di leggere Kahneman, come per altri studiosi della sua caratura, è che quando sostiene un concetto, porta a supporto test eseguiti e studi condotti.

Perché tendiamo a sopravvalutare gli aspetti positivi?

Oltre che per un sano ed innato ottimismo, abbiamo la tendenza ad enfatizzare aspetti positivi per due importanti fattori, anzi, ingredienti:

  • Bias di ancoraggio, uno dei bias cognitivi più rilevanti e frequenti;
  • Bias di sottovalutazione della concorrenza.

E tu conosci questi bias o i bias più in generale? Kahneman, nelle pagine del saggio, spiega alla perfezione di cosa si tratta.

Il processo di focalizzazione come causa dell’over-confidence

Si tratta della tendenza dell’individuo a concentrarsi su troppe poche cose. Non è un gioco di parole: vuol dire che ci concentriamo sulle prime cose che ci vengono in mente, restringendo da subito la nostra prospettiva e anche la visione delle possibilità future. Questa tendenza conduce persone inesperte della materia in valutazione a sopravvalutare le proprie capacità di giudizio. In sostanza è come se il campo visivo si riducesse e vedessimo meno cose del dovuto e del necessario, con una visione parziale ed una capacità di giudizio realmente limitata.

Come prendere decisioni importanti in azienda: è necessario contenere l’ottimismo.

L’ottimismo è una leva necessaria a far fronte alla vita aziendale, sia chiaro. Appare anche alquanto improbabile che si voglia deviare la rotta rispetto a quella tracciata dalla cultura aziendale. Tuttavia, in ambito decisionale, l’ottimismo può e deve essere attenuato, perché consente di proiettare una visione maggiormente equilibrata del futuro.

Come è possibile ciò? Affiancando a quella che viene definita INSIDE VIEW, la visione spontanea e immediata dell’esperto, l’OUTSIDE VIEW, una previsione basata sulla classe di riferimento, e quindi esaminando precedenti storici. La seconda, consente di ottenere una precisione più accurata rispetto alla prima.

Come ridurre i bias che condizionano le scelte aziendali importanti

Kahenam ha elaborato uno strumento, che si basa su una check list, per aiutare i dirigenti d’azienda a contenere e meglio ancora eliminare quelle che sono le distorsioni del pensiero: i famosi bias. La check list si compone di 12 domande, raggruppabili in 3 categorie:

  1. Domande che i decisori dovrebbero porsi;
  2. domande che pongono legittime obiezioni alle persone che propongono una determinata linea d’azione;
  3. domande volte a valutare la mera proposta.

Se vuoi scoprire le domande specifiche, potrai visionarle nel dettaglio a partire dalla pagina 58, proseguendo fino alla pagina 76.

Conclusioni del libro

È un libro impegnativo, breve, ma davvero denso e intenso. Se hai letto altri testi di questo autore, nessun problema, sai di cosa sta parlando e riuscirai a seguirlo a meraviglia. Se invece è la prima volta che affronti uno dei suoi testi, che poi ruotano tutti attorno ai suoi studi, lo sforzo cognitivo richiesto per seguirlo, paragrafo dopo paragrafo, non sarà affatto banale.

Fattibilissimo e leggibile, sia chiaro, ma con impegno e concentrazione, ovviamente! Si tratta di un saggio adatto a studenti, magari appassionati di economia comportamentale, ma anche dirigenti ed imprenditori che vogliono capire cosa si cela dietro ai tre temi affrontati.

voto:

l'Autore

della recensione

Daniela Bonaldi
Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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