Il libro Città Aumentate si presenta subito come una lettura adatta a chi già mastica tematiche di architettura e urbanistica. Eppure, anche per me che sono una “profana” del tema, sono emersi molti spunti di riflessione interessanti sul modo in cui viviamo la città, non intesa solo come agglomerato urbano ma anche come punto d’incontro sociale e di formazione dell’identità.
Ciò che mi è piaciuto del libro è la forte attualità: si apre raccontando gli scenari che il Covid-19 ha messo sotto gli occhi di tutti, mentre gli analisti rimanevano in attesa del “Cigno Nero” (un evento inaspettato in grado di generare una crisi mondiale) la pandemia ci ha ricordato che non siamo in grado di controllare del tutto la natura e le sue manifestazioni.
In questo contesto è emersa la necessità di creare città “aumentate”.
Cos’è una città aumentata
Una città aumentata si comporta da interfaccia tra spazio e società e lo fa adattandosi al contesto in costante evoluzione che circonda i cittadini. Ambisce quindi a creare una realtà urbana sostenibile, collaborativa, creativa e digitale.
In tutto il libro emerge forte il tema della sostenibilità, non solo intesa come ambientale ma anche economica e sociale.
Dieci gesti-barriera
Con il costante aumento della popolazione mondiale è necessario un approccio all’urbanesimo consapevole e responsabile. In questo libro sono indicati dieci gesti-barriera da attuare per rendere le città “aumentate” e adatte ad assorbire e sfruttare l’impatto dei sempre più frequenti cambiamenti.
Tra tutti i gesti barriera elencati ne ho approfonditi principalmente due, essendo più legati al mio background, ovvero:
1. una città aumentata è aperta e collaborativa, attua un patto tra la dimensione civica (partecipazione degli abitanti) e quella tecnologica (utilizzo di dati, app e social network)
2. una città aumentata è creativa, incentiva un’ecosistema culturale che agevola l’uso integrato della cultura, della comunicazione e della cooprazione
A chi è rivolto? Architetti e urbanisti, ma anche curiosi (come me) di scoprire qualcosa in più sulla tematica
Quanto è pratico? Non è pratico in senso stretto: essendo un testo accademico ha come scopo quello di fotografare la situazione attuale e proporre miglioramenti sulla base di ricerche e sperimentazioni
È da avere in libreria? Sì, aiuta a riflettere anche sul nostro essere cittadini.