Hai presente, quelle nuove professioni? Quelle con i nomi in inglese? Quelle che si fa fatica a spiegare alle nonne? Si, si proprio una di quelle che svolgi anche tu, caro lettore o cara lettrice di Libri di Marketing.
Una di quelle nuove professioni, magari nate prima della “rivoluzione digitale”, ma che da questa hanno tratto nuova linfa trasformandosi in opportunità professionali per le quali c’è molta domanda e poca offerta.
Bene, il game designer è una di queste.
L’enciclopedia Treccani lo ha inserito tra i neologismi nel 2018, ma su Google Trends il picco delle ricerche con questo termine risale a quasi 10 anni prima.
Questo per dire che mentre nella visione comune il game designer si occupa della progettazione di videogiochi in realtà, in tutto questo tempo, questa figura professionale si è evoluta.
Oggi le meccaniche e le dinamiche (la differenza è spiegata nel libro) del gaming vengono applicate agli ambiti più disparati e rimarrai stupito dal sapere che, perfino nel mondo ecclesiale si annoverano casi studio.
CHI È E COSA FA IL GAME DESIGNER
Il sottotitolo del libro è quasi un disclaimer per il lettore: “Meccaniche e dinamiche di gioco della vita quotidiana”.
Come detto più sopra, infatti, il Game Designer non è più (solo) quel professionista che progetta videogiochi. Il gioco e le opportunità di applicazione che ne derivano riguardano la vita di tutti i giorni: la scuola, il lavoro, la Pubblica amministrazione, il no-profit, i musei, etc.
Insomma, come si dice… “il limite è il cielo” e sta al game designer riconoscere o anticipare le opportunità e saperle cogliere.
Bellissima una delle definizioni che il libro dà del game designer: “ingegnere dell’animo umano”.
Il game designer, infatti, deve essere in grado di progettare esperienze emozionanti e le emozioni, si sa, non sono una scienza esatta.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Il libro si apre con una prefazione di Rudy Bandiera, LinkedIn Top Voice per l’Italia, apprezzato presentatore e speaker per eventi, formatore, docente, content creator e (soprattutto in questa circostanza) noto appassionato di videogame.
Rudy Bandiera attraverso un percorso logico e lineare che parte dal Metaverso (se ti interessa il tema puoi curiosare qui e qui) ed arriva alla GameFi (l’organizzazione finanziaria dell’industria dei videogame) delinea il perimetro del game design che è ben più ampio di una disciplina da “nerd”, ed ha implicazioni perfino nella finanza.
Il gioco, come spiegano anche i curatori, è uno strumento di lavoro caratterizzato da trasversalità di esperienze e multidisciplinarietà e così la professione del game designer è multiforme e in continuo divenire.
Ma chi è esattamente il game designer e come lo si diventa?
È una figura che ha moltissime conoscenze e competenze.
Design, comunicazione, computer ed elettronica, matematica e, persino, psicologia ed antropologia, queste ultime fondamentali per comprendere quali leve attivano emozioni positive degli utenti e cosa li stimoli all’azione e alla competizione.
A ciò si aggiungono le soft skill, fondamentali per lavorare in team di persone con conoscenze e attitudini diverse.
Questa figura professionale ti ha incuriosito?
Bene! Nel libro troverai tutto quello che ti serve sapere:
- per intraprendere questa carriera
- capire come si progettano le dinamiche di gioco (a cominciare dal framework Octalysis)
- conoscere gli ambiti di applicazione di progetti game-based attraverso case history ed interviste
- rispondere alle principali obiezioni di chi nutre scetticismo nei confronti di approcci game based
Game designer offre una panoramica completa della professione e ha il pregio di modificare nel lettore il significato che tradizionalmente viene attribuito al gioco e al gaming, spesso ed erroneamente associati ad attività “leggere” e/o ai videogame.
Nella stesura del libro si sono alternati diversi autori a seconda dell’argomento trattato da ogni capitolo, ed i curatori sono G. Andrea Mancini, Federica Colli, Francesco Lutrario e Fabio Viola: psicologi del lavoro i primi due, game designer gli altri.
Ed è proprio la competenza accademica e pratica degli autori il valore aggiunto di questo testo.
Il gioco, ci spiegano autori e curatori, è una cosa molto seria ed ha un potere enorme su persone, organizzazioni e nell’influenzare cultura personale ed aziendale/organizzativa.
Da questo punto di vista è un testo consigliato a tutti.
Dal punto di vista “professionale”, invece, è particolarmente consigliato a giovani che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro e alle professioni digitali e potrebbero essere attratti da questa opportunità ancora poco conosciuta sul mercato italiano, ma che nel prossimo futuro avrà ampia richiesta.
Lo consigliamo anche a game designer che vogliono aggiornare o ampliare la propria conoscenza degli ambiti di applicazione del gioco.
È un testo ampiamente teorico, ma che con le numerose case history presentate fornisce anche spunti pratici.