Chiariamolo subito: questo non è un libro di marketing e comunicazione, quantomeno non per come intendiamo la comunicazione in questo blog, e cioè ai fini pubblicitari. Il testo di Rosy Russo, infatti, è pensato per i ragazzi che desiderano imparare a comunicare civilmente, o come richiama il progetto supportato da Erikson, con “parole non ostili”.
A chi lo dici? Consigli e strategie per comunicare con rispetto: due parole sul progetto e sull’autrice
Il libro di Rosy Russo, edito Erikson, fa parte del progetto “Parole O_Stili”. La casa editrice trentina, nata nel 1864, si occupa prevalentemente di libri e formazione per il sociale ed ha scelto di appoggiare l’associazione sopracitata. L’obiettivo è quello di responsabilizzare ed educare gli utenti della rete a scegliere forme di comunicazione non ostile.
Rosy Russo è la presidente e founder dell’associazione: insieme ad altri 300 professionisti si batte per contrastare i linguaggi d’odio in qualsiasi ambito, sia in quello lavorativo che scolastico.
Imparare a comunicare con rispetto… o insegnare a comunicare con rispetto?
Sicuramente lo stimolo a crescere seguendo una comunicazione non ostile dev’essere dato dall’esterno: da genitori, insegnanti e tutti coloro che contribuiscono alla formazione del ragazzo. Dopo aver letto questo libro posso dire con certezza che nessun ragazzo sarebbe mai attratto spontaneamente da questa tipologia di lettura, che assomiglia ad un testo scolastico: la spinta parte dall’adulto consapevole.
Da qui il titolo di questo sottoparagrafo: il bambino o ragazzo che sia può non comprendere la necessità di imparare a comunicare adeguatamente, dev’essere l’adulto ad indirizzarlo in una direzione ben precisa.
Ai genitori che sentono già l’affanno di un compito ulteriore voglio dire subito che possono tirare un sospiro di sollievo: la lettura è semplicissima e piacevole ed aprirà a confronti familiari che rafforzeranno il legame con i ragazzi, oltre ad insegnar loro ad approcciarsi con educazione e rispetto ad ogni persona che incontreranno.
Analizziamo il libro di Rosy Russo: come comunicare con rispetto
Il testo è suddiviso in quindici capitoli più la conclusione. In ogni capitolo vengono presentati degli attori ed una situazione ideale: il linguaggio si alterna tra la voglia di emergere tipica dell’adolescenza e la sincerità senza filtri dei più piccoli. Ogni situazione evidenzia un contrasto: tra bimbi e adulti, tra compagni di classe, tra amici, tra persone di sesso, nazionalità e religione diversa, in cui ognuna cerca di far leva inesorabilmente sulle proprie convinzioni.
L’autrice ci guida “dietro le quinte” per capire come nascono le incomprensioni e ci fa ragionare sulle modalità in cui potrebbero essere evitate, proponendo degli esercizi in cui ci si allena a mettersi nei panni degli altri.
Il fatto di esercitarsi ad adottare un punto di vista differente mi è piaciuto molto e credo fermamente che possa essere utilissimo a chi sta crescendo e muovendo i primi passi nel mondo.
Dei quindici episodi mi ha colpito particolarmente il quarto, in cui Amil si accorge che le sue parole sulla nonna sono vane ed allora decide di scriverle una lettera. È un metodo di comunicazione che l’anziana signora apprezza particolarmente ed ecco come l’adolescente riesce quindi a catturare la sua attenzione su un tema che gli sta a cuore.
Il Manifesto della Comunicazione non ostile: linee guida per la comunicazione che vorremmo
Ad accompagnare ogni lezione c’è un estratto del Manifesto della Comunicazione non ostile, che aiuta a comprendere come comunicare in maniera empatica, attenta e rispettosa.
Rappresenta un impegno di responsabilità condivisa pensato per la rete, ma a mio avviso valido anche per l’offline.
Oltre al Manifesto, ad aprire e chiudere il testo ci sono esercizi volti alla riflessione su di sé e su come siamo cambiati e cresciuti dopo la lettura.
“A chi lo dici? Consigli e strategie per comunicare con rispetto” di Rosy Russo è un testo da leggere insieme in classe, da proporre come attività per le vacanze estive, da sfogliare a casa con nonni e genitori e da cui trarre lezioni importanti. È teorico e pratico al punto giusto: ci fa pensare e ponderare che la posizione altrui non solo sia meritevole di rispetto, ma anche vada compresa e accettata. E ci forza a metterci nei panni degli altri, chiedendoci di svolgere esercizi.
Se sei arrivato fin qui e non sei né un genitore né un’insegnante, potrebbero interessarti anche testi come Social Media Stoicism oppure La tecnologia è religione che invitano ad altre tipologie di riflessioni del vissuto quotidiano.
Tornando invece al libro di Rosy Russo, consiglierò personalmente questo testo a insegnanti di scuole medie e superiori ed a genitori con figli nell’età compresa tra dieci e diciotto anni. Ciò non toglie che sia una lettura consona anche per gli adulti: siamo proprio tutti sicuri di comunicare con rispetto ogni giorno?