Ho conosciuto Riccardo Scandellari all’università, precisamente all’Istituto Universitario Salesiano di Mestre Venezia, in occasione del Master in Web Marketing che ho frequentato qualche anno fa. Lui, ovviamente, era dietro la cattedra; io, seduta al mio banco da studente. È stato uno dei professori che mi è entrato subito in simpatia per la sua schiettezza e soprattutto la concretezza dei suoi contenuti, oltre alla sua grande capacità di tenere alta l’attenzione del suo pubblico. Perciò quando Libri di Marketing mi ha proposto di leggere e recensire l’ultima edizione del suo testo “Fai di te stesso un brand”, ho accettato con entusiasmo.
Fai di te stesso un brand è la lettura che mi haaccompagnato durante queste vacanze estive. Si tratta di un testo ordinato e ben strutturato: in sei capitoli Skande affronta con grande chiarezza espositiva e un appropriato approfondimento tutti gli aspetti del poliedrico personal branding. Si parte dalla base, ovvero la definizione stessa di che cos’è un brand e l’evoluzione del concetto di brand nel tempo. Ma è davvero poco lo spazio dedicato ala teoria introduttiva, perché dal primo capitolo si parte subito con le domande, quesiti necessari da porsi in fase di strutturazione di un’attività di branding.
Conoscere sé stessi e il proprio pubblico
Nei primi due capitoli, Skande parla di quanto sia necessario conoscersi per comunicarsi: mettere in risalto le competenze e gestire la voglia di competizione, ma al contempo identificare e far pace con le proprie paure, trasformare le parole chiave in aspetti da ponderare e considerare. Conoscere il proprio pubblico invece ci consente di confezionare le nostre informazioni in maniera tale da fornire una risposta chiara ai problemi dell’interlocutore; saper raccontare per vendere e lavorare sulla percezione.
Costruire la propria identità di scopo e il luogo dove le persone possono comprendere chi sei
Un passaggio fondamentale del quarto capitolo riguarda il sito web, che Skande identifica come strumento chiave per affermarsi nel mondo della libera professione. L’autore pone l’attenzione su tutte le strade che un lavoratore autonomo può percorrere (sito, blog, social network, campagne di adv), senza tralasciarne le relative strategie. Un esempio pratico: meglio puntare sulla SEO ed ottimizzare ogni frase del proprio blog, oppure intraprendere la strada dell’articolo ben scritto, che magari strizza l’occhio alla search engine optimization? Da queste due scelte otterremmo risultati diversi. La risposta giusta non esiste: esiste ciò che più si addice a noi.
Nutrire il pubblico di grandi aspettative e convertire
Cosa scrivere e come scrivere possono essere due grandi ostacoli sia nella definizione del proprio personal branding che nell’aspetto operativo. Qui Scandellari ci offre spunti creativi e buone pratiche da attuare per limitare il blocco dello scrittore, evitare errori grossolani e distinguere il semplice dal banale. Il sesto e ultimo capitolo invece, a conclusione del lavoro svolto, affronta il tema della conversione, aiutandoci a comprendere come costruire un percorso che farà diventare il nostro pubblico un cliente reale.
In conclusione:
A chi è consigliato? Ai digital marketers perché conoscere le basi del personal branding è fondamentale, ma è sicuramente un testo prezioso per chi vuole affrontare la vita da libero professionista e desidera comunicare nella maniera corretta ottimizzando risorse ed energie.
Quanto è pratico? È un testo assolutamente pratico! Ogni capitolo è denso di consigli concreti raggruppati in liste da attuare per la propria attività.
È da avere in libreria? Sì e non solo: è da leggere, evidenziare, rileggere e consultare spesso!