RECENSIONE DEL LIBRO

Comunicare la sostenibilità.

Comunicare la sostenibilità Oltre il greenwashing

Editore:

Hoepli

autore

Aldo Bolognini Cobianchi

pubblicazione:

pagine:

Febbraio 2022

256

Autore

Aldo Bolognini Cobianchi

Editore

Hoepli

Pubblicazione

Febbraio 2022

Pagine

256

Prezzo

22,90 €

Autore

Aldo Bolognini Cobianchi

Pagine

256

Editore

Hoepli

Prezzo

22,90 €

Autore

Aldo Bolognini Cobianchi

Pubblicazione

Febbraio 2022

costo:

Editore

Hoepli

Pagine

256

22,90 €

Quando ho notato questo libro tra i titoli disponibili da recensire, non ho esitato un secondo e mi sono prenotata immediatamente. Lavorando in un’azienda che ha fatto della sostenibilità il proprio verbo e che ha alle spalle ben 16 edizioni del Rapporto di Sostenibilità, ho sentito l’esigenza di approfondire questo tema, raccogliere ulteriori informazioni oltre che il prezioso punto di vista dell’autore.

Come si struttura il libro

Si compone di 16 capitoli, preceduti dalla presentazione dell’autore e la prefazione di Michelangelo Tagliaferri (quando andrete a leggerla non vi spaventate, personalmente l’ho trovata un po’ complessa). Al termine di ogni capitolo è presente una paginetta di recap sui concetti affrontati, molto utile per fissare concetti nuovi o ritrovare traccia degli argomenti trattati.

Nella penultima parte troverete una raccolta di testimonianze da parte di aziende illustri (Banca  Generali, Unipol, Carrefour, per citarne alcune); mentre nella parte finale del testo un utilissimo glossario con i termini afferenti all’argomento sostenibilità, come il significato di alcune sigle e definizioni (es, CTS, GISR, Green Sheen, Social lending, ecc.).

L’anima del libro, partendo dal perché

“La sostenibilità non è una moda passeggera, ma rappresenta una fondamentale direttrice di sviluppo per tutte le società contemporanee e per i loro attori. Per un’azienda, sostenibilità vuol dire rispondere alle esigenze dei cittadini (che sono anche consumatori) sempre più attenti al pianeta in cui stiamo vivendo. (…)”

Presa coscienza dell’importanza sempre più rilevante della sostenibilità, anche i governi nazionali stanno muovendo importanti passi in questa direzione ed oggi la maggior parte delle legislazioni dei paesi sviluppati tiene conto della sostenibilità. Tuttavia l’argomento risulta essere piuttosto complesso e non possiamo più limitarci ad abbinare nelle nostre menti il concetto di sostenibilità a quello di rispetto per l’ambiente. Sarebbe riduttivo, anzi lo è.

È necessario, pertanto, ripartire dalla definizione di sostenibilità, terreno ancora oggi costellato da confusione e scarsa conoscenza della materia. Un caos ed una non conoscenza che non consentono un focus corretto sull’argomento e, di conseguenza, la messa a punto di strategie adeguate e coerenti, oltre che un’adeguata comprensione degli argomenti che la riguardano.

Il libro si pone quindi l’obiettivo di raccogliere le informazioni necessarie e le best practice raccontate dai responsabili comunicazione di aziende sostenibili per consentire a coloro che hanno la responsabilità di comunicare sull’argomento, di gestire e affrontare correttamente il tema; oppure fornire uno strumento di riflessione a manager o cittadini a cui la sostenibilità è particolarmente cara.

Sapere com’è nata per comprendere come si evolverà

Il punto cruciale è rappresentato, di nuovo, dal Rapporto Brundtland della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo dell’ONU, del 1987.

Ho detto “di nuovo” perché mi è già capitato di parlarne all’interno di un’altra recensione di cui mi sono occupata nei mesi scorsi, il testo di Alessandro Franceschini “Consumi o scegli”, qualora vogliate approfondire.

La sostenibilità è figlia del concetto di sviluppo sostenibile. Secondo la definizione data nel Rapporto Brundtland: “È uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Il concetto, molto lineare, sensato e rivoluzionario, in realtà non era inaspettato. Del resto non era la prima volta che si affrontava, in un contesto internazionale, il tema dell’ambiente, della rispettiva salvaguardia e rispetto.

I primi movimenti ecologisti erano nati addirittura a metà del 1800, sull’onda della rivoluzione industriale e dell’importante distruzione di risorse naturali che questa aveva comportato.

Molto importante nel corso degli anni, si è rivelato essere il romanzo “Walden, ovvero vita nei boschi” dell’americano Henry David Thoreau, risalente al 1854. Oltre un secolo dopo è finito con il divenire il testo sacro dell’ecologismo. Movimento che si è sviluppato e radicato nei paesi anglosassoni e nei paesi del nord Europa molto prima rispetto all’Italia.

Nel nostro paese l’attenzione nei confronti dell’ecologia è molto più recente, risale agli anni ’70, con la crisi petrolifera del 1973, lo scandalo dei detersivi non biodegradabili, la nube di diossina, la messa al bando dell’insetticida DDT, passando per la nascita del ministero dell’ambiente nel 1983 fino ad arrivare ai giorni nostri, dove l’attenzione per l’ambiente ed i cambiamenti climatici è sempre più crescente, basti pensare all’attivista Greta Thunberg e al clamore suscitato dal movimento Friday for Future

Riprendendo il discorso su quello che probabilmente rappresenta il punto cruciale per la nascita del concetto di sostenibilità, è ovvio che il rapporto Brundtland di oltre 30 anni fa, non nasce dal niente ed improvvisamente. È frutto di oltre un secolo di idee, riflessioni, fermenti e attenzione verso il tema ambientale. Un secolo frammentato da ben due conflitti mondiali, che hanno peraltro distolto l’attenzione.

Il documento in questione porta con sé tre importanti concetti, che diverranno le colonne portanti della sostenibilità:

  • Compatibilità ambientale, ovvero la compatibilità dell’azione umana con la natura e l’ambiente;
  • Inclusione sociale, perché a fianco dell’ecologia è giusto e doveroso tutelare i diritti delle minoranze, le libertà civili e ottenere un ragionevole livello di welfare.
  • Responsabilità sociale d’impresa, anche conosciuta come CSR, Corporate Social Responsability. Un importante tassello che vede protagoniste non più i soli cittadini e i governanti, ma finalmente anche le imprese, che producono ed immettono sul mercato beni e servizi che verranno poi acquistati da consumatori e/o altre imprese.

Volendo fare un brevissimo cenno alla CSR, l’attuale definizione risale al 1984, con la pubblicazione del saggio di Robert Edward Freeman – Strategic Management, a Stakeholder approach – : “La responsabilità sociale d’impresa – RSI (o Corporate Social Responsibility, CSR) è l’espressione della volontà delle piccole, medie e grandi aziende di gestire efficacemente le problematiche di impatto sociale ed etico al loro interno e nelle loro zone di attività.”

Tutto quanto avete letto fino ad ora è soltanto un piccolissimo assaggio degli argomenti che vi troverete ad affrontare in questo testo davvero esaustivo. Rileggete il titolo del libro e vi balzerà all’occhio un’importantissima parola chiave: greenwashing, che secondo quanto riportato nel glossario “Letteralmente lavaggio in verde, ovvero ecologismo di facciata e finto ambientalismo. Indica le strategie di comunicazione delle imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzate a costruire un’immagine ingannevolmente positiva di sé stessa, dei propri prodotti o processi di produzione sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività presenti o passate.”

Di tale questione, decisamente spinosa e tremendamente attuale, se ne parla in modo approfondito nel capitolo 6.

Conclusioni: è un libro super interessante ed utilissimo per approcciare la questione sostenibilità e prenderci confidenza. Parte ovviamente da un’analisi storica, sempre utile, per arrivare a snocciolare ogni singola sfumatura appartenente a questo macro tema.

A chi è rivolto: a tutti coloro che si occupano di comunicazione in azienda, studenti e qualsiasi altra persona che abbia voglia ed interesse ad approfondire il tema. 

Quanto è pratico: il libro è scorrevole, nonostante la mia difficoltà iniziale con la prefazione. È scritto in modo chiaro, anche per i non addetti ai lavori.

È da avere in libreria:sì, è un testo da tenere come riferimento essenziale ed indispensabile circa il tema della sostenibilità e tutti i relativi “concetti satellite”.

voto:

l'Autore

della recensione

Daniela Bonaldi
Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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