RECENSIONE DEL LIBRO

Chief Happiness Officer

Chief Happiness Officer

Editore:

FrancoAngeli

autore

Veruscka Gennari, Daniela Di Ciaccio

pubblicazione:

pagine:

2020

258

Autore

Veruscka Gennari, Daniela Di Ciaccio

Editore

FrancoAngeli

Pubblicazione

2020

Pagine

258

Prezzo

29,90 €

Autore

Veruscka Gennari, Daniela Di Ciaccio

Pagine

258

Editore

FrancoAngeli

Prezzo

29,90 €

Autore

Veruscka Gennari, Daniela Di Ciaccio

Pubblicazione

2020

costo:

Editore

FrancoAngeli

Pagine

258

29,90 €

Sul mercato dell’editoria non esistono molti testi di riferimento su questo argomento, in lingua italiana. Si tratta infatti di un tema molto di nicchia, che però ha una portata potenziale davvero notevole.

Lo capirete soltanto leggendo, pagina dopo pagina, in questo straordinario viaggio conoscitivo che le due autrici hanno tracciato per diffondere l’importanza delle organizzazioni positive ed il ruolo chiave del CHO. 

Perché ho deciso di recensire questo testo

• non avevamo ancora recensito libri su questo argomento;
• in relazione al punto precedente una nostra lettrice ce ne ha fatto esplicita richiesta;
• mi sento una sorta di paladina della felicità sul lavoro: per esperienza personale, infatti, sono fermamente convinta di quanto sia fondamentale questo aspetto;
• è un argomento “emergente”, che sta facendo “trend” e mi incuriosisce;
• conosco una ex collega che ha intrapreso il percorso di certificazione;
Snocciolati i miei perché, passiamo a parlare di questo libro superlativo.

Chi è il CHO

Se andiamo su Google e digitiamo “chief happiness officer”, per farci un’idea di chi possa essere questo personaggio possiamo individuare a colpo d’occhio il buon caro e vecchio amico Wikipedia, che ci restituisce una prima definizione: “il Chief Happiness Officer in un’azienda è il manager della felicità dei lavoratori. Probabilmente originari del Nord America, i posti CHO vengono creati in aziende europee e britanniche per garantire che le esigenze di benessere dei lavoratori siano soddisfatte.”

Una figata, penserete. E lo è, in estrema sintesi. 

Ma in realtà le reazioni potrebbero essere varie, del tipo: “Ah, lo voglio anche io!”, penserà qualche imprenditore lungimirante, qualche HR Director innovativo. “Ah no eh, se i dipendenti stanno troppo bene poi si adagiano sugli allori e non producono”, sosterrà qualche personaggio un pò miope. “Ah, figurati, l’ennesima moda… la vita privata è una cosa, cosa c’entra la felicità con il lavoro”, esclamerà qualche altro personaggio dotato di paraocchi.

Qualche esempio, in chiave metaforica, per dare idea delle potenziali reazioni.

Il CHO è una figura professionale emergente “Made in America”, la cui utilità è prioritaria a tal punto da riconoscere quanto possa essere fondamentale contribuire alla diffusione del verbo del CHO.

Più ne parliamo, più comprendiamo e ne riconosciamo la rilevanza, e prima le aziende inizieranno a porsi delle domande.

Cosa dovrebbe fare il CHO?

Superato il modello tayloristico di organizzazione del lavoro, ci siamo resi conto che per ottenere un modello efficiente di organizzazione si doveva tenere conto dei sistemi motivazionali di coloro che ne fanno parte.

L’orientamento motivazionale può essere di tre tipologie:

1. Asociale

2. Prosociale

3. Antisociale

Compito del CHO, ad esempio, è abbinare correttamente le persone all’interno dell’organizzazione. Gli abbinamenti errati rendono vani gli sforzi organizzativi e producono danni e dispersione di energie.

Gli effetti prodotti da un ambiente lavorativo favorevole

Un ambiente lavorativo sereno e positivo, produce effetti benefici sull’individuo, e di conseguenza sull’intera collettività, in termini di:

• Salute mentale

• Salute fisica

• Salute emotiva

• Salute spirituale

Ed ora una domanda provocatoria: lo sapevate che per la propria salute è più importante il proprio capo che il medico di base?

Cosa sono le ORG+?

Le organizzazioni ad alta tensione e ad elevato livello di stress, guidate da #badmanager, sono ancora troppe e rappresentano la maggioranza.

Dall’altra parte, proprio agli antipodi, abbiamo le Org+, le organizzazioni positive.

Troverete molto spesso questa dicitura nelle pagine che leggerete, per cui è opportuno specificare sin da subito. Cosa sono le Org+? Luoghi in cui le persone possono crescere, evolversi, la cultura del lavoro è guidata da finalità collettive, in grado di promuovere il bene comune e generare impatto sociale.

Visto così potrebbero sembrare dei paradisi professionali. Paradisi realizzabili se tutti noi prendessimo coscienza dell’importanza della felicità e lavorassimo con impegno e dedizione per cambiare la nostra forma mentis.

Un circolo virtuoso nell’ambiente lavorativo

Tre sono gli elementi di quello che ritengo un circolo virtuoso:

• Senso di appartenenza

• Partecipazione ai processi decisionali

• Felicità individuale

E voi cosa ne pensate? Cosa vi suggerisce la vostra personale esperienza?

Cosa mi ha lasciato questo libro?

La certezza che il paradiso professionale esiste, ma non è scontato. È frutto di un duro lavoro, di un processo di trasformazione e tutti sono chiamati a fare la propria parte.

Come si struttura il libro

Il libro è frutto di un’intensa attività di studio delle due autrici a riguardo della scienza della felicità, il ruolo nel dettaglio del chief happiness officer ed il suo potenziale, la strategia correlata all’inserimento della figura in azienda. Per chi fosse interessato al percorso di certificazione CHO, questo il sito da visitare:

https://www.chiefhappinessofficer.it/

Ma torniamo al libro. È organizzato in tre parti, per un totale di 8 capitoli.

Nella prima parte si introduce tutta la parte relativa ai concetti e al contesto, che sono fondamentali:

1. Professione CHO

2. La scienza della felicità

Nella seconda parte si entra nel cuore del libro:

3. Cultural trasformation

4. Corporate Happiness

5. Positive leadership

6. Positive organization

Nella terza ed ultima parte, un po’ di testimonianze e case history per chiudere in bellezza e dare contezza del valore di tutto quanto raccolto in questo testo. 

Testo è riduttivo, preferisco definirlo un manuale. Un manuale vivace, ricco di illustrazioni (curate da Melissa Parrinello), che facilitano la comprensione e alleggeriscono le pagine, rendendole super scorrevoli 

Conclusioni: è un libro estremamente esaustivo per coloro che vogliono o necessitano di approfondire l’argomento.

A chi è rivolto: a chi è interessato ad ottenere la certificazione, a chi si occupa di persone ed organizzazione, ad imprenditori e manager lungimiranti che vogliono farsi portavoce del verbo della felicità in azienda. Molto interessante anche per studenti che lavorano su una tesi incentrata sul rapporto tra produttività e felicità.

Quanto è pratico: è un libro molto ricco di informazioni ma è ben strutturato ed organizzato.

È da avere in libreria: sì, è davvero prezioso per chi necessita di documentarsi.

LEGGI L’INTERVISTA AD UNA CHO ITALIANA, Simona Bargiacchi, a questo link: libridimarketing.blog/intervista-a-simona-bargiacchi

voto:

l'Autore

della recensione

Daniela Bonaldi
Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.
Classe 1980, sono nata e cresciuta in una piccola perla incastonata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano. Non ho girato il mondo, ma ho un legame speciale con la Scozia, la mia seconda terra. Avevo la vena dell’artista (che un po’ è rimasta), ma ho studiato Economia a Pisa. Studi che si sono conclusi ormai parecchi anni fa, con una tesi in Loyalty Marketing, ma che ho ripreso e concluso di recente conseguendo un Master in Behavioral Economics and Neuromarketing. Lavoro con passione e soddisfazione nel dipartimento marketing di un’azienda operante nel settore cartario. Mi piace leggere, adoro scrivere, venero i gatti, creo gioielli e sono mamma di due fantastici bambini.

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