Come si crea un BRAND? Quando si ha un’idea chi deve trasformarsi in un progetto concreto, spesso si parte da ciò che si ha: un sogno nel cassetto, un’intuizione sul design di un prodotto o di un servizio, la risposta ad un bisogno o a una presunta sensibilità sociale nei confronti di un tema, un’idea creativa o di comunicazione che potrebbe essere vincente.
Nella maggior parte dei casi non si segue uno schema specifico, si parte, appunto, da ciò che si ha. Giusto? Ovvio che no. L’incapacità di posizionare un progetto all’interno di un percorso strutturato di azioni ordinate cronologicamente è la causa principale del fallimento e delle inefficienze dalle organizzazioni in tutto il mondo, in tutti settori.
Impossibile quindi creare un BRAND da ZERO se non si seguono determinati passi? No, perchè c’è l’eccezione che conferma la regola! Spesso le aziende di successo sono fondate da persone che diventano loro stesse personaggi di successo, quasi dei guru, con una popolarità che va aldilà del destino dell’azienda (ad esempio Apple o Microsoft o Amazon). Ciò dimostra nei fatti che certe aziende di successo sono figlie di soggetti che dispongono di una sorta di bussola interna tarata per comprendere l’importanza di una serie di informazioni utili alla crescita e per compiere i passi giusti in tempi giusti.
Ma torniamo a parlare di aziende e progetti, e di BRAND da creare. Da dove iniziare? La cosa che imparerete in questo libro è la Positioning Sphere secondo la quale il posizionamento si basa, nell’ordine, su:
- Posizionamento valoriale
- Posizionamento di mercato
- Posizionamento di Brand
- Posizionamento della comunicazione
Posizionamento valoriale
Che si tratti di un’azienda, di un’associazione, di un progetto, il match tra i valori dell’organizzazione e quelli percepiti esternamente rimane il motore della nascita, dell’evoluzione e della trasformazione innovativa di qualsiasi iniziativa.
Due i concetti d cui partire:
- Il value design, cioè il processo attraverso cui l’impresa identifica una propria inedita e unica architettura di valori, abbinando a ogni valore in comune tra organizzazione e target una precisa dinamica di impatto per ogni livello di posizionamento (di mercato, di brand e di comunicazione).
- Il value proposition design, ovvero una metodologia al cuore del posizionamento strategico che ha per obiettivi il coinvolgimento di clienti e stakeholder nel riconoscimento dei valori di un progetto, di un prodotto o di un’impresa.
Le organizzazioni moderne, pubbliche o private, che vivono nel mercato globalizzato, hanno certamente il problema di uscire dalla propria Comfort Zone per creare valore ma, dato l’overload di informazioni e di dati a cui sono esposte, hanno ancora di più l’esigenza di comprendere:
- di quali informazioni hanno bisogno;
- come raccoglierle, organizzarle e selezionarle nel mare magnum di dati;
- come mettere insieme i dati per creare informazioni significative con il proprio business,
- come mantenere le proprie fonti di informazioni perennemente ingaggiate e produttive.
Come fare tutto ciò lo scoprirete ovviamente nel libro, accompagnati passo passo alla ricerca di quello che vi serve sapere.
Posizionamento di mercato
Il posizionamento di mercato è quello che differenzia l’offerta in base alle caratteristiche del prodotto, al prezzo e all’esperienza utente che offre. Si costruisce attribuendo al business model i valori posizionali e i dati che provengono dalle ricerche di mercato (iniziate a capire la logica dei passi da seguire?). La messa a terra di una strategia di mercato attraverso precise scelte sulla catena del valore qualifica e differenzia sia l’offerta sia l’organizzazione stessa, rendendola più o meno flessibile e resiliente alle crisi.
Scoprirete cos’è il posizionamento di business e da cosa è dipendente, il business model canvas, i target, come fare una swot analysis, il ruolo del marketing e, ultimo ma forse più importante, come raccogliere le risorse finanziarie da dedicare allo sviluppo delle idee.
Posizionare il brand
Il branding è una parte strategica all’interno del posizionamento complessivo di un brand che sintetizza elementi valoriali e di posizionamento di mercato, aggiungendo elementi concettuali e visivi, punto di partenza per la successiva fase di posizionamento comunicativo.
L’identità di marca è, per definizione, questa combinazione unica di associazioni che azienda ambisce a costruire e a mantenere nel tempo. Tali associazioni supportano la marca e rappresentano la promessa che l’azienda si impegna a mantenere nei confronti dei consumatori. Ma come si costruisce l’identità del brand? Come nasce una personalità di brand? Come si crea il naming? Quale tono di voce gli diamo? E i colori, come li scegliamo? Se state cercando le risposte a queste domande sappiate che sono nel libro!
Posizionare la comunicazione
Il vantaggio competitivo probabilmente più sottovalutato delle aziende è quello dato dalla capacità di individuare – aldilà di un bisogno impellente che non trova una risposta nel mercato – un valore o un tema, latente e in fase di emersione, che sia lo spazio di riferimento per la nascita di una nuova consapevolezza di target specifici e, quindi, di un nuovo mercato.
Gli strumenti di comunicazione, come i canali, devono avere sempre un design progettato per veicolare contenuti e, nello stesso tempo, per concretizzare la strategia, fungendo anche, per esempio, da strumenti di raccolta dati o servendo altri obiettivi funzionali connessi al posizionamento di mercato e all’aumento delle vendite, oppure alla realizzazione di un’azione a impatto pubblico.
Nel libro di legge: “I canali e gli strumenti di comunicazione che servono all’execution di una strategia si selezionano sulla base degli obiettivi da raggiungere; questo non sempre significa essere sull’ultimo social che ha raggiunto la cresta dell’onda: gli obiettivi da raggiungere e le strategie sono soggettivi.”
Amen. Facciamoci una maglietta con questa frase e regaliamola a certe agenzie.
Ultimo aspetto su cui mi soffermo è il capitolo dedicato alla comunicazione di crisi e l’identificazione delle aree di vulnerabilità, aspetti troppo spesso ignorati ma di vitale importanza. Pensiamo sempre al nostro brand per le opportunità che può cogliere, augurandoci che eventi negativi non si abbattono sull’organizzazione. Essere positivi è un bene, essere preparati è meglio.
In conclusione:
Questo è un libro consigliatissimo, aggiornato e attuale!
A chi è rivolto? È il libro perfetto per chi vuole lanciare il suo progetto/brand e non ha le basi di marketing giuste. Ma è anche un ottimo libro per chi il marketing lo mastica ma ha bisogno di un ripasso o di trovare un metodo.
Quanto è pratico? Molto. Oltre alle case history, ogni capitolo ha esercitazioni dedicate e pagine di recap dei concetti principali.
È da avere in libreria? Assolutamente si! È da avere e da sfogliare spesso! Dovrebbe essere in ogni agenzia aggiungerei